25 Jul, 2025 - 15:00

Scontro alla Camera tra Lega e M5S: davvero un deputato è stato beccato a votare per il collega assente?

Scontro alla Camera tra Lega e M5S: davvero un deputato è stato beccato a votare per il collega assente?

Un deputato della Lega ha votato davvero per un collega assente? È questa l'accusa mossa dal deputato del Movimento 5 Stelle, Alfonso Colucci, a un collega dell'opposizione, che ha fatto salire alle stelle la tensione a Montecitorio.

Scattano le verifiche e l'Aula esplode. 

E' accaduto durante la seduta di giovedì 24 luglio, mentre si stavano approvando gli emendamenti per il Dl Eventi Sportivi. L'esponente pentastellato ha chiesto la parola per denunciare la violazione del regolamento della Camera e sollecitare le opportune verifiche al presidente di turno, il deputato M5S, Sergio Costa. Verifiche che sono state avviate tra le proteste e i borbottii della maggioranza.

Il clima a Montecitorio era ancora rovente dopo il durissimo scontro con il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli, che si era rivolto ai colleghi del Movimento 5 Stelle con il termine 'straccioni'.

Scontro Lega-M5S: chi ha votato per il collega assente?

La denuncia è partita dal deputato del Movimento 5 Stelle, Alfonso Colucci. Il deputato ha preso la parola dopo la bocciatura di un emendamento dell'opposizione, sostenendo che un deputato della Lega avesse votato anche per un collega assente.

Il regolamento della Camera vieta di votare per altri. Oltre alla violazione procedurale, il voto per altri – come sottolineato da Colucci – determinerebbe un danno alle casse della Camera, dal momento che concorrerebbe al recepimento della diaria (rimborso giornaliero per i parlamentari) da parte del deputato, che in quanto assente non ne avrebbe avuto diritto.

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“Denuncio una grave violazione regolamentare, perché abbiamo un deputato che vota per due persone. Ma le aggiungo anche di valutare, poiché noi sappiamo che il voto serve anche per accordare la diaria al deputato assente, se questo comportamento non configuri ipotesi di reato, di peculato, in ragione dell'utilizzo dei fondi della Camera. Presidente, parlo a nome degli straccioni del Movimento 5 Stelle.”

L'intervento del deputato pentastellato - con un evidente riferimento alla polemica dei giorni precedenti con Fabio Rampelli - è stato accompagnato dagli applausi dei colleghi di partito e di opposizione, ma anche dai cori della maggioranza, con coloriti scambi tra i due emicicli di Montecitorio.

Il presidente Costa ha dovuto faticare non poco per riportare l'ordine nell'Aula, e proseguire con il dibattito parlamentare e l'approvazione degli atti successivi.

Scoppia la rissa alla Camera: ecco cosa è successo

La tensione in Aula, tuttavia, è salita anche in altri due momenti. Quando a prendere la parola è stato il deputato M5s, Leonardo Donno, che ha incalzato nuovamente il presidente Costa a effettuare le verifiche su quanto denunciato dal suo collega pochi minuti prima, scatenando la reazione veemente della Lega. 

Pochi minuti dopo è toccato a un'altra collega del Movimento 5 Stelle puntare il dito contro un altro 'pianista', questa volta di Forza Italia. Emma Pavanelli ha infatti preso la parola per chiedere che venissero presi provvedimenti.

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“Sono mesi, ormai quasi tre anni, che denuncio “i pianisti” in quest'Aula. Purtroppo anche oggi, nelle file di Forza Italia, c'è qualcuno che spinge un fogliettino per far votare il collega assente. Io chiedo formalmente che chi non è presente debba togliere il tesserino. E' inaccettabile che chi non è qui oggi continui a votare.

Chi sono i 'pianisti' e cosa rischia chi voto per gli assenti?

Ancora una volta il presidente della Camera è dovuto intervenire per riportare l'ordine nell'Emiciclo. Non sono ancora noti gli esiti degli accertamenti avviati dalla denuncia del deputato del Movimento 5 Stelle. Nel caso in cui i fatti denunciati dovessero, tuttavia, rivelarsi veritieri i protagonisti della violazione potrebbero rischiare un richiamo, in quanto, il regolamento della Camera chiarisce che il voto è personale e non può essere delegato. 

Il cosiddetto fenomeno dei 'pianisti' non è nuovo ed è stato al centro di innumerevoli denunce e scontri. Con il termine 'pianisti' si definiscono, in gergo, quei parlamentari che votano anche per colleghi assenti, per contribuire alla buona riuscita di una votazione, o, più prosaicamente per consentirgli di prendere la diaria che spetta a tutti i deputati quando partecipano ai lavori della Camera. Vengono detti 'pianisti' in quanto per votare occorre schiacciare il tasto presente sul banco assegnato a ciascun deputato.

 

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