Hai diritto all’avvocato gratuito? Se non puoi permetterti un legale, dal 2025 ci sono buone notizie. Con il nuovo decreto del Ministero della Giustizia del 22 aprile 2025, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 159 dell'11 luglio 2025, sale la soglia di reddito per accedere al patrocinio a spese dello Stato.
La misura amplia la platea di chi può ottenere assistenza legale gratuita, un diritto fondamentale per chi ha redditi bassi. In un periodo di forte difficoltà economica, il governo ha deciso di allargare i criteri reddituali, garantendo così a un maggior numero di cittadini la possibilità di difendersi in giudizio senza dover sostenere spese legali.
Ma quali sono esattamente le nuove soglie di reddito per il 2025? Chi può richiederlo e, soprattutto, come presentare la domanda per accedere a questo fondamentale diritto?
Lo Stato, con cadenza biennale, aggiorna i requisiti per accedere al gratuito patrocinio, adeguandoli all’aumento del costo della vita. L'obiettivo è chiaro: ampliare costantemente la platea dei cittadini che possono usufruire dell'assistenza legale gratuita.
Con l'ultimo, atteso aggiornamento, ufficializzato dal decreto del Ministero della Giustizia pubblicato l'11 luglio 2025, il limite di reddito per ottenere il patrocinio a spese dello Stato sale a 13.659,64 euro annui.
Si tratta di un incremento di circa 800 euro rispetto alla soglia precedente, pari a 12.838,01 euro, riferita al periodo dal 1° luglio 2020 al 30 giugno 2022, un dato che rende immediatamente evidente l’ampliamento dei beneficiari.
Questo cambiamento, seppur basato su un dato tecnico, ha un impatto concreto e diretto sulla vita delle persone: consente a molte più famiglie in difficoltà economica di accedere alla giustizia senza dover sostenere costi legali, garantendo così un diritto fondamentale all'accesso alla tutela legale anche a chi dispone di risorse economiche limitate.
Un'altra questione importante è comprendere esattamente cos'è il patrocinio a spese dello Stato. Si tratta di uno strumento essenziale che definisce il confine nell'accesso alla giustizia, assicurando una tutela legale equa per tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro capacità economica.
Difendersi in un giudizio – sia esso civile, penale, amministrativo o tributario – implica sostenere spese legali che non sempre sono accessibili a tutti.
Proprio per questo motivo, i cittadini con redditi bassi non sono esclusi dal sistema di difesa: non solo non devono rinunciare a farsi assistere legalmente per mancanza di fondi, ma possono essere rappresentati da un avvocato senza dover sostenere alcuna spesa.
Accedendo al gratuito patrocinio, sarà infatti lo Stato a farsi carico integralmente delle spese legali, garantendo a tutti il diritto a una difesa adeguata.
Il Ministero della Giustizia ha fissato il nuovo limite di reddito per accedere al patrocinio a spese dello Stato a 13.659,64 euro annui. L’adeguamento tiene conto dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo per operai e impiegati relativo al biennio 1° luglio 2022 – 30 giugno 2024.
L’aumento, pari al 6,4% dell’inflazione, ha comportato un innalzamento della soglia di circa 800 euro rispetto al limite precedente, ampliando così il numero di cittadini che potranno accedere all’assistenza legale gratuita.
Da ricordare che, nel calcolo del reddito complessivo, non si considerano solo i redditi dichiarati ai fini IRPEF, ma anche quelli esenti da imposta, nonché quelli soggetti a ritenuta d’imposta o a imposta sostitutiva.
Per ottenere il patrocinio a spese dello Stato è necessario presentare una domanda formale presso il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati del luogo in cui si svolge il processo. La richiesta deve contenere:
Il cittadino può scegliere liberamente il proprio avvocato tra quelli iscritti negli elenchi dei professionisti abilitati, consultabili presso i Consigli dell’Ordine degli Avvocati od online sui siti ufficiali.
Esistono tuttavia casi in cui il requisito reddituale non viene preso in considerazione. La legge, infatti, prevede una tutela rafforzata per garantire l’assistenza legale gratuita alle persone più vulnerabili, come vittime di violenza domestica, maltrattamenti in famiglia o reati di genere.