I partiti, ancora incerti sulle candidature per le elezioni regionali dell’autunno 2025, puntano ora sui sondaggi per orientare le loro scelte. Con sei regioni al voto — Campania, Marche, Puglia, Toscana, Valle D’Aosta e Veneto — la partita delle amministrative si prospetta complessa e, soprattutto, cruciale per gli equilibri politici delle due principali coalizioni in vista delle elezioni politiche del 2027. Vietato, quindi, commettere errori.
Particolarmente complessa è la situazione in Campania, dove i veti e le resistenze dell’uscente Vincenzo De Luca hanno frenato la corsa alla sua successione nel centrosinistra. Nel centrodestra, le divisioni non permettono di superare lo stallo sui nomi.
Dai recenti sondaggi dell’Istituto Piepoli potrebbero arrivare allora indicazioni preziose per orientare le strategie dei partiti in questa regione. I dati, diffusi oggi, sembrano confermare la strategia del centrosinistra, ma non quella del centrodestra.
Nei sondaggi politici diffusi oggi 23 luglio, l'Istituto Piepoli ha analizzato il grado di soddisfazione dei cittadini della Campania verso l'amministrazione uscente, guidata da Vincenzo De Luca, ma soprattutto le quotazioni dei nomi che, a oggi, sono stati avanzati dai partiti politici per la successione.
Nel campo del centrosinistra, i numeri sembrano premiare la candidatura di Roberto Fico. L'ex presidente della Camera, infatti, incassa il 56% delle preferenze tra i rispondenti, con un evidente distacco dal Sergio Costa (20%), ex ministro dell'Ambiente, e dall'attuale assessore regionale all'Istruzione, Lucia Fortini.
Un'indicazione chiara, che arriva nelle stesse ore in cui sembra sbloccarsi la trattativa tra De Luca, Partito democratico e Movimento 5 Stelle sul nome di Fico. L'annuncio ufficiale non dovrebbe tuttavia arrivare prima di Ferragosto: il governatore uscente, infatti, ha chiesto ai partiti alleati un altro po' di tempo.
Più frammentate, invece, le indicazioni che emergono dal sondaggio politico sulle elezioni regionali in Campania per il centrodestra. Edmondo Cirielli, viceministro degli Esteri da mesi in pole position, è conosciuto solo dal 31% degli elettori campani, nettamente distanziato da Mara Carfagna di Noi Moderati (59%) e dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi (55%). Anche in termini di propensione al voto, Cirielli non figura tra i candidati più forti del centrodestra: secondo il sondaggio dell’Istituto Piepoli, è infatti dietro a Piantedosi (28%), Carfagna (26%) e Guido Trombetti.
Di particolare rilievo è l’interesse accordato dagli elettori alle figure provenienti dal mondo civico: il tasso di fiducia nei confronti di personalità come Guido Trombetti — già rettore dell’Università Federico II — e Giosy Romano, commissario della ZES Unica e nome ricorrente negli ultimi giorni proprio per il centrodestra, sembra dar ragione alla proposta avanzata da Forza Italia.
Il partito, per voce del suo segretario regionale Fulvio Martusciello, negli scorsi mesi ha più volte chiesto una candidatura civica per le elezioni regionali. L’ipotesi, tuttavia, sembra sfumata e, negli scorsi giorni, Forza Italia ha offerto il suo sostegno a Cirielli, che al momento resta comunque il candidato più probabile.
Le elezioni regionali, tuttavia, non sono solo una questione di nomi e sondaggi, ma soprattutto di temi e proposte concrete. Tra le priorità indicate dai cittadini campani spiccano la sanità (38%) e la disoccupazione, che preoccupa un campano su cinque.
Nonostante la tenuta del presidente uscente Vincenzo De Luca, apprezzato dal 43% degli elettori — un dato in linea con la classifica del Sole 24 Ore, che lo colloca al 6° posto tra i governatori più graditi d’Italia — il 45% della popolazione campana afferma di aver registrato un peggioramento nella propria qualità della vita.
La disaffezione nei confronti della politica appare poi confermata: secondo l’Istituto Piepoli, a oggi, solo un elettore campano su due dichiara che si recherà alle urne. Un segnale d’allarme che dovrebbe spingere partiti e candidati, in vista delle elezioni regionali in Campania del 2025, a concentrarsi meno su tatticismi e più su programmi credibili, capaci di intercettare le reali esigenze del territorio.