11 Jul, 2025 - 10:04

Trump-Putin, è rottura: e adesso che succede in Ucraina?

Trump-Putin, è rottura: e adesso che succede in Ucraina?

Negli ultimi giorni, la scena internazionale è stata scossa da una svolta imprevista: la rottura tra Donald Trump e Vladimir Putin. Dopo mesi di ambiguità e tentativi di mediazione, il presidente degli Stati Uniti ha espresso pubblicamente la sua frustrazione verso il leader del Cremlino, accusandolo di “dire solo stronzate” e di essere responsabile della morte di migliaia di persone. Trump ha annunciato nuove sanzioni e la ripresa degli aiuti militari a Kiev, segnando una netta inversione rispetto alle posizioni più accomodanti tenute in passato.

Le ragioni della rottura fra Trump e Putin

La rottura tra Trump e Putin è maturata dopo una serie di colloqui telefonici infruttuosi. Secondo fonti della Casa Bianca, il presidente americano si sarebbe detto “molto deluso” dall’atteggiamento di Putin, accusandolo di non voler seriamente negoziare una soluzione al conflitto in Ucraina. La decisione di Trump di inviare nuovi sistemi di difesa Patriot e forniture militari a Kiev è arrivata dopo che il Pentagono aveva temporaneamente sospeso le consegne, suscitando preoccupazione tra gli alleati europei e inasprendo le tensioni con Mosca.

La reazione di Mosca: escalation militare

La risposta russa non si è fatta attendere. Nelle ore successive all’annuncio di Trump, la Russia ha lanciato la più massiccia offensiva aerea dall’inizio della guerra: oltre 700 droni kamikaze e 13 missili hanno colpito obiettivi strategici in Ucraina, in particolare aeroporti militari e infrastrutture critiche. Secondo Kiev, si è trattato dell’attacco più devastante degli ultimi tre anni e mezzo di conflitto, con decine di vittime civili e militari.

La situazione sul campo

L’offensiva russa ha coinciso con una fase di particolare debolezza per l’Ucraina. Le forze di Mosca hanno accelerato le loro avanzate su più fronti, conquistando centinaia di chilometri quadrati di territorio nel solo mese di giugno. La superiorità in artiglieria e attacchi aerei ha permesso ai russi di infliggere pesanti perdite alle truppe ucraine, che lamentano carenze di munizioni e sistemi di difesa. Secondo le stime più recenti, le vittime russe dall’inizio della guerra sarebbero tra 900 mila e 1,3 milioni, con circa 190-350 mila morti; le perdite ucraine sono stimate tra 73 mila e 140 mila soldati.

Le prospettive diplomatiche: un vicolo cieco?

Nonostante i proclami di Trump sulla necessità di “costringere Putin alla pace”, il Cremlino ha ribadito di non essere interessato a un cessate il fuoco immediato. Putin ha dichiarato di essere disposto a negoziare solo se Kiev accetterà le condizioni russe, che prevedono la neutralità dell’Ucraina e la rinuncia ai territori occupati. In questo scenario, il conflitto appare destinato a prolungarsi, con l’Ucraina sempre più dipendente dagli aiuti occidentali e la Russia determinata a ottenere una vittoria strategica.

Gli effetti sulla scena internazionale

La rottura tra Trump e Putin ha avuto ripercussioni anche sui rapporti transatlantici. L’Europa, già scettica sulle reali intenzioni di Washington, teme di essere lasciata sola a fronteggiare la minaccia russa. Il nuovo pacchetto di sanzioni in discussione al Congresso americano mira a colpire duramente l’economia russa, ma non è detto che basti a fermare l’escalation militare. Intanto, a Roma si è aperta una conferenza internazionale per la ricostruzione post-bellica dell’Ucraina, segno che la comunità internazionale si prepara a uno scenario di lungo termine.

E adesso che succede in Ucraina?

Il futuro dell’Ucraina resta più incerto che mai. Gli scenari possibili sono due: o un ingresso accelerato nell’Unione Europea, con il sostegno di un’Europa sempre più autonoma dagli Stati Uniti, oppure la trasformazione del paese in una zona grigia, neutrale e disarmata, tra le sfere di influenza russa e americana. In entrambi i casi, la guerra sembra tutt’altro che vicina a una conclusione. La rottura tra Trump e Putin, lungi dal favorire una soluzione diplomatica, rischia di inasprire ulteriormente il conflitto e di lasciare l’Ucraina in balia di una guerra di logoramento senza fine.

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