È unanime la condanna della politica per l’aggressione antisemita subita nella serata di ieri da un padre e da suo figlio di sei anni in un autogrill di Milano, mentre erano in fila per il bagno. L’episodio è stato denunciato da Davide Romano, direttore del museo della Brigata ebraica del capoluogo lombardo.
Sulla vicenda è stata avviata un’indagine della Digos di Milano, che sta analizzando le immagini registrate dalle telecamere presenti nell’area di sosta della stazione di servizio di Lainate sulla Milano Laghi. Gli agenti stanno raccogliendo le testimonianze, nonché elementi utili in relazione all’aggressione. Nelle prossime ore gli investigatori stileranno un’informativa in base alla quale potrebbero emergere eventuali ipotesi di reato.
L’episodio di odio antisemita è stato condannato dalle comunità ebraiche milanesi e nazionali, che hanno denunciato nuovamente una recrudescenza di casi di violenza fisica e verbale nei confronti di cittadini di origine ebraica. Victor Fadlun, presidente della Comunità Ebraica di Roma, ha espresso “indignazione e sconcerto”, denunciando un “drammatico incremento degli episodi di odio anti-ebraico in tutto il mondo”.
Un cittadino francese e suo figlio di sei anni sono stati aggrediti verbalmente ieri sera – domenica 27 luglio 2025 – in un autogrill di Milano perché di origine ebraica. L’episodio è stato ripreso dalla vittima in un video postato sui social. Le immagini del video saranno confrontate con quelle delle telecamere presenti all’interno dei locali dell’autogrill.
L’uomo, insieme al suo bambino, si trovava in fila per il bagno. Entrambi indossavano la kippah, il tradizionale copricapo circolare utilizzato dagli uomini di religione ebraica, quando gli avventori presenti nell’area di sosta di Lainate a Milano hanno cominciato a insultarli.
Nel video ripreso dall’uomo si sentono chiaramente frasi come “Andate a casa vostra, assassini”, “Andrete all’inferno prima o poi”.
L’uomo ha raccontato all’Ansa di essere venuti per il fine settimana a Milano per far visita alla figlia maggiore. Nel viaggio verso casa si sarebbe fermato all’autogrill per portare il bambino al bagno e lì sarebbero stati vittime dell’aggressione documentata nel suo video.
Sull’aggressione a sfondo antisemita è in corso un’indagine coordinata dagli agenti della Digos di Milano. Secondo quanto si apprende, al vaglio degli inquirenti ci sarebbero immagini registrate dalle telecamere interne ed esterne dell’autogrill e quelle del video diffuso sui social dalla vittima.
Al tempo stesso si stanno raccogliendo testimonianze per ricostruire con precisione la dinamica al fine di identificare gli autori degli insulti e verificare l’eventuale sussistenza di reati legati all’odio razziale o religioso. Attesa nelle prossime ore l’informativa degli investigatori.
L’episodio ha destato forte preoccupazione tra le autorità, che parlano di un clima sociale sempre più intollerante. La procura di Milano segue con attenzione l’evolversi dell’indagine.
Numerosi esponenti politici hanno espresso indignazione e condanna per il gesto. L’episodio ha suscitato una condanna trasversale da parte delle forze politiche italiane.
La vicepresidente del Parlamento europeo, Pina Picierno, ha sottolineato che “condannare le politiche di Israele non deve mai tradursi in odio verso il popolo ebraico”.
Piero Fassino ha evidenziato l’ “allarmante diffusione di pulsioni antiebraiche” e la necessità di contrastare “con nettezza ogni atteggiamento antisemita".
L'aggressione violenta subita in un autogrill milanese da un cittadino francese e suo figlio, indossanti la kippah, al grido di "ebrei assassini" conferma l'allarmante diffusione di pulsioni antiebraiche e di odio antisemita. Considerare ogni ebreo ovunque viva un complice di… pic.twitter.com/2Rz8BQsi3k
— Piero Fassino (@pierofassino) July 28, 2025
Carlo Calenda ha definito l’aggressione “un atto di razzismo da anni '30”, ribadendo che “questi atti di fascismo vanno combattuti e non tollerati”.
Il capogruppo di Fratelli d’Italia, Galeazzo Bignami, ha parlato di una “orribile ‘caccia all’ebreo’” e ha attribuito parte della responsabilità a “incaute dichiarazioni politiche” che alimentano un clima di tensione.
Anche Giovanni Donzelli (FdI) ha affermato che “cacciare gli ebrei dai luoghi pubblici è razzismo puro e pericolosissimo”, distinguendo con chiarezza tra dissenso politico e odio religioso.
Il caso di Lainate ha riportato al centro del dibattito pubblico l’urgenza di combattere l’antisemitismo in ogni sua forma, riaffermando il principio che nessuna critica politica, per quanto legittima, può giustificare l’odio verso una comunità religiosa.