09 Jul, 2025 - 10:10

Garlasco, spunta un'intercettazione di Muschitta, il testimone che ha poi ritrattato

Garlasco, spunta un'intercettazione di Muschitta, il testimone che ha poi ritrattato

La vicenda di Garlasco continua a essere uno degli enigmi giudiziari più discussi e controversi d’Italia. A quasi vent’anni dall’omicidio di Chiara Poggi, il caso non smette di suscitare attenzione mediatica e dibattiti, complici nuovi sviluppi e la diffusione di intercettazioni che gettano ulteriori ombre sui protagonisti e sulle testimonianze raccolte nel tempo. L’ultima rivelazione riguarda una telefonata tra il cosiddetto “super-testimone” Marco Muschitta e la sua datrice di lavoro, Ludovica, che riaccende interrogativi su attendibilità, pressioni e strategie difensive.

La testimonianza di Marco Muschitta

Marco Muschitta, operaio, è stato uno dei testimoni chiave nelle prime fasi dell’inchiesta. Dichiarò spontaneamente di aver visto, la mattina del delitto, una ragazza bionda in bicicletta allontanarsi dalla villetta di via Pascoli, stringendo in mano un oggetto simile a un alare da camino. Una testimonianza che avrebbe potuto cambiare le sorti del processo, ma che Muschitta ha successivamente ritrattato, diventando così inattendibile agli occhi degli inquirenti e della difesa.

L’intercettazione: cosa emerge dalla telefonata

La telefonata tra Muschitta e Ludovica, la sua datrice di lavoro, offre uno spaccato inquietante sulle dinamiche che possono influenzare una testimonianza. Nel dialogo, Ludovica rassicura Muschitta, consigliandogli di non parlare con nessuno se non in presenza di un avvocato e di chiamare un numero specifico in caso di necessità. Muschitta ammette di essere ancora in preda all’angoscia per le possibili ripercussioni legali, ma Ludovica lo invita a tranquillizzarsi, sostenendo che “sono tutte storie quelle che ti hanno raccontato” e che “di problemi non ce ne sono assolutamente”.

Estratto della conversazione

Muschitta: “Ciao Ludovica dimmi”
Ludovica: “Ho parlato con * mi ha detto di fare quello che abbiamo concordato, tu non parli se non c'è lui, che è un tuo diritto di parlare con l'assistenza di qualcuno”.
Muschitta: “Va bene, allora me lo segno”
Ludovica: “Se venissero… tu chiami questo numero. Tutto tranquillo?”
Muschitta: “Si, si, insomma, ho un po' di angoscia ancora”.
Ludovica: “Ma no, ma no, ma no. Fattela passare, adesso oltretutto stai tranquillo, mi ha detto che di problemi non ce ne sono assolutamente, sono tutte storie quelle che ti hanno raccontato”.

Le reazioni: tra scetticismo e inquietudine

L’avvocato De Rensis, difensore di Stasi, ascoltando la telefonata, ha commentato con toni ironici e scettici, definendo la conversazione una “rappresentazione teatrale”, sottolineando come la stessa inattendibilità di Muschitta renda queste intercettazioni poco rilevanti sul piano giudiziario. Tuttavia, De Rensis si interroga su chi sia la persona non nominata nella conversazione e su quali “storie” siano state riferite a Muschitta, alimentando così i sospetti su possibili pressioni o manipolazioni.

Implicazioni e interrogativi aperti

L’intercettazione solleva numerosi interrogativi:

  • Attendibilità dei testimoni: quanto possono influire pressioni esterne o paure personali sulle dichiarazioni rese agli inquirenti?
  • Ruolo dei media: la diffusione di audio e stralci di conversazioni contribuisce a chiarire o a confondere ulteriormente l’opinione pubblica?
  • Strategie difensive: la presenza costante di avvocati e la raccomandazione di non parlare senza assistenza legale sono strumenti di tutela o segnali di una verità difficile da raccontare?
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