28 paesi hanno firmato una dichiarazione congiunta per chiedere la fine immediata della guerra a Gaza. Un appello forte e chiaro per un cessate il fuoco permanente, il rispetto del diritto internazionale e la liberazione degli ostaggi detenuti da Hamas.
I 28 paesi hanno chiesto, il 21 luglio, attraverso una lettera la fine immediata della guerra a Gaza. I paesi firmatari iniziano la lettera con un messaggio semplice e di impatto: "La guerra a Gaza deve finire ora".
Si legge nella dichiarazione, inoltre, un’esortazione alla comunità internazionale a unirsi negli sforzi in questa direzione, "attraverso un cessate il fuoco immediato, incondizionato e permanente".
La dichiarazione congiunta è firmata dai ministri degli Esteri di Italia e di altre nazioni tra cui: Australia, Austria, Belgio, Canada, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Grecia, Giappone, Francia, Islanda, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Nuova Zelanda, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera e Regno Unito.
Anche il Commissario UE per l'Uguaglianza, la preparazione e la gestione delle crisi ha sottoscritto la dichiarazione.
La dichiarazione arriva in un momento in cui l'emergenza umanitaria suscita sempre più attenzione e preoccupazione. Dopo undici settimane di blocco degli aiuti e in seguito alle pressioni internazionali, Israele ha permesso nel mese di maggio l’ingresso e la distribuzione degli aiuti. Tuttavia, questo non ha posto fine alle sofferenze della popolazione palestinese.
Inoltre, numerose persone continuano a essere uccise nelle vicinanze dei siti della Gaza Humanitarian Foundation, un’organizzazione sostenuta da Stati Uniti e Israele, incaricata della distribuzione degli aiuti in sostituzione delle organizzazioni internazionali.
Il testo si concentra sulla drammatica situazione umanitaria nella Striscia di Gaza. I paesi firmatari denunciano la sofferenza senza precedenti dei civili. Criticano apertamente la gestione israeliana degli aiuti affermando che "è pericolosa, alimenta l’instabilità e priva i cittadini di Gaza della dignità umana".
Segue quindi un appello diretto e urgente al governo israeliano per revocare immediatamente le restrizioni e permettere a Nazioni Unite e ONG di svolgere il loro lavoro in modo sicuro ed efficace.
A questa denuncia si aggiunge una presa di posizione netta a favore del diritto internazionale, dei diritti dei palestinesi e della soluzione dei due Stati.
Si denuncia con fermezza ogni iniziativa volta a modificare l’assetto geografico o demografico dei territori occupati, giudicata una violazione del diritto internazionale. Si condannano in particolare le politiche di sfollamento forzato e le proposte di trasferire la popolazione palestinese in “città umanitarie”, recentemente accennate dal ministro della Difesa israeliano, Israel Katz.
La lettera affronta anche la questione degli ostaggi israeliani detenuti da Hamas. I firmatari sottolineano l’urgenza di un loro rilascio immediato e senza condizioni, in linea con il diritto umanitario internazionale.
La dichiarazione si chiude con un chiaro impegno politico da parte dei firmatari:
La lettera rappresenta un tentativo concreto di pressione diplomatica in un momento in cui la comunità internazionale appare divisa.