06 Jun, 2025 - 11:17

Difesa Made in Italy: crescono spesa, export e polemiche

Difesa Made in Italy: crescono spesa, export e polemiche

Il 2025 si conferma un anno di forte espansione per l’industria della difesa italiana, uno dei settori strategici in maggiore crescita. Gli investimenti pubblici continuano ad aumentare, e i grandi gruppi industriali nazionali – Leonardo, Fincantieri, Iveco Defense – sono sempre più coinvolti in partnership internazionali, partecipando a progetti centrali nello sviluppo di armamenti molto richiesti sul mercato globale.

L’industria bellica italiana non rappresenta solo una voce di spesa per lo Stato: sta diventando anche un possibile volano per la riconversione di settori industriali in crisi. Alcuni analisti e decisori politici guardano con interesse alla possibilità di trasformare comparti in difficoltà, come l’automotive e la siderurgia, in poli produttivi legati alla difesa.

Spesa Militare in Crescita: Sfiorati i 32 Miliardi

Il bilancio della difesa per il 2025 ha superato i 32 miliardi di euro, con un incremento del 12,4% rispetto all’anno precedente. Particolarmente rilevante è la voce relativa all’acquisto di nuovi armamenti, che da sola assorbe circa 13 miliardi di euro, pari al 40% del totale – una quota mai raggiunta prima. Il governo italiano conferma così la sua strategia di rafforzamento delle capacità militari, in linea con gli impegni assunti in ambito NATO.

Obiettivo NATO: dal 2% al 5% del PIL, ma Crosetto avverte: “Non siamo pronti”

L’Italia continua a puntare al raggiungimento dell’obiettivo NATO di una spesa per la difesa pari al 2% del PIL. Tuttavia, le recenti evoluzioni della guerra tra Russia e Ucraina hanno riacceso il dibattito, portando alcuni alleati a proporre un ulteriore innalzamento dell’asticella fino al 5%. Si tratterebbe di un impegno finanziario imponente e crescente, che – come ha dichiarato il Ministro della Difesa Guido Crosetto – l’Italia non è ancora in grado di sostenere pienamente.

Leonardo e Rheinmetall: nasce una nuova generazione di veicoli militari

Uno degli snodi principali delle alleanze strategiche italiane è rappresentato dalla joint venture tra Leonardo e l’azienda tedesca Rheinmetall, confluita nella Leonardo-Rheinmetall Military Vehicles (LRMV). Fondata nel 2024, la società è incaricata dello sviluppo della nuova generazione di mezzi corazzati per l’Esercito Italiano, tra cui l’Italian Main Battle Tank (IMBT) e il sistema A2CS (Army Armored Combat System). Alcuni prototipi hanno già sfilato nella parata del 2 giugno ai Fori Imperiali di Roma. Il progetto è in piena espansione e ha già attirato l’interesse di paesi extraeuropei come il Brasile. La fase di pre-produzione è in corso e i primi cinque veicoli operativi sono attesi entro la fine dell’anno.

Esportazioni in Forte Crescita

Tra il 2020 e il 2024, le esportazioni italiane di armamenti sono aumentate del 138% rispetto al quinquennio precedente (2015-2019). L’Italia si posiziona oggi tra i principali fornitori mondiali di tecnologie militari, con una clientela in continua espansione: dall’Europa al Medio Oriente, dal Giappone al Sud America.
Oltre a elicotteri, avionica e veicoli corazzati, l’export comprende anche sistemi missilistici. Una notizia recente riguarda l’aumento del 40% della produzione di missili previsto per il 2025, con l’obiettivo di raddoppiare la capacità produttiva entro due anni, in particolare per i missili SAMP/T.
Questo sistema italo-francese, in uso in Ucraina, è considerato uno degli strumenti di difesa più efficaci contro i bombardamenti russi. Di fronte alle richieste sempre più pressanti da parte di Kiev, la premier Meloni ha parlato di “pace attraverso la deterrenza”, indicando nel SAMP/T uno degli aiuti più significativi che l’Italia possa offrire al governo ucraino.

Focus su Israele: Forniture Controverse

Ha suscitato particolare attenzione l’aumento delle esportazioni militari italiane verso Israele negli ultimi mesi. Una crescita che appare controversa, poiché la legge italiana vieta formalmente la vendita di armamenti a paesi coinvolti in conflitti armati.
Nonostante le critiche dell’opinione pubblica, il governo ha scelto di non interrompere questi rapporti, confermando anzi il rinnovo automatico (previsto per aprile 2026) del Memorandum d’intesa sulla cooperazione militare con Israele.
Durante un question time alla Camera, il Ministro Ciriani ha giustificato la decisione sostenendo che “la legittima reazione del governo israeliano a un attacco terroristico sta assumendo forme drammatiche e inaccettabili”, ma ha anche precisato che “per far prevalere le ragioni della diplomazia è necessario mantenere canali di interlocuzione, e i Memorandum d’intesa sono strumenti fondamentali in tal senso”.

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