27 Jun, 2025 - 12:18

Garlasco, la rabbia di Rita Preda, madre di Chiara Poggi: la telefonata a "Ore 14" contro il settimanale "Giallo"

Garlasco, la rabbia di Rita Preda, madre di Chiara Poggi: la telefonata a "Ore 14" contro il settimanale "Giallo"

Il caso Garlasco, a diciotto anni dall’omicidio di Chiara Poggi, continua a scuotere l’opinione pubblica e a riempire le pagine dei giornali. Ma, accanto alle indagini e alle novità investigative, c’è una famiglia che da anni subisce il peso insostenibile del dolore e delle illazioni mediatiche. Nella puntata di “Ore 14 sera” andata in onda su Rai 2 il 26 giugno, la madre di Chiara, Rita Preda, ha preso la parola in diretta telefonica per esprimere tutta la sua rabbia e amarezza contro le recenti ricostruzioni del settimanale “Giallo”, che hanno riacceso i riflettori su presunti segreti e sospetti infondati sulla figlia e sul figlio Marco.

La telefonata in diretta di Chiara Poggi a Ore 14: “Basta fango sulla nostra famiglia”

Durante il dibattito condotto da Milo Infante, Rita Preda ha interrotto la trasmissione con una telefonata carica di dolore e indignazione. “È un momento difficile, molto difficile. Ci amareggia molto sentire che si continua a gettare fango sulla nostra famiglia: su Chiara, su nostro figlio e anche su di noi. Valuteremo con i nostri avvocati come procedere, non possiamo accettare che si continui a gettare fango” ha dichiarato la madre di Chiara, facendo esplicitamente riferimento agli articoli del settimanale “Giallo”.

Nell'ultimo numero in edicola, "Giallo" riporta la testimonianza del gestore dell'albergo in Trentino dove i Poggi erano in vacanza il giorno in cui Chiara è morta. L'albergatore afferma che Marco Poggi non era presente. "Nostro figlio era in vacanza con noi", ha ribadito la Rita Preda.

Il settimanale, nel numero in edicola, aveva infatti adombrato sospetti su Marco Poggi, il fratello di Chiara, all’epoca dei fatti appena diciannovenne. Ma non solo: tra le insinuazioni più dolorose, quella secondo cui Chiara avrebbe avuto un amante e addirittura un doppio telefono, una narrazione che la famiglia Poggi respinge con forza, definendola “il punto di non ritorno”.

“Chiara era una ragazza pulita. Basta illazioni”

Rita Preda non ha nascosto la sua esasperazione: “Quando è troppo è troppo. È vergognoso, squallido. Si fanno illazioni su mia figlia che non si può difendere, siamo disgustati da quel che dicono nei vari programmi televisivi, sui social, sui giornali. È arrivato il momento di dire basta, non tollereremo più che si infanghi la memoria di Chiara”.

La madre di Chiara ha sottolineato come la figlia fosse una ragazza semplice, pulita, estranea alle dinamiche oscure che vengono ciclicamente attribuitele da certa stampa. “Fa schifo leggere di lei come di una ragazza che aveva chissà quali segreti, sentire che aveva due telefoni, che aveva un amante, vedere gente che non sa niente e interpreta i suoi messaggi... È diventato tutto troppo”.

La famiglia Poggi: “Difenderemo la memoria di Chiara”

Non è la prima volta che la famiglia Poggi si trova costretta a difendere pubblicamente la memoria di Chiara e l’onorabilità dei propri cari. Già nelle scorse settimane, Rita Preda aveva espresso la sua stanchezza per le continue speculazioni mediatiche, dichiarando di sentirsi “sfinita” e “disgustata” dalla quantità di segreti, gialli e falsità che vengono attribuiti alla figlia e al figlio Marco.

La madre di Chiara ha ribadito la sua convinzione sulla colpevolezza di Alberto Stasi, condannato in via definitiva per l’omicidio della ragazza, e ha denunciato come le nuove illazioni contribuiscano solo a “ripulire l’immagine di Stasi”, distorcendo la verità processuale e alimentando una spirale di sospetti che non trova riscontro nei fatti.

L’appello: “Rispetto per Chiara e per chi resta”

Il caso Garlasco, rilanciato anche dalle nuove indagini e dalle trasmissioni televisive, continua a essere oggetto di attenzione e polemiche. Ma la voce di Rita Preda, madre di Chiara, si leva come un appello accorato al rispetto: “Chiara è la vittima, anche se molti se lo sono dimenticato. E fa male vedere che la sua memoria viene infangata da chi non conosce la sua storia e la nostra sofferenza”.

La famiglia Poggi si riserva ora di valutare eventuali azioni legali contro chi, a loro avviso, ha superato il limite della cronaca per entrare nel territorio della diffamazione. Un grido di dolore che chiede, dopo quasi vent’anni, giustizia e verità, ma soprattutto rispetto per Chiara e per chi resta a portarne il ricordo.

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