"Squadra che vince non si cambia". Il segretario della Lega, Matteo Salvini, non ha dubbi su chi dovrebbe essere candidato in alcune Regioni in vista del voto del prossimo autunno, ma la sua posizione rischia di mandare in frantumi la maggioranza a pochi mesi da un appuntamento elettorale fondamentale per la tenuta del governo. Il riferimento, ovviamente, è al Veneto. Il leader leghista, già negli scorsi mesi, aveva suggerito di candidare nuovamente un esponente del Carroccio nella corsa per Palazzo Balbi, poiché l'attuale governatore, Luca Zaia, non potrà ripresentarsi. Tuttavia, Forza Italia e Fratelli d’Italia hanno espresso le loro perplessità.
Nella giornata di domani, i leader del centrodestra si incontreranno all’ora di pranzo a Palazzo Chigi per stabilire quali saranno i candidati nelle Regioni dove si andrà alle urne il prossimo autunno: Puglia, Campania, Toscana e, appunto, Veneto. Restano ai margini la Valle d'Aosta e le Marche, dove il centrodestra punterà per un secondo mandato sul presidente della Regione, Francesco Acquaroli.
Tanti i nodi da sciogliere, poco il tempo per decidere. Il voto autunnale sarà un banco di prova fondamentale per la fiducia nel governo. Al momento, i sondaggi indicano un lieve vantaggio nelle Marche e un possibile trionfo in Veneto, ma proprio le decisioni che riguardano quest'ultima Regione preoccupano maggiormente il centrodestra.
Tutto pronto per l'incontro a Palazzo Chigi di domani, 16 luglio 2025. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, il leader di Noi Moderati, Maurizio Lupi, il segretario di Forza Italia, Antonio Tajani, e il numero uno della Lega, Matteo Salvini, si confronteranno dopo mesi di attesa sui candidati comuni che il centrodestra presenterà nelle Regioni che andranno al voto.
Oggetto di speculazioni di ogni genere e causa di litigi all'interno della maggioranza, le elezioni regionali sono fondamentali per testare la fiducia dell'elettorato nel centrodestra. Stando a possibili indiscrezioni, in Toscana il candidato dovrebbe essere il sindaco pistoiese Alessandro Tomasi, legato a Fratelli d'Italia, mentre nelle Marche si punta a un secondo mandato per Acquaroli.
In Campania, sembra che le forze locali e nazionali convergano sulla candidatura del viceministro degli Esteri, Edmondo Cirielli. Restano non pochi dubbi sulla Puglia e sul Veneto, che dovranno necessariamente trovare una risposta nell'incontro di domani a Palazzo Chigi.
Nessuna intenzione di cambiare dove c'è stato un governo regionale capace. In breve: in Veneto il candidato deve essere leghista. Il leader del Carroccio, Matteo Salvini, ha fatto chiaramente capire che in corsa per Palazzo Balbi deve esserci un esponente del suo partito. Forza Italia e Fratelli d'Italia, però, hanno da ridire: i forzisti premono per una candidatura dell'ex sindaco di Verona ed europarlamentare Flavio Tosi, ex leghista e anti-salviniano; dall'altra parte, Fratelli d'Italia insiste per una candidatura di un proprio esponente, visti i risultati delle scorse europee in Veneto.
Nonostante le ragioni degli alleati, Salvini non vuole saperne. Oggi, a Venezia per un evento su Milano-Cortina 2026, ha ribadito:
Due Regioni al centrodestra e tre al centrosinistra. Questo dovrebbe essere, a meno di sorprese, l'esito delle prossime regionali che si terranno in autunno. L'opposizione risulterebbe in vantaggio in Campania, dove l'intenzione è di presentare l'ex presidente della Camera, Roberto Fico, in Puglia, dove sarà candidato quasi sicuramente l'ex sindaco di Bari, Antonio Decaro, e in Toscana, dove la ricandidatura di Eugenio Giani, presidente della Regione da cinque anni, è ancora in forse.
Dal canto suo, il centrodestra può contare sulle Marche e sul Veneto. Mentre il presidente delle Marche, Francesco Acquaroli, ha un lieve vantaggio sull'europarlamentare dem Matteo Ricci, in Veneto la situazione non sembra nemmeno in discussione: il centrodestra vincerebbe a mani basse. C'è un solo problema: manca il candidato ma, forse, domani si troverà un comune – e sofferto – accordo.