Nuova stangata in vista per i fumatori: la Commissione Europea propone un pesante aumento delle accise sui prodotti del tabacco. Se la misura venisse approvata, si parlerebbe di rincari fino al +139% per le sigarette e addirittura +1090% per i sigari. Un provvedimento motivato da ragioni sanitarie e dalla necessità di armonizzare il sistema fiscale tra gli Stati membri.
Il governo Meloni potrebbe accettare l’adeguamento proposto da Bruxelles, anche se le nuove condizioni non sembrano trovare pieno consenso nella maggioranza politica. In un periodo particolarmente difficile per le famiglie italiane, colpite da inflazione e aumento del costo della vita, una nuova impennata dei prezzi potrebbe rivelarsi impopolare.
Da un lato, l’aumento delle accise garantirebbe un maggiore gettito fiscale; dall’altro, rischia di trasformarsi in una vera e propria strozzatura del sistema, alimentando il contrabbando e il consumo di prodotti alternativi meno tassati.
Da mesi Bruxelles lavora a una revisione della tassazione sui prodotti del tabacco, con l’obiettivo di armonizzare il sistema fiscale a livello europeo. Ma la domanda sempre alta di tabacco e nicotina viaggia in direzione opposta rispetto alle politiche di salute pubblica.
Se l’Italia dovesse aderire alla nuova proposta, i rincari sarebbero inevitabili: +1 euro a pacchetto di sigarette, +139% sulle accise, e aumenti anche per il tabacco riscaldato e le bustine di nicotina.
Mentre le famiglie italiane faticano ad arrivare a fine mese tra inflazione e caro-vita, da Bruxelles arrivano nuove direttive che – secondo quanto riportato da investireoggi.it – servono a colmare le lacune di una normativa ferma al 2011.
In un periodo in cui aumentano i prezzi di generi alimentari come patate e farine, anche i fumatori potrebbero trovarsi a fare i conti con una nuova impennata dei prezzi. L’intento dell’UE è quello di uniformare le imposte sul tabacco tra i vari Paesi, ma il rischio concreto è quello di penalizzare ulteriormente il potere d’acquisto delle famiglie italiane.
Una domanda legittima per molti consumatori: su quali prodotti ricadrà la nuova tassazione proposta dall’UE? Nonostante le critiche a un sistema che rischia di penalizzare chi già vive in difficoltà economiche – e sebbene sia chiaro che fumare faccia male alla salute – c'è chi non riesce (o non vuole) rinunciarvi.
La nuova normativa prevede aumenti su diversi prodotti a base di nicotina, tra cui:
I fumatori italiani rischiano di essere tra i più colpiti dalla riforma: si stima un aumento medio di circa un euro a pacchetto, con rincari che potrebbero arrivare fino al +20% sui prezzi attuali.
Ma gli effetti non si fermano al consumatore. L’impatto dell’inflazione si rifletterà anche sull’intera filiera del tabacco, a partire dal comparto agricolo, già provato dall’aumento dei costi e dalla concorrenza estera. Una pressione che potrebbe compromettere la tenuta di un settore produttivo che in Italia coinvolge migliaia di lavoratori.
Inoltre, se da un lato il provvedimento mira a disincentivare il consumo, dall’altro potrebbe generare un effetto collaterale pericoloso: l’aumento del contrabbando. Con prezzi sempre più alti, molti consumatori potrebbero rivolgersi al mercato nero, con gravi conseguenze per la salute pubblica e per le entrate fiscali dello Stato.
Al momento, l’esecutivo italiano non sembra favorevole alla nuova tassazione proposta da Bruxelles. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha sottolineato la necessità di mantenere stabile la pressione fiscale interna sia per tutelare i consumatori, sia per preservare l’equilibrio della filiera nazionale del tabacco. Anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha espresso perplessità, in particolare riguardo al tabacco riscaldato.
La linea seguita finora dall’Italia ha prodotto risultati concreti: il tasso di contrabbando è sceso all’1,8%, contro una media europea che si aggira intorno al 10%. Un dato che il governo non vuole compromettere con politiche fiscali troppo aggressive.
Va comunque ricordato che la misura è ancora in fase di discussione, ma la Commissione Europea punta a chiudere l’accordo entro l’estate.