Tempi stretti per la riforma della Giustizia, ma il voto finale di Palazzo Madama arriverà ugualmente prima della chiusura estiva di Camera e Senato. Nella giornata di oggi, 15 luglio 2025, è stato calendarizzato il voto finale del Senato per la riforma sulla separazione delle carriere dei magistrati: Palazzo Madama voterà la prossima settimana, esattamente il 22 luglio, a stabilirlo è stata la conferenza dei capigruppo del Senato. Tra le ipotesi al vaglio c'era anche il 23 luglio, ma si è preferito anticipare di un giorno il voto rispetto alla prima richiesta.
Oggi, a Palazzo Madama, ha proseguito l'esame sulla riforma. Diversi gli interventi contrari alla riforma portata avanti dalla maggioranza e dal Guardasigilli, Carlo Nordio, che negli ultimi giorni è finito nell'occhio del ciclone per via delle sue presunte dichiarazioni sul caso Almasri. Nonostante questo episodio, il ministro della Giustizia non sembra in bilico e la riforma tanto voluta dal governo Meloni non sembra minacciata.
Definita dallo stesso Nordio come un grandissimo passo in avanti per la giustizia italiana, la riforma riguarda diversi aspetti nell'ambito giudiziario. Lo step probabilmente più importante sarà il possibile referendum al quale verrà sottoposta nei prossimi mesi: dal voto popolare potrebbe dipendere la stabilità del governo di Giorgia Meloni.
Al voto prima della pausa estiva. La riforma sulla separazione delle carriere dei magistrati sarà votata il 22 luglio 2025 da Palazzo Madama: si tratta del voto definitivo da parte del Senato. A stabilirlo è la conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama che hanno optato per il prossimo martedì.
L'esame della riforma è continuato nella seduta odierna, con le votazioni sugli emendamenti. Si tratta della prima lettura conforme da parte del Senato, dopo l'approvazione da parte di Montecitorio. Si punta a chiudere una parte fondamentale del percorso della riforma entro la chiusura per ferie della Camera e del Senato.
Pomeriggio di grande movimento a Palazzo Madama. L’esame della riforma costituzionale sulla separazione delle carriere dei magistrati è proseguito nelle scorse ore. L’Assemblea di Palazzo Madama ha appena concluso la votazione degli emendamenti all’articolo 3, bocciandoli tutti. È stato così approvato l’articolo che istituisce due diversi Consigli Superiori della Magistratura.
Questa parte della riforma introduce il sorteggio per la nomina di alcuni componenti.
L’articolo stabilisce che la magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente, composta dai magistrati della carriera giudicante e da quelli della carriera requirente. Il Csm giudicante e quello requirente sono presieduti dal Presidente della Repubblica e comprendono di diritto il primo presidente e il procuratore generale della Corte di Cassazione.
Subito dopo, l’Aula ha iniziato a esaminare l’articolo 4, che modifica l’articolo 105 della Costituzione e istituisce l’Alta Corte disciplinare, composta da quindici giudici con mandato quadriennale, nominati tra professori, avvocati e magistrati, con incompatibilità rispetto ad altre cariche pubbliche o professionali.
Quali sono i prossimi passi? Dopo il voto di martedì, dovranno trascorrere almeno tre mesi, come previsto dalla Costituzione, prima che il testo torni alla Camera per la terza votazione e poi al Senato. Montecitorio dovrebbe esprimersi intorno a novembre, Palazzo Madama dovrebbe votare tra febbraio e marzo del prossimo anno. Poiché la riforma sarà stata approvata con maggioranza semplice e non con i due terzi necessari, la stessa Costituzione prevede l’obbligo di un referendum confermativo. Il voto popolare dovrebbe tenersi nella primavera del 2026.
Particolarmente critico nei confronti della riforma avanzata dal ministro della Giustizia è il Partito Democratico. Oggi il senatore dem Francesco Giacobbe ha definito il piano del governo Meloni come un'offesa alla Costituzione. Assieme al Pd, ci sono anche altri schieramenti politici contrari alla riforma: Alleanza Verdi Sinistra e il Movimento Cinque Stelle in primis, che ritengono che il disegno di Nordio sia pericoloso per il futuro della magistratura.
L'intera maggioranza sostiene la riforma. Oggi, fuori da Palazzo Madama, il capogruppo al Senato della Lega e segretario della sezione lombarda del Carroccio, Massimiliano Romeo, ha difeso la riforma ma al contempo ha ribadito che la maggior parte dei magistrati — eccetto pochi casi chiamati "toghe schierate" — svolgono il loro lavoro in maniera eccellente.
#Romeo (#Lega) su #riformagiustizia: "Abbiamo sempre detto di avere fiducia nella #magistratura, in qualche caso ci sono giudici che sono proiettati verso la politica ma sono casi isolati. Nella maggior parte dei casi la magistratura ha dimostrato serietà e terzietà" pic.twitter.com/LTZoCJ7m5P
— Tag24 (@Tag24news) July 15, 2025