Il ricorso in Cassazione della Procura di Palermo contro l’assoluzione di Matteo Salvini nel caso Open Arms potrebbe essere arrivato al momento giusto per il leader della Lega.
L'iniziativa dei giudici siciliani sembra offrire una nuova occasione di visibilità al leader della Lega. In un momento di difficoltà nei sondaggi — con il partito all’8,3% e Salvini tra i ministri meno apprezzati — la vicenda potrebbe rafforzarne l’immagine tra i sostenitori.
La riapertura della vicenda relativa al blocco della nave dell'Ong spagnola con a bordo 147 migranti nelle acque davanti Lampedusa nel 2019 potrebbe rappresentare un'opportunità per riacquistare consensi politici. Già in passato, il leader della Lega aveva saputo sfruttare al meglio il ritorno mediatico scaturito dal processo in cui era stato accusato di sequestro di persona per non aver consentito l'approdo a una nave. Il processo si è concluso lo scorso 20 dicembre 2024 con l'assoluzione piena di Salvini.
Da un punto di vista puramente mediatico, il ricorso in Cassazione della Procura palermitana fornisce al leader della Lega il palcoscenico ideale per ritornare a calvalcare tematiche come la sicurezza, l'immigrazione e la difesa dei confini che, negli anni scorsi, hanno fatto la fortuna della Lega e del suo 'Capitano'.
La decisione dei giudici di Palermo di ricorrere in Cassazione contro la sentenza Open Arms, che ha assolto in primo grado il vicepremier Matteo Salvini ha riacceso i riflettori sul leader della Lega.
Una attenzione mediatica che arriva al momento più opportuno per la Lega e per il suo segretario, che potrà sfruttarla per risalire nei sondaggi e per provare a riconquistare gli elettori. I sondaggi dell'ultimo anno, infatti, danno la Lega costantemente dietro gli azzurri di Antonio Tajani e comunque sempre abbondantemente al di sotto della soglia del 10%. I dati della media YouTrend/Agi delle ultime due settimane danno il Carroccio all'8,3%.
Un destino che sembra essere condiviso anche dal suo leader che in un sondaggio sui primi mille giorni del Governo Meloni è risultato tra i ministri meno apprezzati, piazzandosi al penultimo posto, prima solo della ministra del Turismo, Daniela Santanchè e Salvini. Il ricorso, però, ha riportato sotto i riflettori il leader leghista, che potrà tornare a parlare di sicurezza, immigrazione e difesa dei confini: temi storicamente forti per la sua base elettorale.
La Lega ha già segnalato segnali positivi: un incremento di iscrizioni al partito, circa un migliaio in pochi giorni, e un boom di prenotazioni per la tradizionale manifestazione di Pontida, che ha già superato le 10mila adesioni.
In una nota ufficiale, il partito attribuisce direttamente questi risultati all’effetto mediatico del ricorso, definendolo un tentativo della magistratura di colpire Salvini nonostante la sua assoluzione.
“Sono gli effetti dell’iniziativa della Procura di Palermo sul caso Open Arms: nonostante la piena assoluzione di Matteo Salvini, i pm insistono”, si legge nel comunicato.
L’attenzione mediatica si spera possa riaccendere lo spirito militante della base e mobilitato molti elettori indecisi. Pontida, quest'anno si terrà il 21 settembre, alla vigilia del voto per le Regionali e si preannuncia come l’evento dell’anno per la Lega, con il partito pronto a trasformare un attacco giudiziario in un trampolino elettorale.
Il leader della Lega, intatto, incassa la solidarietà degli alleati italiani ed europei, ringraziandoli uno a uno e denuncia un presunto complotto globale contro le destre europee.
In un'intervista rilasciata oggi al quotidiano “Il Giornale” parla di un complotto della finanza mondiale, di “assalto giudiziario contro partiti invisi alla finanza”.
Bolsonaro ai domiciliari, Le Pen condannata, elezioni in Romania falsate, Orbán sotto ricatto e il primo partito tedesco praticamente messo fuorilegge. Mi sembra ci sia una chiara regia in stile Soros. Non mi stupirebbe che dietro l’assalto giudiziario che colpisce tutte le forze… pic.twitter.com/Q24xz1GuYz
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) July 20, 2025
Si dice amareggiato ma non sorpreso dal ricorso, ribadendo la correttezza del suo operato come confermato dalla sentenza di assoluzione.