17 Jun, 2025 - 19:15

Ferie in tasca: come calcolare e far valere ogni giorno (anche non goduto)

Ferie in tasca: come calcolare e far valere ogni giorno (anche non goduto)

Il datore di lavoro che riconosce le ferie retribuite al lavoratore non sta “incentivando” i rapporti lavorativi, ma sta semplicemente applicando un diritto fondamentale del lavoratore, tutelato dall’articolo 36 della Costituzione italiana. Va inoltre sottolineato che il diritto alle ferie non rappresenta solo una pausa dall’attività lavorativa, ma costituisce anche una tutela per la salute psicofisica, oltre a rafforzare il benessere individuale. Il rapporto di lavoro deve essere basato su un reciproco rispetto, che include anche il periodo di ferie e la corretta retribuzione del periodo di riposo.

Come si calcola il pagamento delle ferie e quali voci comprende

Ad oggi, calcolare correttamente la retribuzione durante il periodo di ferie rappresenta l'esercizio di un diritto, non una mera questione contabile per valutare se il valore è corretto o se vengono applicate penalizzazioni.

Questa interpretazione è stata chiarita anche dall’ordinanza n. 13042/2025 della Corte di Cassazione.

Di seguito analizzeremo cosa si intende per “retribuzione feriale”, quali elementi devono essere inclusi nel calcolo, chi ne stabilisce i contenuti e con quali limiti.

Ma soprattutto cercheremo di spiegare perché una paga ridotta durante il periodo di riposo può compromettere la fruizione effettiva del diritto alle ferie.

Retribuzione durante le ferie: deve essere uguale alla paga normale?

Secondo quanto riportato dal portale laleggepertutti.it, la retribuzione durante il periodo di riposo legato alle ferie deve corrispondere all’importo percepito dal lavoratore durante l’attività lavorativa ordinaria.

La Corte di Cassazione ha confermato questo principio, sottolineando che la retribuzione durante le ferie deve includere tutte le voci collegate all’attività lavorativa regolarmente e continuativamente svolta.

Come si calcola la retribuzione feriale?

Calcolare la retribuzione spettante durante le ferie non è complesso. Il lavoratore deve considerare la retribuzione mensile ordinaria, a cui aggiungere le seguenti voci:

  • voci retributive continuative;
  • indennità occasionali, se dovute;
  • indennità legate alla presenza fisica, se previste dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL).

Chi decide quali voci includere nel calcolo della retribuzione feriale?

Le voci retributive da includere o escludere nella base di calcolo della retribuzione feriale vengono stabilite dai Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (CCNL).

In particolare, i CCNL definiscono:

  • le componenti della retribuzione ordinaria;
  • gli elementi da considerare nella retribuzione da erogare durante le ferie.

La paga delle ferie può essere inferiore a quella ordinaria?

No, assolutamente. Il legislatore ha escluso questa possibilità. L’importo delle ferie non può essere inferiore alla retribuzione normalmente percepita dal lavoratore.

La Corte di Cassazione ha chiarito che l’emolumento da corrispondere durante le ferie deve avere natura retributiva.

Infatti, la parità tra paga ordinaria e retribuzione feriale serve a garantire al lavoratore la fruizione effettiva del diritto alle ferie, senza timore di una perdita economica.

La retribuzione feriale si calcola su base annuale o mensile?

La retribuzione delle ferie si calcola sulla base della retribuzione mensile ordinaria. La Corte di Cassazione ha ribadito che è fondamentale che la retribuzione durante il periodo di ferie sia commisurata alla paga mensile ordinaria, affinché il lavoratore non subisca alcuna penalizzazione economica durante il periodo di riposo.

Principi fondamentali per un corretto calcolo della retribuzione durante le ferie

Dall’analisi della normativa vigente e della giurisprudenza recente emergono alcuni principi chiave per il calcolo corretto della retribuzione feriale:

  • natura retributiva: l’importo percepito durante le ferie è a tutti gli effetti una componente del compenso per l’attività lavorativa, e non può essere considerato né un risarcimento né un rimborso spese;
  • collegamento con le mansioni: l’importo spettante nel periodo feriale deve riflettere la reale attività svolta dal lavoratore;
  • assenza di effetto dissuasivo: escludere o ridurre la retribuzione durante le ferie non deve scoraggiare il lavoratore dal fruire del proprio diritto.

Una prassi scorretta potrebbe portare alla rinuncia alle ferie maturate, snaturando il senso della norma.

FAQ – Dubbi frequenti sulle ferie retribuite

  1. È possibile rinunciare volontariamente alle ferie retribuite in cambio di un compenso? No, la legge italiana non consente al lavoratore di rinunciare volontariamente alle ferie in cambio di una somma di denaro, salvo il caso di cessazione del rapporto di lavoro. Le ferie sono un diritto irrinunciabile e una misura di tutela per la salute psicofisica del lavoratore.
  2. Le ferie maturano anche durante la maternità o la malattia? Sì, in linea generale, le ferie continuano a maturare anche durante periodi di assenza tutelata come la maternità obbligatoria o la malattia. Tuttavia, la modalità di calcolo può variare a seconda del contratto collettivo applicato. È sempre consigliabile verificare le specifiche del proprio CCNL.
  3. Cosa posso fare se il datore di lavoro non mi concede le ferie maturate? In caso di mancata concessione delle ferie da parte del datore di lavoro, il lavoratore può rivolgersi ai sindacati, all’Ispettorato del Lavoro o intraprendere un’azione legale. Il diritto alle ferie è garantito dalla Costituzione e non può essere negato arbitrariamente dal datore.
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