No, riconoscere lo Stato palestinese non sarebbe controproducente. Anzi, aiuterebbe il processo di pace in Medio Oriente. A smentire il ragionamento espresso nei giorni scorsi dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, che in un'intervista a Repubblica – oggi, 27 luglio 2025 – spiega perché il riconoscimento della Palestina sarebbe utile in questo momento storico. La leader dem non ha dubbi: già altri Paesi hanno riconosciuto lo Stato palestinese, tra questi c'è la Francia di Macron, che ha preso le distanze da Israele, ma questo discorso sembra non sfiorare minimamente Palazzo Chigi.
Nei giorni scorsi, la presidente del Consiglio aveva ribadito che un riconoscimento della Palestina sarebbe troppo prematuro e che costituirebbe un fattore di destabilizzazione per l'intero Medio Oriente. Nella giornata di ieri, 26 luglio 2025, non sono mancate le critiche da parte dell'opposizione, che ha accusato Meloni di accondiscendenza nei confronti del presidente statunitense Donald Trump e del premier israeliano Benjamin Netanyahu. In effetti, il mancato riconoscimento dello Stato palestinese potrebbe essere legato anche alla volontà di non deteriorare le relazioni con Stati Uniti e Israele.
Nel frattempo, in Medio Oriente continuano ad arrivare camion umanitari per far fronte alla crisi umanitaria provocata dalle azioni militari degli ultimi due anni. Nei prossimi mesi sarà necessario individuare, anche a livello internazionale, una soluzione al problema che da quasi un biennio affligge l’intera regione.
Altro che prematuro: i tempi sono perfetti per riconoscere la Palestina. La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, respinge con decisione le parole di Giorgia Meloni, che ha definito “controproducente” un riconoscimento immediato dello Stato di Palestina. In un’intervista a Repubblica, Schlein definisce le azioni della premier come un’arrampicata sugli specchi. La segretaria dem ritiene controproducente la "totale sudditanza" della presidente del Consiglio a Trump e Netanyahu.
Se fosse lei al governo, Schlein riconoscerebbe lo Stato di Palestina immediatamente, come hanno già fatto Spagna, Irlanda, Norvegia e, a breve, anche la Francia. Altro che “troppo presto”: secondo Schlein, un riconoscimento tardivo rischierebbe di prolungare ulteriormente il conflitto. Propone invece un passo concreto per rilanciare un processo di pace in Medio Oriente, tanto più urgente di fronte ai crimini di guerra attribuiti al governo Netanyahu. “Lo chiediamo da mesi, anche in piazza con centinaia di migliaia di persone a Roma”.
A chi teme che un riconoscimento senza condizioni possa legittimare Hamas, la leader dem replica:
Dopo il riconoscimento della Palestina da parte della Francia, Meloni si è subito defilata. La presidente del Consiglio ha dichiarato che non seguirà la linea del presidente francese Emmanuel Macron perché, in questo momento, risulterebbe un azzardo e rischierebbe di rallentare il processo di pace in Medio Oriente. Una posizione che, sebbene non dichiarata apertamente, punta anche a evitare tensioni diplomatiche con i suoi alleati.
Attualmente, la presidente del Consiglio non intende peggiorare le relazioni con il presidente statunitense Donald Trump, in virtù della questione dei dazi, e con il premier israeliano Benjamin Netanyahu – sebbene i rapporti si siano incrinati dopo che l’esercito di Tel Aviv ha colpito la chiesa della Sacra Famiglia di Gaza pochi giorni fa. L’opposizione ha duramente attaccato la posizione di Meloni.
Nel frattempo, la situazione umanitaria a Gaza continua a peggiorare. La segretaria del PD, Elly Schlein, ha ribadito nel corso di un comizio a Paestum, in provincia di Salerno:
Oggi sono arrivati aiuti umanitari dall’Egitto verso Gaza.