Justin Bieber per molti è la nuova Britney Spears. E no, non più per i brani pop che restano per settimane in vetta alle classifiche, ma per gli strani atteggiamenti e dichiarazioni sui social. Tra le ultime stramberie della popstar, una serie di bizzarri post su Instagram. Foto a raffica, selfie random, frasi criptiche a cui è difficile a volte dare un senso, la sensazione di "non essere amato" pubblicata in un'immagine sfocata e in bianco e nero in cui si vede il suo viso.
Poi, l'ennesimo post "mistico" di Justin: per alcuni strano, per chi lo conosce meglio, totalmente in linea con il suo credo, che ormai da anni porta avanti a testa alta. Justin Bieber parla di Gesù, parla di libertà ma, soprattutto, parla di perdono.
Il 10 giugno Justin Bieber pubblica sul suo account Instagram un post dove c'è lo screen di una serie di messaggi scambiati con un interlocutore che, come lui, è un fervente cristiano pronto a riconoscere "il perdono e la libertà di Gesù".
Nelle nuvolette azzurre pubblicate dal cantante, infatti, si legge: Jesus is for freedom, Jesus is for forgiveness, Freedom is for everyone – "Gesù è per la libertà, Gesù è per il perdono, la libertà è per tutti" – e l'utente dall'altra parte del telefono risponde Amen.
Jesus is with us, che tradotto vuol dire: "Gesù è con noi."
Riportiamo il post qui di seguito:
E non è l'unico pubblicato di recente dalla popstar se si parla di perdono. Infatti, solo il giorno prima, il 9 giugno, Justin mette sul suo profilo una foto con una sorta di dipinto astratto, con tonalità blu e nere, senza spiegazioni o simbologie precise. Certo è che il colore predominante di solito ci trasmette sentimenti di calma, spiritualità, profondità e riflessione interiore. Peccato che la didascalia e il modo in cui è stata scritta risultino piuttosto "in contrasto" con questi elementi.
Tutto in maiuscolo, con un'emoji di una balena vicino, Justin pubblica la frase:
I BELIEVE FORGIVENESS IS WHAT KEEPS THIS WHOLE THANG GOINNNNNN,
ovvero:
E alcuni fan sono piuttosto preoccupati. Commentano chiedendo al cantante di cercare supporto. O scrivono direttamente:
"Ma perché nessuno sta aiutando quest'uomo?"
Certo, sembra di rivivere i primi momenti in cui Britney Spears pubblicava dichiarazioni criptiche e balletti con coltelli (mood scatenato tuttora in vigore sul suo profilo Instagram, a proposito).
Se cerca così tanto Dio, forse è vero, per alcuni, che sta vivendo un momento di fragilità.
L'8 giugno in un post scriveva:
Ma è così strano vedere Justin Bieber diffondere messaggi che riguardano i temi essenziali della cristianità?
Cristiano di famiglia, spirituale nell'indole, con anni di crisi, eccessi, scivoloni nello stile di vita, Justin Bieber non si potrebbe definire più cristiano. Una delle figure più importanti del suo percorso nell'avvicinamento a Dio è stato il pastore Carl Lentz della Hillsong Church di New York, conosciuto nel 2014.
Per Justin, ormai dichiaratamente da anni, Gesù Cristo è la principale fonte di speranza, guarigione e trasformazione. Lui stesso, più volte, lo ha definito pubblicamente "più grande medicina" e la sua "salvezza contro la solitudine".
Non mancano i tatuaggi a tema religioso, le sue preghiere rese pubbliche, quelle recitate prima dei concerti e il singolo Holy, del 2020, che ha sicuramente una forte connotazione spirituale:
Ricordiamo, inoltre, che il matrimonio con la stessa Hailey Baldwin, che includeva scelte di castità prematrimoniale, è stato molto importante per la sua maturazione cristiana.
Insomma, sono emersi poi pareri contrastanti: sulle sue incoerenze da una parte e sulla sua chiusura più recente allo star system dall'altra, che lo vede spesso più mistico, criptico, pronto a testimoniare pubblicamente ispirazioni di fede.
Nel dubbio, tra una frase enigmatica e l'altra, non smette di condividere i momenti affettuosi della sua vita da padre, fotografando dettagli di suo figlio, il piccolo Jack Blues, nato ad agosto 2024.
Il Quotidiano Online dell'Ateneo
Niccolò Cusano di Roma
Quotidiano telematico. Registrato al n.12/2015 del 21 gennaio 2015 Tribunale di Roma.
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