Dopo un lungo e turbolento periodo lontano dai riflettori, Ezra Miller (il protagonista di Flash) sta facendo un cauto ritorno sulla scena pubblica.
L'attore trentaduenne, che usa i pronomi they/them (loro) ha fatto una rara apparizione all'evento Filming Italy, dove ha parlato del suo percorso, dei suoi recenti problemi legali e della possibilità di tornare a fare cinema.
Il primo segnale di questo riavvicinamento all'industria del cinema era già arrivato con una sorprendente apparizione al Festival di Cannes.
Miller ha spiegato che la sua presenza non era casuale, ma aveva scelto di farlo per supportare una delle persone più importanti della sua vita: "Sono venuto a Cannes per sostenere una delle mie amiche più care al mondo, Lynne Ramsey".
Il legame con la regista scozzese, che lo aveva già diretto nel potente film del 2011 "E ora parliamo di Kevin", è oggi più forte che mai. Infatti, il motore di un potenziale ritorno a Hollywood sembra essere proprio un nuovo progetto creativo che i due stanno scrivendo insieme.
Se questo film dovesse vedere la luce, ha confessato Miller, "sarà probabilmente la prima cosa che farò".
Questo periodo di isolamento è stato comunque produttivo. Lontano dal clamore, Miller si è dedicato alla scrittura, un'attività che si sposa bene con la necessità di solitudine che ha caratterizzato la sua vita recente.
Riflettendo sulla difficoltà di riaffacciarsi al mondo dopo tre anni a vivere "nei boschi", Ezra ha descritto un evento come Cannes così: "Non vi consiglio di andare direttamente lì, dove ogni fotografo, ogni strano, ogni ricco fanatico genocida sarà presente".
E che dire del difficile periodo segnato da accuse di molestie, furto e adescamento di minori?
Miller ha descritto questa fase della sua vita usando una parola potente: un "crogiolo", inteso come una prova del fuoco, un processo di trasformazione durissimo e quasi insostenibile.
"Quando attraversiamo quei crogioli, se riusciamo a sopravvivere, cosa per me non affatto scontata, allora acquisiamo la capacità di vedere le altre persone nei loro crogioli e di avvicinarci a loro".
Secondo l'attore, questa capacità di empatia è sempre più rara in un mondo ossessionato dalla percezione di sé e da come si viene visti dagli altri. La sua salvezza, ha spiegato, è venuta proprio da chi ha saputo andare oltre le apparenze. "Le persone che lo hanno fatto per me, hanno la mia devozione per tutta la vita".
Questo periodo difficile è servito anche a chiudere le relazioni superficiali tipiche del mondo dello spettacolo. "Sono grato per le rivelazioni su chi non era un vero amico", ha ammesso Miller. "Quando lavori in questo settore, ti ritrovi in rapporti molto profondi con persone a cui, in realtà, non importa un bel niente di te o del tuo benessere".
Pur esprimendo profondo "rimorso e rammarico per molte cose che ho fatto", Miller ha concluso con una nota di gratitudine per le lezioni apprese da quell'"abisso". Un'esperienza che, pur dolorosa, ha permesso di distinguere ciò che è reale da ciò che è effimero, ed è servito a gettare le basi per un futuro forse diverso, ma certamente più consapevole.
Ecco il video dell'intervista grazie a Lo Speciale Giornale: