La Lega ha un obiettivo chiaro: ottenere il via libera al terzo mandato per i presidenti di Regione prima delle elezioni del 2025, puntando soprattutto sulla ricandidatura di Luca Zaia in Veneto.
Con i consensi in calo e il rischio di perdere roccaforti strategiche come Veneto, Lombardia e Friuli Venezia Giulia, il partito di Matteo Salvini è pronto a forzare la mano.
Il piano è già pronto da settimane, ma per metterlo in atto serve il sì degli alleati, a cominciare da Fratelli d’Italia. L’ostacolo maggiore resta però Forza Italia, con Tajani che ribadisce la sua contrarietà. Senza un’intesa, il blitz rischia di naufragare.
Il tempo stringe e la finestra utile per approvare la norma si sta chiudendo rapidamente. La Lega valuta anche un piano B: rinviare le Regionali ai primi mesi del 2026 per guadagnare tempo. Ma il rischio di spaccature nella maggioranza è sempre più concreto.
Il piano della Lega per far passare la norma per il superamento del vincolo del terzo mandato è tutt’altro che semplice, e il fatto che ieri la contrarietà degli azzurri di Tajani abbia fatto saltare il primo tentativo di blitz ne è la prova.
La Lega starebbe valutando la presentazione di un emendamento in Commissione Affari Costituzionali a un provvedimento sui consiglieri regionali. Il provvedimento si sarebbe dovuto approvare ieri, ma il partito di Salvini ha chiesto che venisse riprogrammato per la prossima settimana per avere il tempo di preparare l’emendamento, ma soprattutto di convincere gli alleati più recalcitranti a votarlo.
Tra domani e dopodomani, infatti, sarebbe in programma un vertice di maggioranza per cercare di trovare un accordo. Il vicepremier Tajani, ieri, ha avvertito la Lega che Forza Italia non approverà nessun emendamento sulla questione.
Blitz rimandato alla prossima settimana, dunque, anche se il tempo non è dalla parte del partito di via Bellerio: bisogna intervenire immediatamente, altrimenti non ci sono i tempi tecnici per votare la legge per le Regionali 2025.
Ecco perché la Lega starebbe pensando anche a un piano B, ovvero, un rinvio dell’appuntamento elettorale – in programma in autunno – ai primi mesi del 2026, così da avere il tempo necessario per stringere un “patto per le candidature” con gli alleati, che consenta l’approvazione di un’eventuale legge.
In cosa consisterebbe il patto per le candidature? Una spartizione tra i tre alleati di regioni e comuni, così da non scontentare nessuno. Un governatore per un sindaco e viceversa.
Un’ipotesi che il ministro degli Esteri rifiuta categoricamente.
“Io non mi vendo per un piatto di lenticchie. Quello che ci spetta ce lo prendiamo con i voti”, ha dichiarato Antonio Tajani rispondendo a chi gli chiedeva della possibilità di una trattativa sul terzo mandato in cambio di candidature alle amministrative.
Ha chiarito Tajani che poi ha ribadito:
#TerzoMandato, #Tajani: "Non è nel programma e noi siamo contrari perché ci sono incrostazioni di potere che rischiano di essere pericolose per la democrazia. Resto aperto al dialogo ma ricordandoci che non facciamo mercato" pic.twitter.com/0Bes5qJgMu
— Tag24 (@Tag24news) June 18, 2025
Forza Italia continua quindi a essere contraria alla possibilità di eliminare il vincolo dei due mandati consecutivi per i presidenti delle regioni, pur professando la disponibilità al dialogo.
Disponibilità che, però, sembra essere smentita dai fatti. Il partito di Tajani sta cercando di boicottare le iniziative della Lega, dilatando i tempi della discussione, consapevole che il tempo rappresenta un fattore determinante.
Il fattore tempo è stato sottolineato anche dal ministro meloniano per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, friulano di Pordenone. Il Friuli Venezia Giulia è una delle regioni attualmente governata dalla Lega con Massimiliano Fedriga, al suo secondo mandato consecutivo.
Fratelli d’Italia nelle scorse settimane ha riacceso le speranze della Lega aprendo alla possibilità di un dialogo in maggioranza sul terzo mandato.
ha sottolineato a 'Start' Su SkyTg24.