19 Jun, 2025 - 09:50

Spese detraibili smartphone, quando un pagamento via app è valido? Le novità dell'Agenzia delle Entrate

Spese detraibili smartphone, quando un pagamento via app è valido? Le novità dell'Agenzia delle Entrate

Pagare direttamente da smartphone ed essere in regola con il fisco è oggi possibile. Le spese detraibili smartphone sono ufficialmente riconosciute valide dall’Agenzia delle Entrate, a condizione che il pagamento sia effettuato con sistemi tracciabili.

Le nuove tecnologie di pagamento non solo semplificano la vita quotidiana, ma trovano sempre più spazio anche nel sistema fiscale italiano, come confermato dalla guida alle dichiarazioni 2025 pubblicata il 17 giugno.

Ma cosa significa esattamente “pagamento tracciabile”? In che modo è possibile dimostrare la spesa, se effettuata tramite app? E se il pagamento non è stato eseguito direttamente dal contribuente?

Prima di scoprirlo, vi lasciamo al video YouTube di Commercialista Allievi sui limiti 2025 alle detrazioni fiscali.

Spese detraibili smartphone: requisiti e documenti 

Il principio guida è abbastanza chiaro: per poter detrarre una spesa nella misura del 19% prevista dall’articolo 15 del TUIR, è necessario che il pagamento avvenga attraverso strumenti tracciabili.

La norma è stata introdotta dalla legge di bilancio 2020 e riguarda tutte le spese agevolabili ai fini IRPEF, a esclusione di poche deroghe (come l’acquisto di farmaci o dispositivi medici in farmacia, ove ammesso anche il pagamento in contanti).

Come chiarito dalla guida 2025 dell’Agenzia delle Entrate, sono considerati tracciabili i pagamenti effettuati tramite istituti di moneta elettronica, anche se realizzati via smartphone e senza carta fisica.

È il caso di applicazioni che collegano direttamente un conto corrente all’app, le quali rendono possibile il trasferimento di denaro attraverso IBAN e numero di telefono. Il contribuente deve però essere in grado di dimostrare l’effettivo pagamento.

documenti validi, in fase di controllo formale, sono diversi:

  • l’estratto conto della banca collegata all’app;
  • la ricevuta rilasciata dalla piattaforma;
  •  la e‑mail di conferma del pagamento.

Se uno solo di questi non basta a identificare chiaramente il beneficiario o l’importo, è possibile presentarli insieme. Il requisito essenziale è che l’operazione sia attribuibile in modo certo al contribuente e alla spesa documentata.

Pagamenti da soggetti terzi: cosa succede se non paga il contribuente

Un altro chiarimento fondamentale riguarda i pagamenti eseguiti da soggetti diversi. Non è obbligatorio che il pagamento sia effettuato dalla stessa persona che porta la spesa in detrazione. L’importante è che il documento di spesa sia intestato al contribuente e che quest’ultimo abbia effettivamente sostenuto l’onere.

Facciamo un esempio per eliminare ogni dubbio: una visita medica intestata al contribuente è pagata tramite l’app del coniuge o del figlio. La detrazione è comunque ammessa, a patto che il contribuente possa dimostrare di aver rimborsato la somma o di averne sostenuto il costo in altro modo. Anche un rimborso in contanti è sufficiente, purché ci sia una dichiarazione, anche scritta privatamente, che conferma il passaggio di denaro.

Tale principio è stato ribadito anche nell’interpello n. 230 del 2020 e torna nella guida 2025. La regola non varia neppure se il soggetto che paga non è fiscalmente a carico del contribuente: ciò che conta, ai fini della detrazione, è la prova che l’onere economico sia stato effettivamente assunto da chi presenta la spesa nel Modello 730 o nel modello Redditi.

Spese detraibili smartphone: strumenti, app e istituti autorizzati

La varietà di strumenti oggi disponibili - da Satispay a Revolut, da PayPal a PostePay - ha ampliato le possibilità per i contribuenti di detrarre le spese sostenute tramite smartphone. 

Quasi tutte queste soluzioni sono gestite da istituti autorizzati e offrono sistemi di pagamento perfettamente tracciabili. Tuttavia, il contribuente deve adottare accortezze nella conservazione della documentazione.

L’Agenzia delle Entrate non stila un elenco chiuso degli strumenti validi, ma indica come criterio determinante l’autorizzazione a operare in ambito UE e la possibilità di documentare le transazioni.

Alcune piattaforme permettono di scaricare estratti riepilogativi, altre inviano conferme via e-mail o generano ricevute PDF da conservare digitalmente.

Chi utilizza abitualmente il proprio smartphone per effettuare pagamenti può quindi ritenersi fiscalmente coperto, purché conservi con attenzione i documenti che attestano l’operazione. L’evoluzione tecnologica ha portato l’amministrazione fiscale ad adattare le regole alla realtà digitale, pur mantenendo fermo l’obbligo di tracciabilità.

 

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