Un nuovo, clamoroso sviluppo scuote il caso Garlasco, uno dei più controversi e seguiti della cronaca nera italiana. Durante la trasmissione “Ore 14 sera” su Rai2, condotta da Milo Infante, è emersa la testimonianza di un nuovo supertestimone che potrebbe riscrivere la narrazione degli ultimi anni sull’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007.
Fino ad oggi, la versione più accreditata voleva che alcuni strumenti potenzialmente collegati al delitto – tra cui una mazzetta da muratore, un attizzatoio, un martello e una piccozza – fossero stati rinvenuti nella roggia di Tromello, in prossimità di una proprietà delle gemelle Cappa. Tuttavia, la rivelazione lanciata in diretta televisiva ribalta questa ricostruzione: secondo le nuove indiscrezioni, questi oggetti non sarebbero stati ritrovati per caso nelle acque del canale, ma consegnati direttamente ai carabinieri da un supertestimone, un muratore egiziano che avrebbe avuto un ruolo chiave nel recupero degli attrezzi.
Il supertestimone, la cui identità non è stata ancora resa pubblica per motivi di sicurezza e riservatezza investigativa, sarebbe un muratore di origine egiziana. Secondo quanto emerso, sarebbe stato lui a trovare e consegnare ai carabinieri gli strumenti che potrebbero essere stati utilizzati durante l’omicidio. Questo dettaglio, se confermato, cambierebbe radicalmente il quadro delle indagini, mettendo in discussione la dinamica del ritrovamento degli oggetti e la loro effettiva provenienza.
La nuova testimonianza apre scenari inediti per le indagini. Da un lato, si mette in dubbio la narrazione secondo cui gli attrezzi sarebbero stati gettati nella roggia subito dopo il delitto, forse nel tentativo di occultare le prove. Dall’altro, si fa strada l’ipotesi che qualcuno abbia voluto indirizzare le indagini in una determinata direzione, consegnando gli oggetti agli inquirenti solo in un secondo momento e non subito dopo il delitto.
Questa svolta arriva in un momento cruciale: la Procura ha recentemente disposto il prelievo del DNA di alcune persone vicine all’ambiente di Chiara Poggi, tra cui le gemelle Kappa, Marco Panzarasa e Alessandro Biasibetti, mentre si intensificano le perquisizioni anche nelle abitazioni di Andrea Sempio – unico indagato al momento per l’omicidio, in concorso con altri – e dei suoi amici Mattia Capra e Roberto Freddi.
Gli attrezzi consegnati dal supertestimone potrebbero avere un’importanza cruciale. In particolare, la mazzetta da muratore è stata più volte indicata dagli esperti come possibile arma del delitto, in grado di infliggere le gravi ferite riscontrate sul corpo di Chiara Poggi. L’attizzatoio, invece, avrebbe potuto provocare lesioni meno profonde, compatibili con alcune delle ferite rilevate.
Tuttavia, resta aperta la questione della compatibilità tra questi strumenti e le ferite riscontrate: una perizia del giudice che assolse Alberto Stasi aveva escluso che il martello scomparso da casa Poggi potesse essere l’arma del delitto, mentre la mazzetta da muratore resta tra le ipotesi più accreditate.
Il caso Garlasco si conferma come uno dei più complessi della cronaca giudiziaria italiana. La nuova testimonianza rischia di complicare ulteriormente il quadro, già reso difficile da anni di indagini, perizie contrastanti e colpi di scena. L’ambiente ristretto di Garlasco, con le sue dinamiche sociali e familiari, continua a essere al centro delle attenzioni degli inquirenti, che ora dovranno verificare la veridicità e la portata delle nuove dichiarazioni.
Nel frattempo, la famiglia di Marco Poggi – fratello della vittima – ha preso le distanze dalle ultime ricostruzioni mediatiche, difendendo la memoria della giovane Chiara e chiedendo rispetto per il dolore ancora vivo dopo quasi vent’anni dal delitto.
Le indagini sono in pieno svolgimento e non si esclude che nei prossimi giorni possano emergere ulteriori dettagli, anche grazie all’attività giornalistica di programmi come “Le Iene”, che hanno contribuito a portare alla luce nuovi elementi e testimoni. La comunità di Garlasco, intanto, resta in attesa di risposte definitive su un caso che continua a dividere e appassionare l’opinione pubblica.
Con l’arrivo di un nuovo supertestimone e la consegna diretta degli attrezzi agli inquirenti, il giallo di Garlasco si arricchisce di un ulteriore, inatteso capitolo. Saranno ora i magistrati e i carabinieri a dover fare chiarezza su quanto accaduto, nella speranza che la verità possa finalmente emergere dopo anni di dubbi e misteri.