17 Jul, 2025 - 16:10

Inchiesta Urbanistica Milano, il centrodestra ha già la testa alle elezioni: ecco le opzioni sul tavolo

Inchiesta Urbanistica Milano, il centrodestra ha già la testa alle elezioni: ecco le opzioni sul tavolo

L'inchiesta sull'urbanistica fa tremare Palazzo Marino e rischia di far terminare in anticipo il mandato del sindaco di Milano, Giuseppe Sala. Per ora, l'ipotesi di un commissariamento o di elezioni anticipate rispetto al 2027 – data naturale della scadenza del mandato di Sala – sembra improbabile, ma la fiducia nei confronti della giunta di centrosinistra è in netto calo. Il centrodestra e il Movimento Cinque Stelle si sfregano le mani in vista delle future elezioni, anche se per ora non c’è alcuna certezza che si svolgano nel breve periodo.

In realtà, già da qualche giorno le forze di governo – almeno a livello locale – si sono confrontate sulle possibili candidature, anche se il discorso è ancora molto prematuro. Una vittoria elettorale a Milano potrebbe essere il prodromo perfetto in vista del voto nazionale del 2027. Per ora, il centrodestra spera nelle dimissioni di Sala per poi accelerare nella scelta del candidato e riportare Milano, dopo più di un decennio, nella propria sfera di influenza.

Su Milano rischia di spaccarsi il centrosinistra. Non è ancora chiaro se il Nazareno – il PD è il partito più votato nel capoluogo lombardo – vorrà puntare su un candidato vicino a Sala, ma sembra che ci sia aria di rivoluzione all’interno del campo largo per ottenere anche il supporto del Movimento Cinque Stelle, che negli scorsi anni si è sempre opposto a Sala.

La reazione del centrosinistra

L’inchiesta sull’urbanistica a Milano, che vede indagato il sindaco Giuseppe Sala, alimenta tensioni nel panorama politico. Il centrosinistra si compatta in difesa del primo cittadino, mentre nel centrodestra prevalgono posizioni divergenti. Il Partito Democratico, attraverso il vicecapogruppo al Senato Alfredo Bazoli, invita a non strumentalizzare l’indagine a fini politici. Sulla stessa linea Italia Viva, che con Ivan Scalfarotto denuncia “l’imbarazzante doppia morale della destra garantista a intermittenza”. Più Europa, con Riccardo Magi, chiede un garantismo coerente.

Non è d'accordo il Movimento 5 Stelle, che non sostiene la giunta milanese e chiede le dimissioni di Sala. “Attendiamo che chi ha responsabilità politiche tragga le dovute conseguenze”, ha dichiarato Giuseppe Conte, ribadendo le critiche del M5S sulla trasparenza dei progetti edilizi e sul provvedimento ‘Salva Milano’. Il capogruppo pentastellato in Regione Lombardia, Nicola Di Marco, parla di “ennesimo terremoto” e considera “inevitabile” un passo indietro del sindaco. Anche Alleanza Verdi e Sinistra (Avs) chiede lo stop ai progetti urbanistici e le dimissioni dell’assessore Giancarlo Tancredi, anch’egli indagato.

Le proposte del centrodestra

Nel centrodestra, all'opposizione a Palazzo Marino, Fratelli d’Italia e Lega hanno organizzato un presidio per chiedere le dimissioni di Sala. Per Sandro Sisler e Riccardo Truppo (FdI), “serve un cambio radicale alla guida della città”. La Lega, pur dichiarandosi garantista, motiva la richiesta di dimissioni con una presunta paralisi amministrativa e rilancia la propria disponibilità a governare Milano.

Più cauta Forza Italia, che insieme a Noi Moderati non parteciperà al presidio. Il presidente del Senato, Ignazio La Russa (FdI), pur riconoscendo “l’inadeguatezza” della giunta Sala, ha precisato di non essere solito chiedere dimissioni all’avvio di un’indagine. Il segretario lombardo di Forza Italia, Alessandro Sorte, attacca la gestione del centrosinistra parlando di “città in stallo”, ma ribadisce che FI “non chiederà mai dimissioni sulla base di un semplice avviso di garanzia”, prendendo le distanze da atteggiamenti giustizialisti.

Sulla stessa linea Maurizio Lupi (Noi Moderati):

virgolette
“Siamo garantisti sempre. Milano non può essere paralizzata, ma è evidente che c’è una responsabilità politica di chi amministra la città da 15 anni”.

Cosa si muove?

Sala non potrà in nessun modo tornare a Palazzo Marino. Il sindaco di Milano chiuderà il suo secondo mandato a breve e, senza una legge che consenta una terza elezione, dovrà necessariamente farsi da parte e lasciare spazio a un nuovo candidato. Il PD dovrà decidere il futuro candidato nei prossimi due anni; non si esclude che entro il 2026 venga reso noto il nome dell’aspirante sindaco di Milano.

Nessuna novità neanche sul fronte del centrodestra, anche se sul tavolo iniziano a comparire le prime opzioni. Qualche settimana fa, girava la voce di una candidatura del presidente di Noi Moderati, Maurizio Lupi.

Riassunto finale

  • Caso Sala agita la politica milanese: l’inchiesta sull’urbanistica indebolisce la giunta e agita le acque in vista delle prossime elezioni, anche se per ora restano improbabili elezioni anticipate.
  • Centrodestra in fermento, centrosinistra diviso: il centrodestra preme per un ricambio alla guida della città; il centrosinistra, in difficoltà, cerca una nuova linea comune.
  • Futuro aperto per la candidatura 2027: Sala è al termine del secondo mandato; PD e centrodestra valutano profili in vista di una sfida elettorale cruciale anche a livello nazionale.
LEGGI ANCHE