12 Jul, 2025 - 10:10

Sanzioni contro Francesca Albanese, solidarietà internazionale alla giurista: Meloni resta in silenzio?

Sanzioni contro Francesca Albanese, solidarietà internazionale alla giurista: Meloni resta in silenzio?

Francesca Albanese non è sola. La relatrice speciale delle Nazioni Unite per la Palestina è stata sottoposta a sanzioni personali da parte degli Stati Uniti negli scorsi giorni a causa del lavoro svolto, nel quale emergono gravi responsabilità del premier israeliano Benjamin Netanyahu nella strage di civili compiuta in un anno e nove mesi nei territori palestinesi. Ad annunciare le misure contro la giurista italiana è stato il segretario di Stato americano Marco Rubio. Solo pochi giorni prima, Albanese aveva pubblicato un rapporto nel quale sottolineava come le big tech statunitensi avessero contribuito alla strage di civili in Medio Oriente.

Una mossa che evidentemente non è piaciuta al presidente degli Usa, Donald Trump, e al suo gabinetto di governo. Le Nazioni Unite e l'Unione Europea hanno subito espresso solidarietà nei confronti della giurista, sottolineando quanto sia sbagliato l'atteggiamento da parte della Casa Bianca nei suoi confronti. A sostegno di Albanese arrivano anche i principali partiti di opposizione: Pd, M5s e Avs hanno ribadito la loro vicinanza alla relatrice speciale delle Nazioni Unite.

Silenzio totale da parte di Palazzo Chigi. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il centrodestra hanno preferito non esprimersi sulla questione legata a Francesca Albanese: una strategia ampiamente contestata dalle opposizioni.

La solidarietà a Francesca Albanese

Condannata perché ha svolto il suo lavoro e per un rapporto scomodo. Francesca Albanese, relatrice speciale Onu per i territori palestinesi occupati, ha redatto una relazione nella quale accusa alcune grandi aziende tecnologiche statunitensi di fornire supporto cruciale alle operazioni militari israeliane nei territori occupati.

Il documento di 39 pagine intitolato From economy of occupation to economy of genocide, è stato presenta al Consiglio per i diritti umani il 30 giugno 2025. Nel report, Albanese sostiene che Microsoft, Google, Amazon e Palantir offrono infrastrutture tecnologiche fondamentali per i sistemi di sorveglianza di massa e le operazioni militari israeliane. Queste tecnologie consentirebbero a Israele un controllo massiccio dei dati con poca supervisione esterna.

Una denuncia pesante che non è piaciuta al presidente degli Usa, Donald Trump. Il Dipartimento di Stato, sotto la pressione della Casa Bianca, ha dichiarato che le sanzioni contro Albanese, che includono il congelamento dei beni e il divieto di ingresso negli Stati Uniti per lei e i suoi familiari, sono state adottate in base all'Executive Order 14203. Questo atto consente misure contro individui coinvolti in attività legate alla Corte penale internazionale relative a cittadini statunitensi o israeliani.

La solidarietà da Ue, Onu e opposizione

Le Nazioni Unite e l'Unione Europea si sono dette vicine a Francesca Albanese subito dopo l'annuncio delle sanzioni da parte degli Stati Uniti. Tramite un comunicato, il segretario generale dell'Onu, António Guterres, e gli altri funzionari delle Nazioni Unite hanno chiesto la revoca delle sanzioni da parte degli Stati Uniti.

Anouar El Anouni, portavoce della Commissione europea per gli Affari esteri, durante il consueto briefing con la stampa, ribadisce nel nome dell'Ue il suo fermo sostegno al sistema dei diritti umani delle Nazioni Unite e manifesta profondo rammarico per la decisione di imporre sanzioni a Albanese. Anche le forze di opposizione italiane, in particolare Pd, Avs e M5s, hanno espresso vicinanza alla relatrice delle Nazioni Unite, sottolineando l'importanza del suo ruolo in questi anni di conflitto.

Cosa farà il governo Meloni

La segretaria del Pd, Elly Schlein, ha ribadito nelle scorse ore che il governo Meloni non ha espresso solidarietà nei confronti di Albanese, definendo questo atteggiamento vergognoso. L'esecutivo nazionale ha infatti preferito utilizzare la strategia del silenzio di fronte alle sanzioni statunitensi.

Il motivo non è chiaro, ma potrebbe essere dettato anche dalla necessità di non mettere in discussione l'alleanza tra Washington e Roma in vista dell'arrivo di possibili dazi per l'Unione Europea. Per ora Meloni e i ministri non hanno detto nulla sul caso di Francesca Albanese, ma non si esclude che nei prossimi giorni possano arrivare dichiarazioni di solidarietà.

Riassunto in tre punti

  • Francesca Albanese è stata sanzionata dagli Stati Uniti per il suo lavoro come relatrice ONU che evidenzia responsabilità israeliane nella strage di civili palestinesi e il ruolo delle aziende tecnologiche statunitensi.
  • ONU, Unione Europea e partiti di opposizione italiani hanno espresso solidarietà e chiesto la revoca delle sanzioni, mentre il governo Meloni mantiene un silenzio strategico.
  • Le sanzioni includono il congelamento dei beni e il divieto di ingresso negli USA, e sono giustificate dagli Stati Uniti con un ordine esecutivo che mira a contrastare attività legate alla Corte penale internazionale.
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