Premurosa nei confronti di Washington, nei confronti degli italiani un po’ meno. Così si apre l’intervento alla stampa fatto dal presidente del Movimento Cinque Stelle, Giuseppe Conte, nei confronti della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. La premier è sotto accusa per l’accordo sottoscritto dopo il vertice della NATO di qualche giorno fa, per cui gli Stati membri dovranno spendere il 5% del PIL in difesa.
Una decisione accolta con sdegno dalle forze di opposizione: in primis da parte dei leader del M5S, del PD e di AVS. Una cosa è certa: l’opposizione non starà con le braccia conserte e tornerà a farsi sentire come ha già fatto in più occasioni negli scorsi mesi.
Il presidente pentastellato ha detto che sarà comunicata, entro il prossimo autunno, la data di una nuova mobilitazione contro il riarmo che comprenderà diverse forze politiche. Non è ancora chiaro quando si manifesterà e quali saranno i partiti e i movimenti coinvolti; basta tuttavia guardare alle precedenti manifestazioni per farsi un’idea di chi si mobiliterà e di chi non prenderà parte a eventuali proteste.
Conte infine pone l’accento sui settori sui quali verranno fatti ingenti tagli per sostenere i costi della spesa in armi: sanità, istruzione e pensioni sono solo alcuni dei “sacrifici” che potrebbero essere fatti dal governo Meloni per sostenere le richieste avanzate dal presidente degli USA, Donald Trump, e dal segretario della NATO, Mark Rutte.
445 miliardi di euro in armi per i prossimi dieci anni. Una cifra enorme che, a detta di Giuseppe Conte, avrà importanti ripercussioni sugli italiani: il presidente pentastellato cita i dati dell’Istat e ribadisce che anche i beni di prima necessità per gli italiani sono diventati un lusso per via del forte aumento dei prezzi e della mancata crescita degli stipendi. In un contesto del genere, ci si chiede come sia possibile destinare una parte dei soldi pubblici alla spesa per il riarmo.
Conte è lapidario: “Al governo stanno sbagliando tutto”. La corsa al riarmo porterà a un taglio della spesa sanitaria, dell’istruzione e degli investimenti sul lavoro – spiega il presidente del Movimento Cinque Stelle:
Si parla già da tempo di una nuova piazza contro la guerra e che possa portare al centro del dibattito il tema del riarmo. Già nello scorso mese ci sono state due manifestazioni imponenti organizzate dal centrosinistra: una per il sostegno alla popolazione di Gaza, all’interno della quale si è anche toccato il tema del riarmo, e la seconda del 21 giugno – a ridosso del summit della NATO – dedicata esclusivamente alla spesa militare. L'ex premier ha ribadito:
Non è pensabile organizzare nel breve periodo una terza manifestazione nel giro di pochi giorni, probabilmente per via del caldo e della vicinanza tra i cortei. Conte rimanda il discorso all’autunno: sarà necessario il confronto tra le forze politiche e trovare una data utile.
#Conte (#M5s): "#Meloni è premurosa verso #Washington ma si dimentica degli italiani. In autunno organizzeremo una manifestazione a #Roma contro il #riarmo: non vogliamo spendere cifre assurde e tagliare ad altri settori come #scuola e #sanità" pic.twitter.com/4o51QTISVy
— Tag24 (@Tag24news) July 1, 2025
In una nota, la deputata di Fratelli d’Italia Sara Kelany ha criticato duramente l’ex premier Giuseppe Conte, accusandolo di diffondere dati fuorvianti sull’immigrazione. Secondo Kelany, Conte ha parlato di un aumento del 40% degli sbarchi a giugno, omettendo però che il totale del 2025 supera di poco quello del 2024 e resta molto inferiore rispetto al 2023 (-54%).
La deputata ha difeso le politiche del governo Meloni, che – nonostante la crisi libica – sarebbero riuscite a contenere le partenze. Ha infine accusato Conte di incoerenza, ricordando il suo passato sostegno al blocco dei porti e criticandolo anche per la gestione del Superbonus: