16 Jul, 2025 - 16:55

Inchiesta a Milano, tutti vogliono le dimissioni di Sala: la città verso elezioni anticipate?

Inchiesta a Milano, tutti vogliono le dimissioni di Sala: la città verso elezioni anticipate?

La poltrona di Beppe Sala al Comune di Milano diventa ogni giorno più instabile sotto i colpi delle inchieste giudiziarie che, un pezzetto alla volta, stanno terremotando gli uffici dell'urbanistica di Palazzo Marino, e che da oggi coinvolgono anche la giunta.

Dopo l'ennesimo colpo inferto dalla Procura di Milano con la richiesta d'arresto del suo assessore alla Rigenerazione Urbana, Giancarlo Tancredi, il pressing delle opposizioni per un suo passo indietro si è amplificato.

A livello nazionale e locale sono in molti a chiedere le dimissioni del primo cittadino di Milano, del Partito Democratico. Da Roma arrivano gli appelli a 'trarre le opportune conclusioni' non solo dagli avversari del centrodestra, ma anche da chi nello scenario nazionale è un alleato come il Movimento 5 Stelle.

È l'inedito asse M5S-FdI è il più deciso a puntare il dito contro la gestione del Comune di Milano da parte del primo cittadino democratico. A Milano si voterà di nuovo nella primavera del 2027, ma a destra qualcuno si prepara già all'eventualità di elezioni anticipate.

Sala sotto assedio, chi chiede le dimissioni del sindaco di Milano?

I fatti di oggi sono gravi. L'inchiesta farà il suo corso e stabilirà eventuali responsabilità, ma il peso politico di quanto accaduto stamane a Palazzo Marino è tale da mettere seriamente in pericolo il prosieguo della consiliatura. 

Beppe Sala dovrà affrontare e gestire le conseguenze politiche dell'inchiesta della Procura di Milano. Le ultime ore sono state un susseguirsi di richieste di dimissioni da parte di avversari politici, ma anche di presunti alleati. 

A Roma come a Milano i più agguerriti sono gli avversari di centrodestra. Dalla Capitale il responsabile dell'Organizzazione di Fratelli d'Italia, Giovanni Donzelli ha dichiarato che Sala farebbe bene a dimettersi, al di là della vicenda attuale per “cattivo governo”.

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“Sala ha gestito malissimo la città di Milano. Non è stato un buon sindaco, quindi si dovrebbe dimettere per cattiva amministrazione e per pessima politica”.

Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, commentando l'inchiesta sull'urbanistica ha detto di non essere mai 'lieto' quando qualcuno viene arrestato, ma che “è giusto che la strada della giustizia sia libera”.

Il leader di Forza Italia, Antonio Tajani, ha dichiarato di essere garantista, ma ha anche chiarito che “le considerazioni politiche sono un’altra cosa e a Milano bisogna cambiare”.

Si dice garantista, ma anche preoccupata, la vicesegretaria della Lega, Silvia Sardone, che chiede al sindaco Sala di spiegare cosa accadeva in Comune. 

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“La sensazione è che questa giunta sia arrivata al capolinea, che la sinistra non abbia una visione di rilancio e che Milano meriti finalmente una svolta. 

Conte a Sala: "Chi ha responsabilità politica tragga le conseguenze"

Altrettanto duro è stato il commento di Giuseppe Conte, leader di quel Movimento 5 Stelle, alleato del PD (partito di Beppe Sala) a Roma, ma da sempre critico nei confronti del primo cittadino di Milano. Furono le perplessità sollevate dai pentastellati, ad esempio, ad affossare il 'Salva Milano' in Parlamento. Anche in quel caso si trattava di un decreto urbanistico. 

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“A Milano abbiamo detto quello che poi correva sulla bocca di tutti, ovvero che a Milano c'era, per quanto riguarda i progetti sull'edilizia, opacità, c'era una situazione torbida che adesso sta venendo fuori, quindi nessuno si deve sorprendere.”

Ha dichiarato il leader M5S, che ha anche aggiunto che adesso occorre lasciare che la magistratura faccia il suo corso, “noi non entriamo mai nelle vicende giudiziarie, perché quella è responsabilità penale, ma per quanto riguarda la responsabilità politica attendiamo che se ne traggano le conseguenze da chi ha la responsabilità”.
Ha concluso Giuseppe Conte.

Cosa succede se Sala si dimette? Ipotesi elezioni in autunno

Al momento, da Palazzo Marino non sono ancora arrivati commenti. Un silenzio che potrebbe significare tante cose e che a destra sperano possa essere preludio di un passo indietro del sindaco Beppe Sala, il che aprirebbe all'ipotesi di elezioni anticipate. D'altra parte, l'appello a cambiare arrivato da FDI, LEGA e FI è il segnale che nel centrodestra qualcuno ci spera.

A Milano si dovrebbe votare nella primavera del 2027, ma il toto-nomi è già iniziato da diversi mesi. A destra è stata paventata la candidatura di Maurizio Lupi, il leader di Noi Moderati, mentre a sinistra si era fatto il nome di Pierfrancesco Majorino.
In caso di dimissioni da parte del sindaco si andrebbe al voto anticipato.

La prima tornata elettorale utile potrebbe essere quella in programma tra settembre e novembre 2025, con le Elezioni Regionali. Se i tempi dovessero consentirlo, le comunali di Milano potrebbero svolgersi in concomitanza con le regionali d'autunno.
Il segretario regionale di FI, Alessandro Sorte, in queste ore ha lanciato un appello a tutti i partiti del centrodestra per trovare velocemente un candidato sindaco per Milano “che porti la città fuori da questo declino”.

Cosa sta succedendo in tre punti:

  1. 1.Crisi politica innescata dalle inchieste giudiziarie: La posizione del sindaco Beppe Sala si fa sempre più fragile dopo la richiesta di arresto per l’assessore alla Rigenerazione Urbana, Giancarlo Tancredi, coinvolto nell’inchiesta sull’urbanistica. Le indagini stanno scuotendo profondamente Palazzo Marino e coinvolgono ormai anche la giunta.
  2. Pressioni bipartisan per le dimissioni di Sala: Cresce il pressing da parte delle opposizioni (soprattutto centrodestra) e anche da alleati nazionali del PD, come il Movimento 5 Stelle, che chiedono a Sala di trarre le conseguenze politiche e valutare un passo indietro. Le accuse non riguardano solo la giustizia, ma anche una gestione definita inefficace della città.
  3. Scenario di possibili elezioni anticipate: In caso di dimissioni del sindaco, si potrebbe votare già nell’autunno 2025 in concomitanza con le Regionali. Il centrodestra si sta già organizzando, con nomi come Maurizio Lupi in circolazione, mentre a sinistra si era parlato di Pierfrancesco Majorino. L’attuale silenzio da Palazzo Marino alimenta le speculazioni.
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