20 Jul, 2025 - 06:30

Quali erano davvero i rapporti fra Trump e Epstein? I fatti e i sospetti

Quali erano davvero i rapporti fra Trump e Epstein? I fatti e i sospetti

Il mistero che avvolge i rapporti tra Donald Trump e Jeffrey Epstein continua ad alimentare sospetti, polemiche e dibattiti negli Stati Uniti e in tutto il mondo.

Negli ultimi mesi, nuove rivelazioni e la pubblicazione di presunti documenti hanno riacceso i riflettori su una storia torbida, fatta di amicizie, accuse, smentite e tentativi di chiarimento.

Cerchiamo di fare chiarezza su ciò che realmente è noto e su ciò che invece resta avvolto nel sospetto e nella speculazione.

I fatti noti sul rapporto Trump-Epstein

  • Frequentazioni documentate: Negli anni '90 e nei primi anni 2000, Donald Trump e Jeffrey Epstein sono stati visti insieme in diversi contesti mondani, come feste e ricevimenti a Palm Beach e New York. All'epoca, Epstein era già noto nell'élite finanziaria e politica, e Trent aveva rapporti con molteplici personalità di spicco.
  • Dichiarazioni pubbliche: In diverse interviste Trump ha riconosciuto di conoscere Epstein, affermando anche che “era un tipo molto divertente”. In una famosa dichiarazione del 2002 disse: “Jeffrey è un ragazzo fantastico. Si diverte molto con la sua vita sociale”. Tuttavia, dopo il primo arresto di Epstein, Trump prese le distanze e disse di non frequentarlo più da diversi anni.
  • Assenza di accuse formali: Non esiste, almeno al momento, alcun procedimento giudiziario che accusi direttamente Donald Trump di aver preso parte o essere stato consapevole delle attività criminali di Epstein. In nessuna delle testimonianze pubbliche di vittime o testimoni sono mai state fornite prove concrete di una complicità attiva di Trump nei traffici illeciti del finanziere.

Le nuove controversie

Negli ultimi giorni, una serie di sviluppi mediatici e giudiziari ha sollevato nuovi interrogativi:

  • La lettera del 2003: Il Wall Street Journal ha pubblicato dettagli su una presunta lettera, raccolta per il 50° compleanno di Epstein nel 2003, attribuita a Trump. Questa missiva, secondo il quotidiano, sarebbe accompagnata dal disegno di una donna nuda e da un messaggio allusivo: “Buon compleanno – e che ogni giorno sia un altro meraviglioso segreto”. Trump ha smentito con forza, definendo la lettera una “bufala malevola e diffamatoria”, e ha intentato una causa da 10 miliardi di dollari contro il giornale e Rupert Murdoch.
  • Pressioni per la trasparenza: Di fronte all’ondata di sospetti, la stessa amministrazione Trump ha chiesto al Dipartimento di Giustizia di pubblicare le trascrizioni segrete relative al caso Epstein, tramite la procuratrice generale Pam Bondi. L’obiettivo dichiarato sarebbe rendere pubblico tutto ciò che riguarda le indagini, così da “tagliare le gambe” alle teorie complottiste e dimostrare la propria estraneità ai fatti.
  • Scontento fra i sostenitori: Questa strategia di trasparenza, però, ha alimentato tensioni all’interno dello stesso elettorato repubblicano, dove una parte significativa dei “Maga” (i sostenitori di Trump) manifesta scetticismo sulla reale intenzione di rendere noti tutti gli atti e documenti.

Cosa si sospetta (ma non si può provare)?

  • Teorie e accuse senza prove: Molteplici teorie cospirative sostengono che Trump, insieme ad altri potenti, avrebbe potuto beneficiare delle “ospitalità” di Epstein. Tali accuse, però, non sono mai state provate. Sondaggi mostrano che una maggioranza significativa degli americani crede che il governo nasconda dettagli rilevanti sul caso Epstein, ma questo è più lo specchio di una diffidenza collettiva verso le istituzioni che una prova reale di coinvolgimento.
  • La “lista dei clienti”: Uno degli snodi più discussi è l’ipotetica esistenza di una lista di “clienti” di Epstein fra le élite mondiali, ma sia il Dipartimento di Giustizia che l’FBI hanno smentito che una simile lista sia stata mai rinvenuta o sia in circolazione ufficialmente. Trump ha spesso dichiarato che, se fosse davvero esistito un elemento compromettente nei suoi confronti, “i democratici lo avrebbero già usato contro di me”.
  • Rotture e malumori politici: La controversia ha creato difficoltà anche fra i repubblicani: alcuni leader chiedono maggiore trasparenza e chiarezza, aumentando la pressione interna su Trump.
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