08 Jul, 2025 - 11:30

Garlasco, il mistero dei suicidi dopo il delitto di Chiara Poggi

Garlasco, il mistero dei suicidi dopo il delitto di Chiara Poggi

Il delitto di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco, non ha mai smesso di scuotere l’opinione pubblica italiana. Oltre ai dubbi e alle polemiche sulla colpevolezza di Alberto Stasi, condannato in via definitiva, negli ultimi anni un altro aspetto inquietante ha attirato l’attenzione: la serie di morti sospette e suicidi che hanno colpito persone legate, direttamente o indirettamente, al caso.

Una scia di sangue che, secondo alcune ricostruzioni giornalistiche, avrebbe coinvolto più di dieci individui, tutti in qualche modo conoscenti o vicini agli ambienti frequentati da Chiara.

Un elenco inquietante di decessi

Subito dopo l’omicidio, nel piccolo centro di Garlasco e nei dintorni si sono verificati numerosi suicidi e morti anomale. Tra questi spiccano alcuni casi che hanno destato particolare clamore:

  • Corrado Cavallini, medico di base di Garlasco, trovato morto nel 2012 dopo essersi iniettato una dose letale. Cavallini aveva in cura Andrea Sempio, uno degli indagati successivi nel caso Poggi, e Giovanni Ferri, un altro protagonista di questa catena di eventi.
  • Giovanni Ferri, meccanico in pensione, fu trovato morto con i polsi e la gola tagliati, in circostanze che la moglie ha sempre ritenuto incompatibili con un suicidio. Ferri aveva parlato con Chiara la mattina dell’omicidio e, secondo alcune ipotesi, avrebbe potuto essere a conoscenza di dettagli cruciali.
  • Michele Bertani, amico d’infanzia di Andrea Sempio, si è tolto la vita impiccandosi nel 2016. Il suo nome è riemerso nelle indagini per alcune conversazioni intercettate e per il suo legame con i protagonisti del caso.

Questi sono solo alcuni dei casi che hanno alimentato la teoria di una “maledizione” o, secondo altri, di un possibile tentativo di silenziare testimoni scomodi.

Ipotesi e teorie: suicidi, omicidi o suggestione collettiva?

Le morti misteriose hanno dato vita a numerose teorie, alcune delle quali sfociano nel complottismo. Si è parlato di una “linea rossa” che collegherebbe i suicidi all’omicidio di Chiara Poggi, di invidie, ricatti e persino di legami con scandali sessuali e satanismo legati al Santuario della Bozzola, frequentato da alcuni giovani della zona.

Secondo alcune fonti, la pista dei suicidi sarebbe stata rilanciata dagli avvocati di Alberto Stasi, nel tentativo di dimostrare l’esistenza di una rete di segreti e omertà nel tessuto sociale di Garlasco. Tuttavia, molte di queste ipotesi si basano su suggestioni e coincidenze, più che su dati oggettivi. Alcuni giornalisti hanno sottolineato come non tutti i suicidi citati siano avvenuti realmente a Garlasco o siano legati in modo diretto al caso Poggi, ma la narrazione mediatica ha contribuito a rafforzare l’alone di mistero.

Le indagini e i nuovi sviluppi

Nonostante la condanna di Stasi, le indagini sul delitto di Chiara Poggi sono proseguite, con nuovi sospettati e piste alternative. Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, è stato indagato nuovamente negli ultimi anni, anche a seguito di nuove analisi del DNA e di testimonianze riemerse. Parallelamente, le forze dell’ordine hanno iniziato a indagare anche sui decessi sospetti, cercando di capire se esista davvero un filo conduttore tra queste morti e l’omicidio di Chiara.

Alcuni elementi, come il ritrovamento di un martello in un canale vicino alla casa delle sorelle Cappa, cugine della vittima, o le misteriose ricerche effettuate da Chiara sul suo computer nei giorni precedenti il delitto, hanno aggiunto nuovi tasselli a un puzzle già complesso.

Un paese segnato dal sospetto

A quasi vent’anni dall’omicidio, Garlasco resta un paese segnato dal sospetto e dalla paura. La lunga serie di morti misteriose ha contribuito a creare un clima di tensione e diffidenza, alimentando voci e leggende che si intrecciano con la cronaca giudiziaria. Mentre la verità sull’omicidio di Chiara Poggi sembra ancora sfuggente, la scia di suicidi e decessi anomali continua a gettare ombre inquietanti su una delle vicende più controverse della cronaca italiana.

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