A poche ore dall'accaduto, il trattamento riservato in Libia al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, suscita ancora scalpore. Il titolare del Viminale è stato fermato dalle autorità all'aeroporto di Bengasi e dichiarato, assieme a una delegazione di ministri dell’Ue, come "persona non gradita". Sembra che alla base del gesto ci sia stato un errore nei permessi per la visita in Libia. Il ministro è stato costretto a tornare in Italia e la notizia si è subito diffusa, destando la preoccupazione del governo.
Nella giornata di ieri e di oggi, il centrosinistra ha ironizzato su quanto accaduto al ministro Piantedosi, definendolo una sorta di legge del contrappasso in riferimento alle politiche restrittive sull’immigrazione volute dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dal suo governo, di cui Piantedosi è un esponente. Italia Viva ha contestato anche l'operato del governo Meloni, definendolo "inerme" di fronte a quanto accaduto.
Il centrodestra, invece, difende il proprio ministro e ribadisce che fare battute su una vicenda del genere è sbagliato. In particolare, il deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli ha sottolineato come la sinistra sia lontana dall’unità quando si tratta di politica estera.
Quella di ieri è una vicenda destinata a far discutere nei prossimi giorni. Il governo dell’Est della Libia ha respinto una delegazione di ministri europei all’arrivo all’aeroporto di Bengasi. Il gruppo era composto dal commissario europeo per le Migrazioni e dai ministri dell’Interno di Italia, Grecia e Malta, tra cui l’italiano Matteo Piantedosi. Secondo quanto riportato in una nota ufficiale delle autorità di Bengasi, i ministri non avrebbero rispettato le procedure previste per l’ingresso e la permanenza dei diplomatici stranieri. Una volta giunti in città, sono stati dichiarati “persone non gradite” e invitati a lasciare immediatamente il territorio libico.
La delegazione europea era arrivata a Bengasi in volo da Tripoli, dove aveva appena concluso una serie di colloqui con il governo di unità nazionale, riconosciuto dalle Nazioni Unite e guidato dal premier ad interim Abdul Hamid Dbeibah. Il governo parallelo dell’Est, invece, fa riferimento al generale Khalifa Haftar. L'incidente sembra essere stato causato da un malinteso di natura protocollare, probabilmente non gestito con la dovuta attenzione dalla rappresentanza diplomatica italiana sul posto. Il governo Meloni, in questo frangente, avrebbe avuto un ruolo marginale.
“Brutta cosa i respingimenti”, ha commentato su X Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana e co-portavoce di Alleanza Verdi Sinistra, pubblicando la foto del comunicato diffuso dal governo libico. Sulla stessa linea anche Angelo Bonelli, che ha ironizzato affermando che il ministro Piantedosi avrebbe sperimentato in prima persona la “legge del contrappasso”, provando per qualche ora cosa significhi essere considerato un clandestino.
Oggi il co-portavoce di AVS ha spiegato perché l’Italia non dovrebbe intrattenere rapporti con la Libia, affermando che favorisce i trafficanti, e non è mancata una stoccata a Meloni sul caso Almasri.
Decisamente meno ironico, ma altrettanto critico, il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, ha parlato di una “figuraccia internazionale” per l’Italia e di un governo “incapace di gestire la politica estera”. Una posizione ribadita anche oggi dal senatore Enrico Borghi, vicepresidente nazionale di Italia Viva:
@AngeloBonelli1 (@europaverde_it): "La #Libia usa i #migranti come strumenti di ricatto, lo diciamo da tempo ma il governo italiano e altri continuano a fare affari con i trafficanti. #Meloni ci accusa di difendere i trafficanti ma lei ha liberato #Almasri" pic.twitter.com/rTveji3BU2
— Tag24 (@Tag24news) July 9, 2025
Anche Riccardo Magi, segretario di +Europa, ha espresso forti perplessità, chiedendosi se il ministro dell’Interno consideri ancora la Libia un Paese sicuro. E ha ricordato:
Non sono mancate critiche dalla maggioranza per le battute del centrosinistra. Ieri il deputato di FdI Fabio Rampelli ha dichiarato che il centrosinistra, con le sue ironie, va contro gli interessi degli italiani. Oggi invece a intervenire è stato un altro deputato di FdI, Giovanni Donzelli.
#Donzelli sul caso #Libia e il respingimento di #Piantedosi: "A sinistra fanno le battute, poi quando si tratta di votare in #Parlamento per la politica estera si dividono in 22 modi diversi. Siamo sereni e compatti, portiamo lavoriamo sul #PianoMattei e sul tema #Africa" pic.twitter.com/3y7idS1kn1
— Tag24 (@Tag24news) July 9, 2025
Secondo l’esponente del partito di governo, il centrosinistra non è in grado di prendere una posizione chiara sulla politica estera e non sarebbe nella posizione di fare battute.