Cosa hanno in comune il caso Almasri e la riforma della giustizia? A primo impatto, assolutamente nulla, ma c'è un esponente del governo Meloni che unisce due delle questioni più importanti dell'attualità del nostro Paese: il ministro della Giustizia, Carlo Nordio. Non è una sorpresa che proprio il Guardasigilli abbia tirato in ballo la riforma della giustizia mentre parlava delle sue dichiarazioni sul mancato arresto del generale libico Almasri.
Recentemente, a causa degli atti di un processo al Tribunale dei Ministri, Nordio è finito nel mirino delle opposizioni. Il ministro della Giustizia ha fornito di fronte all'organo giudiziario una versione diversa da quella emersa negli scorsi giorni: sembra infatti che Nordio fosse al corrente di chi fosse Almasri e del suo arresto. Nonostante tutto, il militare libico è tornato a casa propria su un volo di Stato. Il centrosinistra, da diversi giorni, chiede la testa del Guardasigilli, autore di una delle riforme più discusse e attese del governo Meloni: quella sulla Giustizia.
Ed è proprio dalla riforma che Nordio costruisce la sua difesa di fronte al Senato durante il question time del 10 luglio. Il ministro bolla come false le accuse avanzate in questi giorni: lo scopo sarebbe fermare la riforma della giustizia, da lui definita una svolta epocale per l'Italia.
Ore di polemiche, inviti a dimettersi e pesanti silenzi da parte del governo Meloni. Le ventiquattro ore che hanno accompagnato la scoperta della mail che svela che il ministro sapeva della presenza di Almasri in Italia, smentiscono di fatto quanto detto da lui nel corso dell'informativa alla Camera e al Senato. Accuse gravi che mettono il Guardasigilli in una posizione piuttosto scomoda, tuttavia Nordio non si è perso d'animo e ha scacciato le voci delle dimissioni il giorno dopo la scoperta della mail.
Durante il question time al Senato di due giorni fa, il ministro della Giustizia era l'esponente del governo più atteso proprio perché si era certi che avrebbe dato una risposta al mare magnum di accuse degli scorsi giorni. Nordio è lapidario:
La risposta del ministro della Giustizia lascia tutti perplessi: qual è il nesso tra il caso che riguarda il mancato arresto del generale libico e la riforma della giustizia? Secondo il Guardasigilli, quanto è emerso negli scorsi giorni non sarebbe vero e pertanto non ci sarebbero novità alcune sul caso Almasri. I recenti sviluppi, definiti "bufale" dal ministro, arrivano in un momento cruciale per il ministero della Giustizia.
La riforma sta seguendo il suo iter tra Camera e Senato e, inevitabilmente secondo Nordio, dovrà anche passare per un referendum popolare. Sull'approvazione della tanto attesa riforma si regge l'equilibrio del governo Meloni: la separazione delle carriere è una promessa fatta dal centrodestra nel 2022 che non può essere mancata. Le accuse e le richieste di dimissioni arrivano pertanto in una fase importante e rischiano di minare la riforma della giustizia.
Il nesso tra Almasri e la riforma della giustizia non regge, secondo il Partito Democratico e l'Associazione nazionale magistrati. Francesco Boccia, presidente dei senatori del PD, ha dichiarato a Sky Agenda che Almasri potrebbe essere processato in Libia, mentre in Italia non è stato arrestato, facendo una pessima figura.
Il senatore dem ha accusato il ministro Nordio di aver mentito al Parlamento e al Paese, affermando che se c’erano motivi di sicurezza, il governo avrebbe dovuto comunicarli, anche con il segreto di Stato. Secondo Boccia, il governo ha ignorato un mandato di cattura per permettere ad Almasri di tornare, e ora un ministro che mente pretende una riforma costituzionale della giustizia. Anche il segretario di Anm, Rocco Maruotti, ha criticato Nordio definendo offensive le sue accuse.
Il vittimismo di Nordio (“vogliono fermare le riforme”) è un modo, grave dal ministro della giustizia, per intimidire magistrati e giornalisti sul caso Almasri.
— Elio Vito ????????????????????????????️???????? (@elio_vito) July 11, 2025
Ma mentre la separazione delle carriere procede indisturbata, chi si oppone al governo viene querelato, spiato…???? pic.twitter.com/7tQvWrTrwc