Un nuovo capitolo si apre per i pensionati italiani nei mesi di luglio, agosto e settembre 2025. Dopo le recenti difficoltà legate alla restituzione di somme non dovute, arrivano finalmente notizie positive per molti. Nonostante alcuni abbiano percepito una "stretta" dall'INPS, dovuta alla restituzione di 50 euro per bonus erogati ma non spettanti, il futuro si prospetta più sereno. Mancano poche settimane all'arrivo degli aumenti sulle pensioni legati alla quattordicesima e ai rimborsi del Modello 730/2025.
L'aumento dei costi dei beni e servizi di prima necessità ha pesato molto sulle tasche dei pensionati, colpendo in particolare chi ha ricevuto bonus INPS senza averne diritto. Per loro, le trattenute sul cedolino continueranno anche nei mesi estivi. La situazione delle pensioni è complessa: tra aumenti, rimborsi e somme da restituire. Cerchiamo di capire nel dettaglio chi guadagnerà di più, chi ci perderà e come funzioneranno questi conguagli.
Prima di esplorare gli aumenti previsti, è fondamentale fare chiarezza sulla restituzione dei 50 euro sul cedolino della pensione.
La gestione degli aiuti, in molti casi, avrebbe potuto essere più snella. Il meccanismo degli aggiornamenti si è rivelato lungo e complesso, penalizzando i pensionati proprio quando speravano in un po' di respiro economico per le vacanze estive.
Tutto ha avuto inizio con una comunicazione dell'INPS del 7 gennaio 2024 (Comunicato stampa INPS), che annunciava la conclusione delle verifiche sui requisiti per le indennità una tantum (200 euro e 150 euro) erogate in via provvisoria nel 2022. Queste indennità erano state distribuite in base ai redditi 2021 comunicati dall'Agenzia delle Entrate.
A dicembre 2024, l'INPS ha completato le verifiche e ha stabilito che i pensionati che non rientravano nei limiti di reddito – 35.000 euro per l'indennità da 200 euro e 20.000 euro per quella da 150 euro – dovranno restituire l'importo non dovuto.
La restituzione avviene in modo scaglionato, tramite trattenute sui cedolini da giugno a settembre 2025. Questo significa che, proprio mentre alcuni pensionati vedranno il loro assegno ridursi, arriveranno anche la quattordicesima mensilità e i rimborsi IRPEF legati al Modello 730/2025. Vediamo ora in dettaglio chi riceverà gli aumenti e in che misura.
Il primo aumento delle pensioni per il 2025 è già scattato il 1° gennaio, con la rivalutazione annuale dei trattamenti previdenziali e assistenziali. Tale perequazione si basa su un indice provvisorio di inflazione, con un incremento dello 0,8% applicato secondo meccanismi a scaglioni di reddito (ad esempio, l'incremento pieno per le pensioni più basse e ridotto per quelle più alte).
Un secondo intervento significativo è previsto per luglio 2025, con l'erogazione della quattordicesima mensilità. Si tratta di una somma aggiuntiva una tantum, destinata ai pensionati che soddisfano specifici requisiti anagrafici e reddituali.
La somma aggiuntiva non spetta a tutti, ma solo ai pensionati che rispondono a diversi requisiti, tra cui:
L'importo della quattordicesima varia in base al reddito e agli anni di contribuzione:
L'INPS accredita automaticamente questa somma aggiuntiva insieme alla pensione del mese di luglio 2025. Per maggiori dettagli, si può consultare la sezione dedicata sul sito ufficiale dell'INPS.
Un'altra tranche di potenziali "aumenti" arriverà nel mese di agosto 2025. In questo caso, l'aumento della pensione è legato al rimborso IRPEF, se spettante. Per ottenere il rimborso già ad agosto, è necessario aver presentato il Modello 730 entro il 31 maggio.
Le tempistiche previste per i rimborsi successivi sono:
Con l’arrivo della “tripletta” di aumenti sulle pensioni nei mesi di luglio, agosto e settembre 2025, molti pensionati si chiedono cosa cambierà concretamente per loro. Ecco un riepilogo chiaro con le risposte alle domande più frequenti.