25 May, 2025 - 09:13

Contributi previdenziali: come dedurli nel modo giusto nella dichiarazione dei redditi

Contributi previdenziali: come dedurli nel modo giusto nella dichiarazione dei redditi

I contributi previdenziali dei liberi professionisti e dei lavoratori autonomi possono essere dedotti nella dichiarazione dei redditi.

Affinché ciò sia possibile, è necessario che la loro gestione sia corretta e nel rispetto della legge, in base alla categoria di appartenenza.

In questo articolo, vedremo come dedurre i contributi previdenziali, quali possono essere dedotti e tutte le particolarità.

Come dedurre i contributi previdenziali

La totale deducibilità dei contributi previdenziali versati sul reddito personale è prevista dal TUIR.

I contributi previdenziali e assistenziali devono essere versati dai professionisti nell’ambito dell’esercizio dell’attività professionale, rispettando il principio di cassa.

A prescindere dalla cassa di appartenenza, l’obbligo di versare i contributi previdenziali scatta ogni anno.

Quanti tipi di contributi ci sono? Le categorie sono 4:

  • Contributo soggettivo obbligatorio;
  • Contributo integrativo;
  • Contributo integrativo volontario;
  • Contributo di maternità.

I contributi che possono essere dedotti dal reddito, nella dichiarazione dei redditi, sono quelli previdenziali versati obbligatoriamente.

Tuttavia, occorre precisare che la deducibilità riguarda generalmente il contributo soggettivo e il contributo integrativo minimo. Non è prevista la deducibilità per il contributo integrativo addebitato al cliente in fattura.

Quali contributi possono essere dedotti

I contributi previdenziali e assistenziali possono rappresentare una voce importante nella dichiarazione dei redditi, soprattutto quando si tratta di capire quali somme sono effettivamente deducibili.

La buona notizia è che, nel rispetto delle disposizioni di legge, questi contributi sono deducibili integralmente dal reddito complessivo, fino a concorrenza del reddito stesso.

Ecco l’elenco delle principali tipologie di contributi deducibili dal reddito complessivo, secondo la normativa vigente:

  • Contributi alla Gestione Separata Inps: nella misura effettivamente rimasta a carico del contribuente;
  • Contributi agricoli unificati: sempre che siano obbligatori e sostenuti direttamente;
  • Contributi per ricongiunzione: ad esempio, per chi ha versato contributi in gestioni diverse e desidera unificarli per la pensione;
  • Riscatto della laurea e prosecuzione volontaria: sia se finalizzate all’ottenimento della pensione;
  • Assicurazione contro gli infortuni domestici (Inail): spetta anche per i contributi versati per l’assicurazione obbligatoria Inail riservata ai familiari contro gli infortuni domestici;
  • Contributi versati dal coniuge superstite: se il pagamento è stato effettuato interamente dall’erede, ed è documentabile, i contributi sono deducibili.

Quali sono i contributi previdenziali non deducibili

Non sono deducibili nella dichiarazione dei redditi i seguenti contributi:

  • I contributi al Servizio Sanitario Nazionale (SSN);
  • I contributi previdenziali Inps versati per titolari di assegni di ricerca, se a carico dell’ente erogatore;
  • Le tasse di iscrizione ad albi professionali;
  • I contributi Inps versati da titolari di imprese familiari agricole per conto dei collaboratori o coadiutori.

Come funziona la deduzione dei contributi nella Gestione Separata Inps

Spostandoci alle particolarità, per i professionisti iscritti alla Gestione Separata Inps, i contributi previdenziali non vengono determinati in modo fisso, ma calcolati al momento della dichiarazione dei redditi.

L’importo da versare dipende dal reddito imponibile Irpef generato dall’attività professionale svolta nell’anno di riferimento.

Un aspetto importante da ricordare è la maggiorazione del 4%, che deve essere applicata in fattura e addebitata al cliente.

Questo importo rappresenta una quota del contributo che il professionista recupera dal committente, ma che rimane comunque obbligato a versare all’Inps.

A differenza di quanto accade per altri professionisti iscritti a casse private, per chi è nella Gestione Separata la rivalsa del 4% è considerata un compenso in più e, quindi, va tassata come reddito ai fini Irpef.

Come i forfettari possono dedurre i contributi previdenziali

Per concludere, i professionisti che operano in regime forfettario possono dedurre i contributi previdenziali versati durante l’anno, proprio come accade per chi è nel regime ordinario.

In entrambi i casi, la deduzione segue il principio di cassa: ciò significa che si possono sottrarre dal reddito imponibile solo i contributi effettivamente pagati nel corso dell’anno, indipendentemente da quando sono stati maturati.

Cosa sapere sulla deduzione dei contributi previdenziali

I contributi previdenziali dei liberi professionisti e lavoratori autonomi possono essere dedotti nella dichiarazione dei redditi, a condizione che siano correttamente versati secondo la legge.

I contributi deducibili includono quelli obbligatori come il contributo soggettivo e integrativo minimo, mentre non sono deducibili quelli addebitati al cliente in fattura.

I professionisti iscritti alla Gestione Separata Inps devono calcolare i contributi in base al reddito annuo. 
I contribuenti forfettari possono dedurre i contributi allo stesso modo dei professionisti ordinari, rispettando il principio di cassa. 

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