09 Jul, 2025 - 17:00

Piantedosi respinto in Libia, le reazioni della maggioranza e dell'opposizione

Piantedosi respinto in Libia, le reazioni della maggioranza e dell'opposizione

A poche ore dall'accaduto, il trattamento riservato in Libia al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, suscita ancora scalpore. Il titolare del Viminale è stato fermato dalle autorità all'aeroporto di Bengasi e dichiarato, assieme a una delegazione di ministri dell’Ue, come "persona non gradita". Sembra che alla base del gesto ci sia stato un errore nei permessi per la visita in Libia. Il ministro è stato costretto a tornare in Italia e la notizia si è subito diffusa, destando la preoccupazione del governo.

Nella giornata di ieri e di oggi, il centrosinistra ha ironizzato su quanto accaduto al ministro Piantedosi, definendolo una sorta di legge del contrappasso in riferimento alle politiche restrittive sull’immigrazione volute dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dal suo governo, di cui Piantedosi è un esponente. Italia Viva ha contestato anche l'operato del governo Meloni, definendolo "inerme" di fronte a quanto accaduto

Il centrodestra, invece, difende il proprio ministro e ribadisce che fare battute su una vicenda del genere è sbagliato. In particolare, il deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli ha sottolineato come la sinistra sia lontana dall’unità quando si tratta di politica estera.

Cosa è successo ieri a Piantedosi?

Quella di ieri è una vicenda destinata a far discutere nei prossimi giorni. Il governo dell’Est della Libia ha respinto una delegazione di ministri europei all’arrivo all’aeroporto di Bengasi. Il gruppo era composto dal commissario europeo per le Migrazioni e dai ministri dell’Interno di Italia, Grecia e Malta, tra cui l’italiano Matteo Piantedosi.
 Secondo quanto riportato in una nota ufficiale delle autorità di Bengasi, i ministri non avrebbero rispettato le procedure previste per l’ingresso e la permanenza dei diplomatici stranieri. Una volta giunti in città, sono stati dichiarati “persone non gradite” e invitati a lasciare immediatamente il territorio libico.

La delegazione europea era arrivata a Bengasi in volo da Tripoli, dove aveva appena concluso una serie di colloqui con il governo di unità nazionale, riconosciuto dalle Nazioni Unite e guidato dal premier ad interim Abdul Hamid Dbeibah. Il governo parallelo dell’Est, invece, fa riferimento al generale Khalifa Haftar.
 L'incidente sembra essere stato causato da un malinteso di natura protocollare, probabilmente non gestito con la dovuta attenzione dalla rappresentanza diplomatica italiana sul posto. Il governo Meloni, in questo frangente, avrebbe avuto un ruolo marginale.

Le reazioni del centrosinistra

Brutta cosa i respingimenti”, ha commentato su X Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana e co-portavoce di Alleanza Verdi Sinistra, pubblicando la foto del comunicato diffuso dal governo libico. Sulla stessa linea anche Angelo Bonelli, che ha ironizzato affermando che il ministro Piantedosi avrebbe sperimentato in prima persona la “legge del contrappasso”, provando per qualche ora cosa significhi essere considerato un clandestino.

Oggi il co-portavoce di AVS ha spiegato perché l’Italia non dovrebbe intrattenere rapporti con la Libia, affermando che favorisce i trafficanti, e non è mancata una stoccata a Meloni sul caso Almasri.

Decisamente meno ironico, ma altrettanto critico, il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, ha parlato di una “figuraccia internazionale” per l’Italia e di un governo “incapace di gestire la politica estera”. Una posizione ribadita anche oggi dal senatore Enrico Borghi, vicepresidente nazionale di Italia Viva:

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“La vicenda di Piantedosi e della delegazione Ue respinti a Bengasi si potrebbe prestare a ironie di ogni tipo. Soprattutto la qualificazione di ‘immigrato irregolare’ con la quale è stato bollato e ricacciato in Italia un ministro che si fa vanto di essere il fustigatore dei migranti irregolari. Ma ci sono due temi geopolitici di grande rilevanza dietro a questa vicenda”.

Anche Riccardo Magi, segretario di +Europa, ha espresso forti perplessità, chiedendosi se il ministro dell’Interno consideri ancora la Libia un Paese sicuro. E ha ricordato:

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“Nel 2024 la Corte di Cassazione stabilì che la Libia non può essere considerata un porto sicuro e che i migranti soccorsi nel Mediterraneo non potevano essere riportati lì. All’epoca la maggioranza meloniana insorse contro la magistratura. Ora che Piantedosi è stato respinto insieme a una delegazione europea, cosa diranno?”

Le critiche della maggioranza

Non sono mancate critiche dalla maggioranza per le battute del centrosinistra. Ieri il deputato di FdI Fabio Rampelli ha dichiarato che il centrosinistra, con le sue ironie, va contro gli interessi degli italiani. Oggi invece a intervenire è stato un altro deputato di FdI, Giovanni Donzelli.

Secondo l’esponente del partito di governo, il centrosinistra non è in grado di prendere una posizione chiara sulla politica estera e non sarebbe nella posizione di fare battute.

Riassunto in tre punti

  • Incidente diplomatico a Bengasi: Il ministro Piantedosi e altri esponenti Ue sono stati respinti in Libia per presunte irregolarità nei permessi, venendo dichiarati "persone non gradite".
  • Reazioni politiche contrapposte: Il centrosinistra ha ironizzato sulla vicenda, mentre il centrodestra ha difeso Piantedosi e condannato le battute.
  • Tensioni sui rapporti con la Libia: La vicenda riaccende il dibattito sulla sicurezza del Paese nordafricano e sulla coerenza del governo italiano in tema di politica estera e migrazione.
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