26 Jul, 2025 - 17:40

Roma, la Lega accusa Gualtieri di censura: botta e risposta sui manifesti del dl Sicurezza

Roma, la Lega accusa Gualtieri di censura: botta e risposta sui manifesti del dl Sicurezza

Sono parole dure quelle che arrivano dalla Lega nei confronti del sindaco di Roma, Roberto Gualtieri. Il primo cittadino è accusato di voler censurare i successi del Carroccio impedendo l'affissione dei manifesti che evidenziano gli effetti positivi del decreto Sicurezza. Già qualche settimana fa, quando i cartelloni realizzati con l’intelligenza artificiale sono stati esposti nel quartiere romano di San Lorenzo, si erano già registrate polemiche.

Sui manifesti in questione comparivano infatti personaggi stereotipati, che avrebbero dovuto rappresentare occupanti abusivi, manifestanti e altre categorie interessate dalle controverse misure introdotte dal governo Meloni. A meno di ventiquattro ore dall'affissione, alcuni dei cartelloni sono stati imbrattati con vernice rossa, gesto che ha provocato l'indignazione del leader leghista Matteo Salvini.

Ora, però, nel mirino della Lega c’è Roberto Gualtieri. Secondo quanto dichiarato dal vicesegretario federale Claudio Durigon e da altri esponenti del partito, il Comune di Roma avrebbe disposto la rimozione di manifesti regolarmente affissi e pagati. La vicenda non è passata inosservata e il Campidoglio ha replicato, precisando che i manifesti contenevano elementi ritenuti stereotipati. Tuttavia, la nota ufficiale dell’amministrazione non è bastata a placare le proteste del Carroccio, che preannuncia un confronto acceso sulla questione.

L'accusa della Lega a Gualtieri

La Lega è sul piede di guerra. Secondo diversi esponenti del partito di Matteo Salvini, il Campidoglio avrebbe ordinato la rimozione dei manifesti a favore del decreto Sicurezza, affissi nella Capitale. I messaggi promuovevano il provvedimento approvato un mese fa e sostenuto dalla Lega, e la loro rimozione è stata duramente criticata.

Il sottosegretario al Ministero dell’Interno, Nicola Molteni, ha definito il gesto come un atto grave e ingiustificato, accusando l’amministrazione di ostacolare una campagna volta a promuovere legalità e buonsenso.

Anche Claudio Durigon ha espresso forte disappunto, parlando di un atteggiamento discriminatorio da parte del Comune, che non avrebbe mostrato lo stesso rigore verso iniziative di segno politico opposto. I consiglieri comunali Fabrizio Santori e Maurizio Politi hanno infine annunciato la presentazione di un’interrogazione in Campidoglio per chiarire l’intera vicenda.

La risposta del Campidoglio

La replica dell’amministrazione capitolina non si è fatta attendere. In una nota ufficiale, il Comune ha spiegato che la decisione è stata presa autonomamente dagli uffici competenti, in seguito a segnalazioni ricevute da cittadini che avevano espresso indignazione per il contenuto dei manifesti.

L’intervento è stato giustificato con il rispetto dell’articolo 12-bis del Regolamento comunale sulla pubblicità, che vieta contenuti pubblicitari contenenti stereotipi legati all’appartenenza etnica. Il Campidoglio ha quindi smentito qualsiasi intento censorio, ribadendo che si è trattato di un’applicazione delle norme vigenti.

Ha inoltre ricordato che resta aperta la possibilità di presentare ricorso o di proseguire la campagna pubblicitaria, previa modifica dei contenuti per renderli conformi al regolamento.

Cosa rappresentano i manifesti della Lega?

I manifesti contestati miravano a celebrare l’approvazione del decreto Sicurezza, varato il 4 giugno scorso. Il provvedimento introduce nuove sanzioni contro chi organizza rivolte nelle carceri, occupa abusivamente immobili, blocca le strade durante le manifestazioni o è coinvolto in episodi di microcriminalità.

Le immagini, generate con l’intelligenza artificiale, sono state giudicate da molti come eccessivamente stereotipate e offensive. Alcuni manifesti sono stati persino imbrattati da attivisti legati a gruppi di sinistra, in segno di protesta.

Riassunto in tre punti

  • La Lega accusa il sindaco Gualtieri di censura per la rimozione di manifesti che promuovevano il decreto Sicurezza, affissi e pagati regolarmente.
  • Il Campidoglio replica che la decisione è stata presa dagli uffici in base al Regolamento comunale, per la presenza di contenuti ritenuti stereotipati e lesivi.
  • Il confronto politico resta aperto, con la Lega pronta a presentare un’interrogazione ufficiale e a portare avanti la propria campagna, se necessario modificandone i contenuti.

 

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