Si chiama Carlo Bravi il chirurgo estetico che nelle scorse ore è stato sorpreso dai carabinieri del Nas mentre eseguiva un intervento di otoplastica su un lettino posizionato nella camera da letto di un appartamento in zona Quadraro, a Roma.
Il medico, 73 anni, era stato sospeso dall'esercizio della professione perché accusato di sequestro di persona, per aver sedato e operato una paziente contro la sua volontà, con lesioni aggravate.
Ma anche perché indagato - insieme ad altre due persone, un anestesista e un medico - per il presunto omicidio colposo di Simonetta Kalfus, morta a 62 anni per le complicazioni di una liposuzione, a Ostia. Un caso che ha fatto molto parlare di sé.
Secondo la ricostruzione dei Nas, il chirurgo sarebbe stato beccato a operare una paziente transessuale brasiliana di 22 anni alle orecchie. Le condizioni dell'ambiente - riferiscono i carabinieri - erano allarmanti, con sporcizia diffusa, indumenti e scarpe sparsi ovunque.
Con lui c'era un'assistente ferrista di 65 anni, ex infermiera specializzata - dipendente di varie strutture della Capitale - ora in pensione. Per eludere i controlli, Bravi avrebbe utilizzato l'auto della donna - apparsa molto preoccupata, al momento dell'irruzione dei militari -, facendo diversi giri attorno al palazzo prima di parcheggiare e proseguire a piedi.
L'appartamento trasformato in una sala operatoria di fortuna, messo a sua disposizione da una famiglia di sudamericani, e ovviamente privo di autorizzazione sanitaria - non era adatto ad operazioni di questo tipo. La paziente - immediatamente soccorsa - è stata portata in codice rosso al Policlinico Umberto I. Non sarebbe in pericolo di vita.
Il nome di Carlo Bravi aveva già fatto capolino nelle pagine di cronaca. A settembre 2023 - ben prima che si aprisse il caso Kalfus, il più noto in cui sarebbe stato coinvolto - il medico aveva già ricevuto una condanna a un anno per lesioni colpose aggravate poiché ritenuto responsabile di un intervento di mastoplastica che nel 2017 causò danni irreversibili a una donna.
Di recente era stato sospeso perché accusato di sequestro di persona. In due differenti procedimenti, su di lui pendono, inoltre, le accuse di lesioni aggravate e attività diagnostiche non autorizzate nel suo studio di piazza Re di Roma, per mancanza dei titoli abilitativi necessari.
Studio in cui, secondo quanto riporta La Repubblica, sarebbero state trovate, nel corso di mirati controlli, "protesi mammarie abbandonate, ammassate l’una sull’altra [...] alcune infilate in sacchetti di plastica, altre adagiate su scatole di cartone, altre ancora vicino a contenitori generici, senza alcuna precauzione".
Dopo l'ultimo caso, la Procura, guidata dall’aggiunto Sergio Colaiocco e dalla pm Eleonora Fini – già titolare di altri fascicoli sull'uomo - ha deciso di chiedere un inasprimento delle misure nei suoi confronti. Considerata la recidiva, non si può escludere neanche l'arresto.
Si allunga, intanto, l'elenco di donne vittime di sedicenti professionisti, ferite o morte per interventi estetici eseguiti nel modo (o nel luogo) sbagliato. Tristemente noto - tra i tanti - il caso di Agata Margaret Spada, la giovane siciliana di 22 anni morta dopo una rinoplastica.
I fatti risalgono allo scorso 7 novembre. La ragazza si spense - dopo tre giorni di coma - all'ospedale Sant'Eugenio di Roma, dove era arrivata in condizioni disperate dopo l'operazione, eseguita in uno studio privato dell'Eur scovato su Tik Tok, il social dei giovanissimi.
Per la vicenda, la Procura di Roma ha già iscritto nel registro degli indagati con l'ipotesi di reato di omicidio colposo il nome dei due chirurghi estetici Marco Procopio e Marco Antonio Procopio, padre e figlio, che di recente sarebbero tornati ad operare. Si aspettano ora sviluppi.
Una ricostruzione del caso di Margaret Spada a "Porta a Porta", su Rai 1.