23 Jul, 2025 - 16:08

Ucraina, scoppiano proteste contro Zelensky: perché la nuova legge anticorruzione fa discutere il Paese

Ucraina, scoppiano proteste contro Zelensky: perché la nuova legge anticorruzione fa discutere il Paese

Una nuova legge firmata dal presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha innescato proteste in diverse città, sollevando timori interni e internazionali. Al centro delle polemiche, la riorganizzazione delle strutture anticorruzione nate dopo Maidan, considerate essenziali nel percorso dell’Ucraina verso l’Unione europea.

Una legge contestata nel cuore della guerra

Il presidente ucraino Zelensky si trova di fronte a un’ondata di proteste che coinvolge la capitale Kiev e altre città principali del Paese. Alla base di questa reazione c’è un controverso disegno di legge che, secondo molti, potrebbe mettere in discussione l’autonomia degli organismi anticorruzione.

Zelensky ha firmato, il 22 luglio, la legge approvata dal parlamento, la Rada, con una maggioranza di 263 voti favorevoli. Il provvedimento è stato sostenuto dai deputati del partito presidenziale “Servo del Popolo” e dalla formazione “Batkivshchyna”, guidata dall’ex premier Yulia Tymoshenko.

Secondo le nuove disposizioni, l'Ufficio nazionale anticorruzione (NABU) e la Procura specializzata anticorruzione (SAPO) passeranno sotto il controllo diretto della Procura generale. Si tratta di due organismi istituiti dopo la Rivoluzione di Maidan del 2014, con l’obiettivo di sradicare la corruzione sistemica e avviare una profonda riforma democratica in vista di un futuro ingresso nell’Unione europea.

Timori di deriva autoritaria e indebolimento delle istituzioni

Le proteste rappresentano una delle rare manifestazioni pubbliche contro il leader ucraino da quando è iniziata la guerra. Secondo i critici, la nuova legge metterà a rischio l’indipendenza di NABU e SAPO, minacciando l’efficacia degli sforzi anticorruzione e i rapporti con i partner occidentali.

La firma di Zelensky sul disegno di legge ha alimentato i timori di una deriva autoritaria da parte sua e del suo entourage.

Tra le voci critiche figura anche il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko, che da tempo si scontra con l’amministrazione presidenziale. Klitschko ha avvertito che la nuova misura non avvicinerà il Paese all’Unione europea né rafforzerà lo stato di diritto o la democrazia. Ha sottolineato la necessità di riformare il sistema senza trasformarlo in uno strumento repressivo nelle mani del potere:

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Sì, ci sono molti dubbi sull’indipendenza, l’imparzialità e il rispetto delle procedure legali da parte di tutte le forze dell’ordine. Ma il sistema deve essere cambiato, non trasformato in un bulldog delle autorità.

Transparency International Ucraina, ramo locale della nota organizzazione globale che lotta contro la corruzione, ha lanciato un monito simile. Secondo l’ONG, la legge mina decenni di progressi nelle riforme anticorruzione, apre la porta a ingerenze politiche nelle indagini e riduce l’autonomia di NABU e SAPO, aumentando il rischio di pressioni nei casi che coinvolgono alti funzionari.

Le ragioni del governo: rafforzare il sistema, garantire giustizia

Zelensky ha invece difeso la riforma, sostenendo che la misura è necessaria per rafforzare lo stato di diritto, in particolare attraverso il lavoro degli enti anticorruzione. In un recente intervento, ha ribadito l’importanza di garantire che i reati non restino impuniti, sottolineando come la giustizia debba essere visibile e credibile agli occhi della società.

Il presidente ha criticato duramente il fatto che molti funzionari corrotti siano riusciti a fuggire all’estero senza subire alcuna conseguenza legale. Secondo lui, è “anormale” che procedimenti penali per miliardi di euro siano rimasti sospesi per anni e che informazioni sensibili continuino a finire in mani russe.

È stata quindi annunciata una nuova riunione operativa, prevista per la prossima settimana, seguita da un piano congiunto entro due settimane, finalizzato a rafforzare le istituzioni, affrontare le criticità esistenti e tutelare in modo concreto gli interessi della società ucraina.

La riforma firmata da Zelensky arriva in un momento delicato per il Paese, impegnato su più fronti: la guerra e la pressione per mantenere viva la fiducia dei cittadini. Ma l’accusa di voler limitare l’autonomia delle istituzioni anticorruzione rischia di incrinare la sua immagine riformista e quella dell’intero percorso democratico dell’Ucraina.

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