Meloni critica Netanyahu. E già questa, di per sé, è una notizia che ha del clamoroso: da quasi due anni a questa parte, il governo Meloni ha sempre appoggiato Israele nella sua lotta ad Hamas, mancando di condannare i bombardamenti che hanno coinvolto i civili. Solo qualche mese fa, durante il question time della presidente del Consiglio alla Camera, Meloni ha incassato una serie di critiche da parte dell'opposizione per le mancate condanne al premier israeliano Netanyahu e per la mancata interruzione dei rapporti con Israele.
Perché questa volta la presidente del Consiglio ha deciso di condannare le azioni israeliane? L'ultimo raid dell’IDF è stato particolarmente violento e, questa volta, al posto di colpire un centro operativo di Hamas – presunto o tale – ha danneggiato una chiesa. L’attacco ha gravemente danneggiato la Sacra Famiglia di Gaza e il parroco Gabriel Romanelli sarebbe rimasto ferito a una gamba in maniera lieve. Un gesto gravissimo, anche perché questa volta è stato coinvolto un luogo di fede cristiana. Israele si è subito giustificato dicendo che si è trattato di un errore di tiro.
La presidente del Consiglio ha comunicato tramite i suoi canali social il suo sdegno. La premier sottolinea come da mesi i raid israeliani mietano vittime: "Nessuna azione militare può giustificare un tale atteggiamento". Una reazione netta e di condanna, ma che, per le opposizioni, arriva troppo tardi: il presidente del Movimento Cinque Stelle, Giuseppe Conte, sottolinea come Meloni arrivi in ritardo sul tema.
Nel corso della giornata di oggi, 17 luglio 2025, Israele ha messo in atto l’ennesimo raid a Gaza, dallo scoppio del conflitto con Hamas. Questa volta, l’attacco delle Israel Defence Forces ha colpito per errore una chiesa, la Sacra Famiglia di Gaza, danneggiandone il tetto e ferendo lievemente il parroco Romanelli. Il prelato avrebbe riportato un infortunio alla gamba. Due persone avrebbero perso la vita nel raid. L’attacco alla chiesa tuttavia non è passato inosservato e la politica italiana ha subito condannato l’azione israeliana.
Stando a quanto dichiarato da Israele, quanto accaduto oggi sarebbe frutto di un errore. La presidente del Consiglio, tuttavia, non ha lasciato correre questa volta e ha comunicato:
I raid israeliani su Gaza colpiscono anche la chiesa della Sacra Famiglia. Sono inaccettabili gli attacchi contro la popolazione civile che Israele sta portando avanti da mesi. Nessuna azione militare può giustificare un tale atteggiamento.
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) July 17, 2025
La presidente del Consiglio non è l’unica a condannare l’azione militare israeliana odierna. Il segretario di Italia Viva, Matteo Renzi, ha detto che ormai Israele non guarda più in faccia nessuno e opera come meglio crede – in barba al diritto internazionale e al buon senso. Secondo il fondatore di Italia Viva:
Dello stesso avviso è Riccardo Magi, esponente di +Europa, che definisce gravi le azioni militari portate avanti da Netanyahu. Polemico anche il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Non sono mancate le contestazioni nei confronti del governo: il presidente del M5S, Giuseppe Conte, sottolinea quanto sia tardivo l’intervento di Meloni dopo quasi due anni.
I raid isrealiani hanno colpito anche una chiesa che in questi mesi ha aperto le porte ai bambini di Gaza. Ci sono morti. È rimasto ferito anche padre Romanelli, ignorato in questi mesi quando denunciava: “Troppe vite perse, bisogna obbligare Israele a rispettare i diritti…
— Giuseppe Conte (@GiuseppeConteIT) July 17, 2025
Al lavoro anche l’opposizione per la chiusura dei rapporti con Israele. In una mozione sottoscritta dai leader di PD, M5S e AVS alla Camera, si impegna il governo "ad avviare immediatamente il procedimento di denuncia formale dell’accordo Memorandum d’intesa fra il Governo della Repubblica Italiana e il Governo dello Stato di Israele".
La mozione impegnerebbe l’esecutivo a sospendere con urgenza tutti gli accordi di attuazione del Memorandum of Understanding generale in questione e qualsiasi forma di cooperazione militare con Israele, inclusi la fornitura e l’acquisto di armamenti, trasferimenti tecnologici – compresi quelli verso Paesi terzi che vedono Israele come destinatario finale – e addestramento militare, sino a quando permangano gravi e accertate violazioni del diritto internazionale e umanitario da parte di Tel Aviv.