Per le partite Iva, il 21 luglio è scaduto il termine principale per pagare il saldo e il primo acconto delle imposte del 2025.
Autonomi, professionisti e imprese devono versare entro questa data tasse come Irpef, Ires, Irap, i contributi Inps oltre il minimale e le imposte sostitutive.
Tuttavia, con tutte le conseguenze del caso è possibile posticipare il versamento fino al 20 agosto, pagando, però, una maggiorazione dello 0,40% sull’importo dovuto.
Chi sceglie di pagare a rate potrà beneficiare di un calendario unificato, che rende più semplice gestire le scadenze.
In questo articolo, quindi, vediamo come funziona il rinvio delle imposte ad agosto, la rateizzazione e il calcolo degli interessi.
Il calendario del versamento del saldo e dell’acconto sulle imposte 2025 è molto chiaro e, il 21 luglio 2025, è scaduto il termine per il primo versamento.
Ricordiamo, proprio a tal proposito, che l’articolo 13 del decreto legge n. 84/2025 ha aggiornato le scadenze per la dichiarazione dei redditi del 2025.
Pertanto, per le partite Iva che applicano gli Indici Sintetici di Affidabilità (ISA), il termine ordinario per il versamento, inizialmente fissato al 30 giugno, è stato prorogato al 21 luglio.
Scaduta anche questa nuova data, più vantaggiosa proprio perché ha concesso 21 giorni in più per effettuare il pagamento, è possibile rinviare ancora i versamenti.
Infatti, è prevista una possibilità di ulteriore rinvio al 20 agosto, a condizione che i versamenti vengano maggiorati dello 0,40% a titolo di interesse.
In pratica, entro il 20 agosto sarà possibile effettuare i pagamenti relativi al saldo e al primo acconto delle imposte sui redditi 2025, così come il saldo Iva e l’Irap, applicando però la maggiorazione degli interessi.
Questa doppia scadenza offre più tempo alle partite Iva per mettersi in regola con i versamenti, ma con un piccolo costo aggiuntivo in caso di proroga.
Posticipare il pagamento delle imposte al 20 agosto, con l’aggiunta di un interesse dello 0,40%, modifica le scadenze per chi vuole pagare a rate.
Come noto, i titolari di partita Iva possono suddividere il pagamento del saldo e del primo acconto, compresi i contributi del quadro RR, in più rate, purché tutte siano completate entro il 16 dicembre.
Vediamo tutte le scadenze in base a chi non usufruisce della proroga e chi sì.
Pagamenti senza proroga
Rata | Data di Scadenza | Interessi Applicati |
---|---|---|
1ª | 21 luglio | 0,00% |
2ª | 20 agosto | 0,18% |
3ª | 16 settembre | 0,51% |
4ª | 16 ottobre | 0,84% |
5ª | 17 novembre | 1,17% |
6ª | 16 dicembre | 1,50% |
Pagamenti con proroga al 20 agosto (l’importo da rateizzare deve essere maggiorato in via preliminare dello 0,40%).
Rata | Data di Scadenza | Interessi Applicati |
---|---|---|
1ª | 20 agosto | 0,00% |
2ª | 16 settembre | 0,18% |
3ª | 16 ottobre | 0,51% |
4ª | 17 novembre | 0,84% |
5ª | 16 dicembre | 1,17% |
Come si nota, scegliendo di spostare il primo versamento al 20 agosto, le rate si riducono da sei a cinque, con le scadenze successive più ravvicinate.
Dopo il primo pagamento, le altre rate dovranno essere versate entro il 16 settembre, 16 ottobre, 17 novembre e 16 dicembre.
Tutti i contribuenti possono scegliere di pagare le imposte a rate, anche solo una parte dell’importo totale.
Come spiegato dall’Agenzia delle Entrate, ad esempio, si può decidere di rateizzare il primo acconto Irpef e pagare il saldo in un’unica soluzione, oppure il contrario.
Sugli importi rateizzati si applica un interesse del 4% all’anno, calcolato dal giorno dopo la scadenza della prima rata fino al giorno in cui si paga la seconda.
Per le rate successive alla seconda, invece, si applica un interesse fisso dello 0,33% al mese, senza tener conto del giorno preciso in cui si effettua il pagamento.
Se la prima rata viene pagata entro il 20 agosto, la seconda dovrà essere versata entro il 16 settembre, con un interesse dello 0,18%. Gli importi da pagare devono essere aumentati prima per calcolare correttamente questi interessi.