21 Jul, 2025 - 08:58

Controlli fiscali su familiari e conviventi: quando e perché scattano

Controlli fiscali su familiari e conviventi: quando e perché scattano

Sotto la lente del Fisco finiscono anche i conti correnti di familiari e parenti. Infatti, negli ultimi anni, l’Agenzia delle Entrate ha rafforzato i controlli fiscali, concentrandosi in particolare sui conti correnti bancari dei contribuenti e non solo.

Come chiarito dall’ordinanza n. 16850/2024 della Corte di Cassazione, il Fisco può accedere a queste informazioni per verificare la coerenza dei dati dichiarati e, in caso di anomalie, chiedere chiarimenti al contribuente.

Non solo: i controlli possono estendersi anche a conviventi, familiari e soci, se emergono indizi che giustifichino l’approfondimento. Una linea dura che conferma l’approccio sempre più rigoroso nella lotta all’evasione.

In questo articolo, approfondiremo proprio la questione dei controlli su conti di familiari e conviventi, alla luce dell’ordinanza della Corte di Cassazione.

Quando il Fisco può controllare conti di familiari e conviventi

Un altro aspetto cruciale riguarda l’estensione dei controlli e degli accertamenti fiscali anche ai conti bancari di soggetti vicini al contribuente, come coniuge, familiari, conviventi o soci d’impresa.

L’ordinanza n. 13761/2025 della Cassazione chiarisce che ciò è possibile solo in presenza di indizi concreti di intestazione fittizia del conto, ovvero quando si sospetta che un conto sia stato aperto a nome di un terzo solo per nascondere flussi di denaro non dichiarati.

In tali casi, l’Agenzia delle Entrate può avviare accertamenti bancari estesi, per ricostruire in modo completo la reale disponibilità economica del contribuente e verificare eventuali anomalie nei movimenti finanziari.

Cosa può controllare l’Agenzia delle Entrate

Negli ultimi anni, i poteri di accertamento dell’Agenzia delle Entrate si sono ampliati in modo significativo, anche grazie all’evoluzione digitale che ha reso i controlli fiscali più rapidi ed efficaci.

Oggi il Fisco può accedere non solo alle dichiarazioni dei redditi dei contribuenti, ma anche alle informazioni bancarie, con l’obiettivo di intercettare eventuali irregolarità o casi di evasione.

Controlli fiscali: cosa prevede la legge

Il fondamento giuridico di questi controlli si trova nell’articolo 32, comma 1, n. 2 del D.P.R. 600/1973
La norma stabilisce che tutte le movimentazioni bancarie sono considerate fiscalmente rilevanti, a meno che il contribuente non riesca a dimostrare - in modo documentato - che si tratta di operazioni prive di rilievo fiscale o già incluse nella dichiarazione dei redditi.

In questo contesto, l’onere della prova ricade completamente sul contribuente: spetta a lui fornire evidenze concrete che giustifichino i movimenti di denaro oggetto di verifica.

Il principio fondamentale in ambito fiscale stabilisce che qualsiasi movimento bancario, sia in entrata che in uscita, si presume rilevante ai fini fiscali, a meno che il contribuente non sia in grado di dimostrare il contrario.

Si tratta di un meccanismo giuridico noto come inversione dell’onere della prova: non è l’Amministrazione finanziaria a dover dimostrare che un’operazione è irregolare, ma è il contribuente a dover fornire prove concrete e documentate che ne escludano la natura imponibile.

In pratica, se il Fisco rileva una movimentazione sospetta, spetta al cittadino giustificarla, provando che non si tratta di redditi non dichiarati o di operazioni soggette a tassazione.

Un principio che rafforza il controllo dell’Agenzia delle Entrate e impone al contribuente un elevato livello di trasparenza nella gestione delle proprie finanze.

Anagrafe dei rapporti finanziari: cos’è e come funziona

A rendere più incisivi i controlli del Fisco è l’Anagrafe dei rapporti finanziari, un database centralizzato che raccoglie tutte le informazioni relative a conti correnti, carte prepagate, investimenti, depositi e altri strumenti finanziari.

Questo sistema consente all’Agenzia delle Entrate di effettuare controlli incrociati in modo automatizzato, aumentando la rapidità e la precisione nell’individuazione di potenziali evasori.

Grazie a questa banca dati, il Fisco riesce a monitorare in tempo reale l’evoluzione della situazione patrimoniale e finanziaria dei contribuenti, segnalando eventuali movimenti sospetti che non trovano riscontro nella dichiarazione dei redditi.

Controlli conti correnti di familiari e parenti: cosa sapere

  • Controlli estesi: l’Agenzia delle Entrate può verificare anche i conti di familiari, conviventi e soci in caso di sospetti di intestazioni fittizie;
  • Movimenti bancari rilevanti: ogni operazione bancaria si presume collegata a redditi imponibili, salvo prova contraria da parte del contribuente;
  • Anagrafe finanziaria: il Fisco utilizza l’Anagrafe dei rapporti finanziari per controlli incrociati su conti, carte e investimenti, anche di soggetti collegati al contribuente.
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