26 Jul, 2025 - 16:56

Diritto al conto corrente garantito per tutti: chi ci guadagna davvero e chi no

Diritto al conto corrente garantito per tutti: chi ci guadagna davvero e chi no

Cos'è il nuovo diritto al conto corrente e perché importante? Quante volte ti è capitato di subire una decisione unilaterale della banca, con la chiusura improvvisa del tuo conto corrente e dei servizi collegati? Troppo spesso, la risposta di un direttore di filiale – un laconico "la banca ha deciso così" – ha lasciato i correntisti in un senso di impotenza di fronte a decisioni insindacabili. Che si trattasse di un conto chiuso senza preavviso o di una richiesta respinta senza chiare motivazioni, molti hanno sperimentato questa frustrazione.

Finalmente, c'è una svolta: il 23 luglio 2025, la Camera dei Deputati ha approvato all'unanimità una significativa riforma che introduce il vero e proprio "diritto al conto corrente" per ogni cittadino. Il testo unificato delle proposte di legge C. 1091-1240-A, che modifica il codice civile e del consumo, passa ora all'esame dell'altro ramo del Parlamento. Ma questa novità legislativa cambierà davvero le cose per tutti? Chi sono i veri beneficiari di questa misura e quali sono i potenziali rischi che essa porta con sé?

Diritto al conto corrente: sarà davvero più facile per tutti?

Questo provvedimento è visto da alcuni come una potenziale spina per il mondo del credito italiano, da altri come una svolta epocale che finalmente regolarizza i rapporti tra cittadini e sistema bancario. Al di là delle diverse prospettive, la normativa rappresenta un punto di svolta, riequilibrando il rapporto tra banca e correntista e ponendo un freno ai recessi arbitrari da parte degli istituti di credito.

L'iniziativa, promossa in particolare dalle associazioni dei consumatori – da anni impegnate nel contrastare il recesso delle condizioni bancarie che portano all'esclusione finanziaria dei cittadini – introduce principi fondamentali legati al diritto universale al conto corrente:

  • diritto universale all'apertura del conto: ogni cittadino avrà il diritto di aprire un conto corrente, indipendentemente dalla propria condizione economica o sociale. Le banche saranno obbligate ad accettare la richiesta, salvo rare eccezioni;
  • motivazioni obbligatorie per i rifiuti e le chiusure: le banche non potranno più chiudere unilateralmente i conti correnti se il saldo risulta attivo, né rifiutarne l'apertura senza una valida motivazione. Ogni diniego o recesso dovrà essere dettagliato e motivato per iscritto al cliente entro 10 giorni dalla data della richiesta;
  • contrasto all'esclusione finanziaria: il diritto al conto corrente è pensato per diventare un servizio essenziale di inclusione sociale, fondamentale per la gestione di stipendi, sussidi, pensioni e prevenire l'esclusione finanziaria, spesso legata anche a problematiche di contrasto all'evasione fiscale.

Le eccezioni previste dalla legge

La nuova normativa non è tuttavia assoluta. Sono previste delle eccezioni mirate e stringenti, principalmente legate alla sicurezza e al contrasto della criminalità finanziaria.

Le banche potranno rifiutare l’apertura o procedere alla chiusura del conto solo quando vi siano sospetti fondati e documentati di attività illecite, in particolare:

  • riciclaggio di denaro;
  • finanziamento del terrorismo.

Si tratta di eccezioni perfettamente in linea con la normativa europea antiriciclaggio. È importante sottolineare che, in questi casi, l'onere della prova e della documentazione spetta all'istituto bancario, che non potrà agire in modo arbitrario.

Cosa cambia rispetto alla normativa attuale

La riforma prevista dall’articolo 1857-bis nel Codice Civile regolarizza il diritto al conto corrente e abroga la disposizione del Codice del Consumo (art. 33, comma 3, lett. a) che permetteva alle banche di recedere dai contratti senza preavviso.

In altre parole, se le nuove disposizioni saranno rese operative, le banche non avranno più piena autonomia contrattuale riguardo all'apertura o chiusura dei conti senza una valida motivazione. Questo cambiamento risponde a una politica "garantista unilaterale" che gli istituti di credito hanno adottato nel corso degli anni a proprio vantaggio, portando a un numero insolito di chiusure e dinieghi di apertura. L'idea è quella di stabilire un regime più tutelato per i clienti, rafforzando i diritti legati al conto corrente per renderlo un servizio essenziale di inclusione sociale.

Le critiche e le riserve sul "diritto al conto"

Nonostante le finalità positive, le nuove tutele per i cittadini sollevano anche delle perplessità. Secondo quanto riportato da quifinanza.it, l'ABI (Associazione Bancaria Italiana) e la Banca d'Italia temono che questa situazione, limitando fortemente l’autonomia contrattuale delle banche, possa complicare la gestione dei rischi legati al riciclaggio e, in generale, i conflitti con le direttive europee. Il timore è che si finisca per "polverizzare" o quanto meno rendere più difficile la gestione di tali rischi.

A ciò si aggiungono le preoccupazioni espresse dal Codacons, che pur apprezzando in linea di massima la norma, ha avvertito che i costi di gestione per le banche potrebbero aumentare a causa di una rivalutazione del rischio. Questo, a sua volta, potrebbe tradursi in commissioni più alte o servizi accessori a pagamento per i correntisti, spostando potenzialmente il costo del "diritto al conto corrente" sui clienti stessi.

FAQ sul nuovo "diritto al conto corrente garantito"

  1. Qual è la principale differenza tra vecchia e nuova normativa? La principale differenza sta nel fatto che, con il nuovo diritto al conto corrente, le banche non potranno più rifiutare l'apertura di un conto o chiuderlo unilateralmente senza una valida e documentata motivazione. 
  2. In quali casi una banca può rifiutare l'apertura o chiusura di un conto? Solo in presenza di sospetti fondati e documentati di attività illecite, come il riciclaggio di denaro o il finanziamento del terrorismo. L'onere della prova in questi casi spetta sempre all'istituto bancario.
  3. Chi ci guadagna davvero da questo nuovo diritto? I cittadini esclusi dal sistema bancario saranno i principali beneficiari, ma resta da capire se maggiori costi di gestione per le banche, derivante dalla rivalutazione del rischio, possa tradursi in commissioni più alte o servizi accessori a pagamento per i correntisti, spostando di fatto il costo di questa nuova garanzia sui clienti.
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