"Tutta la coalizione - ragiona un 'big' dell'alleanza - deve capire che le urne nelle Marche sono un test importantissimo". I leader - anche la premier Meloni, dice una fonte di FdI - nelle prossime settimane torneranno nella regione gia' battezzata 'l'Ohio d'Italia', "il centrosinistra paghera' la divisione tra Pd e M5s", e' la tesi. Ma l'obiettivo e' quello di non cavalcare la vicenda nella quale e' coinvolto l'europarlamentare dem. "Siamo sempre garantisti", dice per esempio il capogruppo forzista Paolo Barelli. C'e' chi nota come sia stata colpita dalle inchieste l'ala riformista del Pd, chi - come un 'big' di FdI - rileva che "ormai far politica e' diventato pericoloso, la classe dirigente dovrebbe essere maggiormente tutelata dalle offensive dei pm". Sta di fatto che quello nelle Marche viene ritenuto un voto fondamentale anche e soprattutto nel partito di via della Scrofa. Il nodo Veneto, invece, e' stato 'congelato'. "C'e' ancora un po' di tempo", il 'refrain'.
Ma piu' passa il tempo - ragiona un altro esponente della coalizione del centrodestra - e piu' aumentano le probabilita' che si arrivi a optare per un civico da scegliere insieme a Luca Zaia, con il leghista che non si puo' ricandidare per il blocco del terzo mandato. Anche se, allo stato, sulla carta, i candidati in campo restano Alberto Stefani e Mario Conte per la Lega; e Raffaele Speranzon e Luca De Carlo per FdI. Altro tema riguarda il futuro di Zaia, con il segretario Salvini che si e' detto favorevole a un suo eventuale ingresso nella formazione di governo e la premier Giorgia Meloni che potrebbe aprire all'ipotesi di sostituzioni o cambi di posti operati con il bisturi, senza dar vita a un Meloni II, che vede come fumo negli occhi. Saranno Meloni, Salvini e Tajani a sbrogliare la matassa, nelle prossime settimane.