22 May, 2025 - 19:07

Pensione di invalidità, non serve arrivare al 100%: anche una malattia lieve può dare diritti nel 2025

Pensione di invalidità, non serve arrivare al 100%: anche una malattia lieve può dare diritti nel 2025

La pensione di invalidità viene concessa dopo l’accertamento di una patologia invalidante e del relativo handicap, come previsto dalla Legge 104/92. La valutazione delle condizioni di cecità civile, sordità e altre disabilità, ai fini del riconoscimento dell'invalidità, è affidata alle Commissioni Mediche delle ASL (Aziende Sanitarie Locali), che operano in sinergia con  l’INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale). Sono queste le istituzioni pubbliche incaricate di verificare la patologia dichiarata dal richiedente, nel pieno rispetto delle linee guida stabilite a livello ministeriale.

Il riconoscimento delle percentuali di invalidità e delle condizioni di menomazioni avviene sulla base delle tabelle ministeriali (Decreto Ministeriale 5 febbraio 1992), in cui è riportato l’elenco delle patologie considerate invalidanti. Tali tabelle rappresentano il riferimento principale per le commissioni mediche nella determinazione del grado di invalidità. Va inoltre ricordato che il Ministero della Salute e l’INPS aggiornano periodicamente le patologie invalidanti attraverso note, circolari e linee guida, includendo anche malattie rare.

Molti cittadini si preparano con ansia all’appuntamento con la commissione medica ASL, sia per la prima visita sia per i successivi accertamenti. Tra domande da compilare e liste d’attesa sempre più lunghe, cresce il dubbio su come ottenere il diritto alla pensione di invalidità civile. Quali sono le patologie riconosciute? Come si determina la percentuale di invalidità? Quali requisiti servono per accedere alla pensione di invalidità civile? Nei paragrafi che seguono, troverai le risposte a queste e altre domande fondamentali.

Pensione di invalidità 2025: malattie riconosciute, requisiti e funzionamento

 Difendere i propri diritti senza compromessi è un principio fondamentale del sistema assistenziale, che si basa su procedure ben definite e regolamentate per garantire equità e trasparenza.

Per questo motivo, la presentazione della richiesta di accertamento per la pensione di invalidità civile è stata semplificata con l'adozione di una procedura chiara e snella, che inizia con una domanda generalmente redatta dal medico curante.

La commissione medica ASL/INPS attribuisce la percentuale di invalidità facendo riferimento a specifiche tabelle, dove ogni menomazione è associata a un valore percentuale. 

La valutazione tiene conto anche della riduzione della capacità lavorativa del soggetto. La percentuale assegnata determina l’accesso a diversi diritti, agevolazioni e prestazioni, tra cui la pensione di invalidità civile e l’indennità di accompagnamento.

 Quest’ultima viene concessa quando si accerta un aggravamento delle condizioni, ad esempio nei casi di impossibilità a deambulare senza assistenza o di incapacità a svolgere le attività quotidiane.

Importi aggiornati per il 2025

Dal 1° gennaio 2025, gli over 80 possono richiedere un assegno di assistenza pari a 850 euro al mese, a condizione di rispettare i requisiti reddituali previsti dalla normativa vigente.

L’INPS, con la circolare n. 23 pubblicata il 28 gennaio 2025, ha aggiornato gli importi delle prestazioni assistenziali e di accompagnamento, tra cui:

  • invalidi, ciechi parziali e sordi: l’importo dell’invalidità è pari a 336 euro al mese;
  • indennità di accompagnamento ammonta a 542,02 euro al mese.

Quali malattie danno diritto alla pensione di invalidità

La valutazione delle patologie invalidanti ha come obiettivo principale l’individuazione del grado di riduzione della capacità lavorativa del richiedente. Come riportato da money.it, le tabelle ministeriali (Decreto Ministeriale 5 febbraio 1992) elencano numerose malattie che possono dare diritto alla pensione di invalidità.

Tra le più comuni troviamo:

  • apparato cardiocircolatorio: aritmie gravi, cardiopatie ischemiche, insufficienza cardiaca;
  • apparato respiratorio: broncopneumopatie croniche ostruttive (BPCO), insufficienza respiratoria, trapianto polmonare;
  • apparato digerente: cirrosi epatica, patologie croniche intestinali come il morbo di Crohn, trapianto epatico;
  • apparato urinario: insufficienza renale cronica, dialisi, trapianto di rene;
  • apparato endocrino: diabete mellito con complicanze, insufficienza surrenalica, gravi disfunzioni ormonali;
  • apparato osteoarticolare: amputazioni, perdita dell’uso degli arti, gravi artropatie deformanti;
  • disturbi neurologici e psichiatrici: sclerosi multipla, epilessia grave, schizofrenia, depressione maggiore cronica.

Come viene determinata la percentuale di invalidità

La commissione medica ASL/INPS accerta il grado della patologia invalidante e assegna una percentuale di invalidità basandosi sulle tabelle ministeriali allegate al Decreto Ministeriale 5 febbraio 1992.

Nel processo di valutazione vengono considerati diversi fattori, tra cui:

  • la tipologia della malattia e il grado di gravità della patologia per cui si richiede l’accertamento sanitario;
  • il grado di riduzione della capacità lavorativa o funzionale, ovvero l’entità con cui la patologia ha compromesso le condizioni del soggetto;
  • l’età anagrafica, il genere (maschile o femminile) e la condizione lavorativa del richiedente.

Le principali percentuali che possono essere assegnate nel verbale di accertamento sanitario sono:

  • 33%: riconoscimento dell’invalidità civile (diritto alle protesi e ausili);
  • 46%: accesso alle categorie protette (collocamento mirato);
  • 74%: diritto all’assegno mensile di invalidità civile;
  • 100%: diritto alla pensione d’inabilità, in presenza di impossibilità totale di lavorare.

Requisiti per ottenere la pensione 

Secondo quanto riportato dall’INPS, possono richiedere l’accertamento per ottenere la pensione di invalidità civile i cittadini di età compresa tra 18 e 67 anni, a condizione che siano soddisfatti ulteriori requisiti, tra cui:

  • il riconoscimento di una condizione invalidante pari almeno al 74%;
  • un reddito personale inferiore a un limite stabilito dalla normativa, soggetto a rivalutazione annuale;
  • essere cittadini italiani, comunitari o extracomunitari con permesso di soggiorno di lungo periodo;
  • essere residenti stabilmente e continuativamente sul territorio nazionale.

Domande frequenti sulla pensione di invalidità civile: risposte essenziali per il 2025

  1. Chi valuta la percentuale di invalidità? La Commissione Medica ASL/INPS valuta la percentuale basandosi su tabelle ministeriali e considerazioni cliniche specifiche, come gravità della patologia e riduzione della capacità lavorativa.
  2. Posso richiedere la pensione di invalidità se ho meno di 18 anni o più di 67? No, la pensione civile è prevista per chi ha un’età compresa tra 18 e 67 anni, salvo altre forme di assistenza specifiche per minori o anziani.
  3. Qual è il requisito minimo di invalidità per avere diritto alla pensione? È necessario un riconoscimento di almeno il 74% di invalidità per poter accedere alla pensione mensile di invalidità civile.
  4. Esistono limiti di reddito per accedere alla pensione di invalidità? Sì, il richiedente deve avere un reddito personale inferiore a un limite stabilito dalla legge, che viene aggiornato ogni anno.
  5. Le patologie riconosciute includono solo malattie fisiche? No, le patologie riconosciute comprendono anche disturbi neurologici e psichiatrici come sclerosi multipla, schizofrenia e depressione maggiore cronica.
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Antonella Tortora
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