Se, nel 2025, il tema dell’aumento delle pensioni ha lasciato molti pensionati con l’amaro in bocca, nel 2026, invece, riserverà piacevoli sorprese.
Sono previsti, a partire da gennaio 2026, aumenti interessanti legati alla rivalutazione e alla riforma fiscale. Un doppio aumento che comporterà pensioni più alte per alcuni pensionati.
In questo articolo, parleremo di questo aumento, di quanto saranno più alte le pensioni e quando arriverà nel concreto. Prima di iniziare, consiglio la visualizzazione del video YouTube di Pensioni e Aggiornamenti, dove viene esposto in modo chiaro l’aumento delle pensioni dal 2026.
Nel 2026, ci sarà un doppio aumento delle pensioni che porterà a un incremento dell’importo, segnando una differenza decisiva rispetto a quello capitato quest’anno.
Si è sentito parlare di un aumento che, alla fine, si è verificato, ma in misura decisamente inferiore rispetto alle aspettative.
Le pensioni aumenteranno grazie alla rivalutazione, con cui l’importo degli assegni viene adeguato al costo della vita e anche grazie a un secondo fattore: la riforma fiscale.
L’incremento deriverebbe da un nuovo taglio dell’Irpef, simile a quello già introdotto nel 2024, ma con una novità: questa volta l’intervento sarà focalizzato sulla fascia media di reddito, agendo sul secondo scaglione.
Non saranno solo i pensionati a beneficiarne, ma anche i lavoratori dipendenti, gli autonomi e, in generale, tutti coloro che percepiscono un reddito soggetto a Irpef.
Diversamente dalla rivalutazione prevista a inizio 2026, che aumenta l'importo lordo della pensione, questo possibile aumento farebbe crescere direttamente l’importo netto, cioè quello che arriva effettivamente in tasca ai pensionati.
Il motivo è un possibile cambiamento nelle regole dell’Irpef, soprattutto per quanto riguarda il secondo scaglione di reddito.
Con la prossima riforma dell’Irpef, si punta a intervenire direttamente sul secondo scaglione: da una parte riducendo l’aliquota, che scenderebbe al 33% (un taglio di due punti percentuale) e dall’altra parte incrementando la soglia a 60.000 euro.
Di fatto, si procederebbe con un doppio intervento che comporterà un risparmio direttamente in busta paga, per i lavoratori, e anche nei cedolini pensione, per i pensionati.
La misura non è certa, ma se ci fosse, l’aumento sarebbe di circa 55 euro al mese (53,33 euro per essere precisi), su dodici mensilità (nel migliore dei casi).
Di certo non sono cifre che fanno cambiare la vita, ma che garantiscono un attimo di respiro ai pensionati considerando il costo della vita che continua ad aumentare a fronte di pensioni basse, in molti casi, insufficienti per garantirsi tutte le necessità quotidiane.
La sua effettiva applicabilità dipende dalle risorse, considerando che il costo di questa operazione è molto alto.
L’annuncio arriva a ridosso dell’estate, ma è improbabile che le misure vengano messe in pratica già entro l’autunno. I tempi, tecnici e politici, ma soprattutto legati alle risorse, rendono più realistico uno slittamento all’inizio del prossimo anno.
Questa nuova operazione di sfoltimento e revisione dell’Irpef non arriverà presto, ma si pensa che, nella migliore delle ipotesi (risorse permettendo) potrebbe arrivare nel 2026, a partire dal mese di gennaio.
Per finanziare il nuovo taglio dell’Irpef e portare l’aliquota al 33%, il governo punta a recuperare tra i 4 e i 5 miliardi di euro attraverso il concordato preventivo e una stretta più efficace sull’evasione fiscale.
Tuttavia, al momento non ci sono certezze: servirà ancora tempo per capire se queste risorse saranno davvero disponibili.
Come già detto, quel che è sicuro, invece, è che il taglio non arriverà in estate, come inizialmente ipotizzato. Tutto è stato rinviato alla Legge di Bilancio 2026. Se le nuove regole verranno approvate, entreranno in vigore a partire da gennaio del prossimo anno.
Nel 2026 sono previsti aumenti delle pensioni grazie alla rivalutazione e a una possibile riforma fiscale.
Il doppio intervento dovrebbe aumentare sia l’importo lordo che quello netto, agendo soprattutto sul secondo scaglione Irpef. Si stima un incremento mensile di circa 53 euro.
Tuttavia, la misura non è ancora certa e dipenderà dalle risorse disponibili. L’entrata in vigore è prevista da gennaio 2026, ma i tempi tecnici e politici potrebbero causare ritardi. Il cambiamento potrebbe offrire un modesto sollievo economico ai pensionati.