La poltrona di Beppe Sala al Comune di Milano diventa ogni giorno più instabile sotto i colpi delle inchieste giudiziarie che, un pezzetto alla volta, stanno terremotando gli uffici dell'urbanistica di Palazzo Marino, e che da oggi coinvolgono anche la giunta.
Dopo l'ennesimo colpo inferto dalla Procura di Milano con la richiesta d'arresto del suo assessore alla Rigenerazione Urbana, Giancarlo Tancredi, il pressing delle opposizioni per un suo passo indietro si è amplificato.
A livello nazionale e locale sono in molti a chiedere le dimissioni del primo cittadino di Milano, del Partito Democratico. Da Roma arrivano gli appelli a 'trarre le opportune conclusioni' non solo dagli avversari del centrodestra, ma anche da chi nello scenario nazionale è un alleato come il Movimento 5 Stelle.
È l'inedito asse M5S-FdI è il più deciso a puntare il dito contro la gestione del Comune di Milano da parte del primo cittadino democratico. A Milano si voterà di nuovo nella primavera del 2027, ma a destra qualcuno si prepara già all'eventualità di elezioni anticipate.
I fatti di oggi sono gravi. L'inchiesta farà il suo corso e stabilirà eventuali responsabilità, ma il peso politico di quanto accaduto stamane a Palazzo Marino è tale da mettere seriamente in pericolo il prosieguo della consiliatura.
Beppe Sala dovrà affrontare e gestire le conseguenze politiche dell'inchiesta della Procura di Milano. Le ultime ore sono state un susseguirsi di richieste di dimissioni da parte di avversari politici, ma anche di presunti alleati.
A Roma come a Milano i più agguerriti sono gli avversari di centrodestra. Dalla Capitale il responsabile dell'Organizzazione di Fratelli d'Italia, Giovanni Donzelli ha dichiarato che Sala farebbe bene a dimettersi, al di là della vicenda attuale per “cattivo governo”.
#Milano, #Donzelli sulla richiesta di dimissioni per #Sala: "Serve chiarezza e trasparenza, Sala ha gestito male Milano: molti milanesi se ne sono andati e non è stato un buon sindaco...dovrebbe dimettersi. #Regionali in #Toscana? #FdI propone Alessandro #Tomasi" pic.twitter.com/uYmHxc8FhU
— Tag24 (@Tag24news) July 16, 2025
Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, commentando l'inchiesta sull'urbanistica ha detto di non essere mai 'lieto' quando qualcuno viene arrestato, ma che “è giusto che la strada della giustizia sia libera”.
Il leader di Forza Italia, Antonio Tajani, ha dichiarato di essere garantista, ma ha anche chiarito che “le considerazioni politiche sono un’altra cosa e a Milano bisogna cambiare”.
Si dice garantista, ma anche preoccupata, la vicesegretaria della Lega, Silvia Sardone, che chiede al sindaco Sala di spiegare cosa accadeva in Comune.
Altrettanto duro è stato il commento di Giuseppe Conte, leader di quel Movimento 5 Stelle, alleato del PD (partito di Beppe Sala) a Roma, ma da sempre critico nei confronti del primo cittadino di Milano. Furono le perplessità sollevate dai pentastellati, ad esempio, ad affossare il 'Salva Milano' in Parlamento. Anche in quel caso si trattava di un decreto urbanistico.
Ha dichiarato il leader M5S, che ha anche aggiunto che adesso occorre lasciare che la magistratura faccia il suo corso, “noi non entriamo mai nelle vicende giudiziarie, perché quella è responsabilità penale, ma per quanto riguarda la responsabilità politica attendiamo che se ne traggano le conseguenze da chi ha la responsabilità”.
Ha concluso Giuseppe Conte.
#Conte (#M5s) su #Sala: "A #Milano abbiamo denunciato opacità nei progetti per l'edilizia. Non si può gestire una città consentendo agli affaristi di fare quello che vogliono. La magistratura faccia il suo corso" pic.twitter.com/oII5RRkUfx
— Tag24 (@Tag24news) July 16, 2025
Al momento, da Palazzo Marino non sono ancora arrivati commenti. Un silenzio che potrebbe significare tante cose e che a destra sperano possa essere preludio di un passo indietro del sindaco Beppe Sala, il che aprirebbe all'ipotesi di elezioni anticipate. D'altra parte, l'appello a cambiare arrivato da FDI, LEGA e FI è il segnale che nel centrodestra qualcuno ci spera.
A Milano si dovrebbe votare nella primavera del 2027, ma il toto-nomi è già iniziato da diversi mesi. A destra è stata paventata la candidatura di Maurizio Lupi, il leader di Noi Moderati, mentre a sinistra si era fatto il nome di Pierfrancesco Majorino.
In caso di dimissioni da parte del sindaco si andrebbe al voto anticipato.
La prima tornata elettorale utile potrebbe essere quella in programma tra settembre e novembre 2025, con le Elezioni Regionali. Se i tempi dovessero consentirlo, le comunali di Milano potrebbero svolgersi in concomitanza con le regionali d'autunno.
Il segretario regionale di FI, Alessandro Sorte, in queste ore ha lanciato un appello a tutti i partiti del centrodestra per trovare velocemente un candidato sindaco per Milano “che porti la città fuori da questo declino”.