18 Jun, 2025 - 09:01

Naspi 2025: come calcolare correttamente le 30 giornate di lavoro

Naspi 2025: come calcolare correttamente le 30 giornate di lavoro

L’accesso alla Naspi è spesso fonte di dubbi e incertezze. Recentemente, la Corte di Cassazione ha fatto chiarezza su un aspetto fondamentale: quali giornate di lavoro effettivo possono essere conteggiate per soddisfare il requisito minimo di 30 giorni necessario per richiedere la prestazione.

La Suprema Corte ha ribadito che, fino alle modifiche legislative entrate in vigore nel 2025, anche i giorni in cui il lavoratore non ha effettivamente prestato la propria attività, ma ha comunque percepito retribuzione e contributi, sono considerati validi ai fini del calcolo.

Un chiarimento importante per chi si trova a dover affrontare la richiesta di questa fondamentale tutela economica. E, in questo articolo, spiegheremo bene la nuova disciplina.

Cosa ha detto la Corte di Cassazione sulla Naspi

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 13558 del 21 maggio 2025, ha fornito importanti chiarimenti sul requisito delle “30 giornate di lavoro effettivo” necessario per accedere alla Naspi, l’indennità di disoccupazione.

Secondo la Suprema Corte, per il calcolo non si considerano solo i giorni di effettiva presenza al lavoro, ma anche le giornate di ferie, riposo retribuito e tutte quelle in cui il lavoratore percepisce stipendio e contributi, anche se non ha prestato attività lavorativa.

Inoltre, la Cassazione ha precisato che i periodi di sospensione del rapporto di lavoro per motivi tutelati dalla legge, come maternità, malattia o cassa integrazione, non devono essere conteggiati nel calcolo dei 12 mesi precedenti l’inizio della disoccupazione, poiché vengono “neutralizzati”.

Questa sentenza conferma una precedente decisione della Corte d’Appello, sottolineando che la Naspi non può penalizzare i lavoratori per i periodi di riposo o malattia, garantendo così il pieno riconoscimento dei loro diritti.

Cosa significa per i lavoratori?

Grazie a questo orientamento giurisprudenziale, i lavoratori possono contare su una maggiore tutela nell’accesso alla Naspi, sapendo che anche i periodi non lavorativi ma retribuiti valgono ai fini del requisito delle 30 giornate di lavoro effettivo.

Al contrario, i periodi di sospensione legale del rapporto di lavoro non incidono sul calcolo.

Come funziona la Naspi 2025

Adesso, non ci resta che ricordare come funziona la Naspi nel 2025 e a chi spetta. La Naspi è un sostegno economico offerto dall’Inps ai lavoratori che perdono il lavoro involontariamente.

È stata introdotta nel 2015 con il decreto legislativo 22/2015, come parte del Jobs Act, per sostituire le vecchie indennità di disoccupazione.

Il funzionamento è semplice: durante il periodo di lavoro, attraverso il datore di lavoro, il lavoratore accumula una sorta di “assicurazione” contro la disoccupazione. Se perde il lavoro senza colpa, può fare domanda all’Inps per ricevere un’indennità mensile.

L’importo e la durata dipendono dalla retribuzione e dall’anzianità lavorativa del lavoratore. Possono richiederla:

  • Lavoratori dipendenti;
  • Apprendisti;
  • Soci di cooperative.

Naspi 2025: tutte le novità in sintesi

Dal 2025, il sussidio di disoccupazione cambia per migliorare i controlli e prevenire abusi. Tra le principali novità, chi si dimette volontariamente potrà richiedere nuovamente il sussidio solo dopo aver lavorato almeno 13 settimane.

Inoltre, se un lavoratore si assenta senza giustificazione per 16 giorni, sarà considerato come se si fosse dimesso e perderà il diritto alla Naspi.

Un’altra importante modifica riguarda i lavoratori rimpatriati: da quest’anno non potranno più ricevere il sussidio.

Infine, tutti i beneficiari saranno iscritti automaticamente al SIISL, un sistema che monitora l’inserimento nel mercato del lavoro e aiuta a garantire il corretto uso dell’indennità.

Queste nuove regole puntano a rendere l’indennità più sicura e a tutelare chi ne ha veramente bisogno.

Naspi 2025: chiarimenti e novità per i lavoratori

La Corte di Cassazione ha confermato che, fino alle modifiche del 2025, ai fini delle 30 giornate di lavoro per la Naspi valgono anche i giorni di ferie, riposo e altri periodi retribuiti, anche senza lavoro effettivo.

Sono, invece, esclusi i periodi di sospensione tutelati dalla legge, come malattia o maternità. La Naspi, sostegno economico per i lavoratori che perdono il lavoro involontariamente, si rinnova nel 2025 con nuove regole: chi si dimette deve lavorare almeno 13 settimane per richiederla, 16 giorni di assenza ingiustificata valgono come dimissioni, e i lavoratori rimpatriati ne sono esclusi. Inoltre, tutti i beneficiari saranno automaticamente iscritti al SIISL per monitorare l’inserimento lavorativo.

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