28 Jul, 2025 - 16:55

Perché la "Lista Zaia" fa così paura (anche a Salvini)? Tajani stronca la Lega: “Non mi pare una buona idea”

Perché la "Lista Zaia" fa così paura (anche a Salvini)? Tajani stronca la Lega: “Non mi pare una buona idea”

I sostenitori del governatore uscente del Veneto, Luca Zaia, intendono presentare una lista autonoma con il suo nome alle elezioni regionali del 2025, nonostante il divieto imposto da Giorgia Meloni e le perplessità espresse da Matteo Salvini e Antonio Tajani.

Il progetto di una "Lista Zaia", tuttavia, non ha trovato parere favorevole tra gli alleati di centrodestra, Matteo Salvini compreso, che temono che la lista, forte della popolarità del governatore uscente, possa oscurare il candidato ufficiale del centrodestra e creare squilibri nella futura gestione della Regione.

I leghisti veneti, tuttavia, hanno ribadito in più di un’occasione di essere disposti anche a una corsa in solitaria in caso di veti da parte della coalizione: una prospettiva che potrebbe aprire una prateria di nuove possibilità per il candidato del centrosinistra, Giovanni Manildo, ex sindaco del PD di Treviso.
In Veneto la maggioranza di Giorgia Meloni si trova davanti a un bivio ricco di insidie.

Elezioni regionali Veneto 2025: la “Lista Zaia” minaccia di correre da sola

I leghisti veneti sono sul piede di guerra e pensano a una corsa in solitaria della “Lista Zaia”. Il veto posto da Giorgia Meloni non è piaciuto ai fedelissimi del governatore uscente, fuori dai giochi per la regola del terzo mandato.

Hanno fatto capire molto chiaramente di non essere disponibili a sacrificare la lunga esperienza di buon governo del Carroccio alla Regione sull’altare degli equilibri partitici. E non è disposta a cedere neanche di fronte alla candidatura di un esponente della Lega. Temono, infatti, che senza il peso della “Lista Zaia”, la Lega verrebbe marginalizzata in Consiglio regionale.

L’obiettivo della discesa in campo della lista dell’ex governatore (data al 40%) è quello di evitare il rischio di accerchiamento da parte degli alleati con l’impossibilità di garantire continuità con l’esperienza precedente. L’obiettivo è garantire continuità politica e amministrativa con i governi regionali precedenti, evitando che un eventuale nuovo presidente venga scelto solo per logiche di equilibrio nazionale tra partiti.

Perché tutti temono la lista Zaia? Salvini, Meloni e Tajani “contro” il governatore del Veneto

Giorgia Meloni non vuole sentir parlare di Lista Zaia e pare che nell’ultimo vertice di maggioranza tenutosi la scorsa settimana, l'abbia posta come condizione imprescindibile per lasciare la scelta di un candidato presidente della Lega. Neanche il segretario leghista, Matteo Salvini, sembra troppo entusiasta della discesa in campo di una lista indipendente collegata alla Lega. Oggi, infine, il segretario nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani ha stroncato l’ipotesi definendola ‘una cosa singolare’.

Meloni e Tajani temono che una lista autonoma possa trasformarsi in un “commissariamento” politico del futuro presidente da parte della lega veneta. Se davvero la Lista Zaia dovesse raggiungere i consensi ipotizzati, porterebbe in consiglio regionale un numero di consiglieri tale da condizionare le scelte della coalizione. Ecco perché, pare, che Giorgia Meloni abbia posto il veto non solo alla lista, ma anche a qualsiasi ipotesi di inserimento del nome del governatore uscente in una lista collega.

L’ipotesi viene stroncata anche da Antonio Tajani che sottolinea la singolarità della situazione e il rischio che possa confondere l’elettorato.

virgolette
“Un conto sono le liste civiche. Però se un rappresentante di un partito fa una lista diversa dal suo partito mi sembra una cosa singolare. Ne parleremo, ma non mi pare una buona idea. Se un esponente autorevole di un partito si mette a fare una lista personali si crea un po' di confusione nell’elettorato. Tuttavia ne parleremo”.

Perché la lista di Zaia fa paura anche a Salvini?  

L’ipotesi di una lista autonoma con il nome del governatore uscente della Lega non entusiasma neanche il segretario federale, Matteo Salvini. Se gli alleati di FdI e FI temono il rischio commissariamento, Salvini teme l’oscuramento del partito.

Il timore – più che fondato - è che una lista Zaia sottragga consensi alla Lega, oscurando il suo ruolo e quello dell’eventuale nuovo governatore della Lega. Salvini ha provato a far capire a Zaia che non c’è spazio per una lista autonoma. Il leader della Lega ha anche pensato di proporre al governatore un ruolo ministeriale in cambio di un passo indietro.

L’unità del centrodestra è in bilico, le posizioni sono distanti e nessuno sembra disposto a cedere. La frattura interna alla Lega e le tensioni con gli alleati rendono sempre più concreta la possibilità di una corsa separata tra le anime del centrodestra. 

In questo scenario, si aprono spazi significativi per il centrosinistra, che candida l’ex sindaco di Treviso, Giovanni Manildo. Se Zaia decidesse davvero di correre da solo, potrebbe indebolire l’intera coalizione, rendendo il Veneto – storicamente roccaforte leghista – contendibile come non lo è mai stato da anni. 

Zaia sa di godere di un ampio consenso nella regione, ma davvero deciderà di assumersi la responsabilità di spaccare la coalizione e rischiare di consegnare il veneto in mano al centrosinistra?

Elezioni regionali Veneto 2025, il nodo ‘Lista Zaia’ in tre punti:

  1. Il progetto della “Lista Zaia” spaventa il centrodestra: I fedelissimi del governatore Luca Zaia vogliono presentare una lista autonoma alle regionali venete 2025, nonostante i veti di Giorgia Meloni e le perplessità di Matteo Salvini e Antonio Tajani. La lista, forte della popolarità di Zaia, rischierebbe di oscurare il candidato ufficiale del centrodestra e creare squilibri nella futura gestione della Regione.
  2. La Lega Veneta minaccia la corsa solitaria: In assenza di accordi, la componente veneta del Carroccio è pronta a correre da sola, rifiutando anche un candidato espressione della Lega. Temono infatti che senza il peso della “Lista Zaia” la Lega verrebbe marginalizzata in Consiglio regionale. L’ipotesi favorirebbe indirettamente il centrosinistra, rappresentato da Giovanni Manildo.
  3. Tensione nella coalizione e rischio spaccatura: Meloni e Tajani temono che una lista autonoma possa trasformarsi in un “commissariamento” politico del futuro presidente da parte della Liga Veneta. Salvini, invece, teme che la Lega venga oscurata dal carisma di Zaia. La situazione minaccia l’unità del centrodestra e potrebbe compromettere la vittoria nella Regione.
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