La relatrice speciale delle Nazioni Unite, Francesca Albanese, ha risposto alle recenti dichiarazioni del ministro degli Esteri Antonio Tajani in merito alle sanzioni imposte dagli Stati Uniti. Albanese è stata colpita da tali misure per via di un rapporto in cui denunciava il coinvolgimento di diverse aziende private nella guerra in Medio Oriente. L’annuncio delle sanzioni, giunto all’inizio di luglio, ha suscitato scalpore all’interno dell’ONU e tra numerose organizzazioni internazionali. Tuttavia, l’Italia non ha preso posizione ufficiale sulla questione. Oggi, 29 luglio 2025, Albanese ha ribadito che si tratta di una violazione senza precedenti: non è necessario un sostegno personale, ma il rispetto degli obblighi internazionali.
La relatrice speciale ha poi commentato l’annessione della Cisgiordania dopo l’approvazione, da parte del Parlamento israeliano, di una mozione promossa dai partiti della maggioranza. L’ONU ha condannato il voto, definendolo espressione di un’occupazione illegittima. Albanese ha ricordato che la Corte Internazionale di Giustizia si è già espressa sull’argomento, dichiarando l’occupazione israeliana illegale e chiedendo riparazioni e indennizzi.
Infine, Albanese ha sottolineato il ruolo crescente degli interessi privati nei processi di espulsione dei palestinesi – un tema già affrontato nel suo ultimo rapporto – e ha ribadito la necessità di riconoscere lo Stato palestinese. Esiste, ha detto, un consenso internazionale a favore della soluzione dei due Stati, e dopo trentacinque anni di negoziati questo riconoscimento rappresenterebbe un atto dovuto.
La mancata condanna da parte del governo italiano, la guerra in corso e l’occupazione dei territori palestinesi, nonché le resistenze nel riconoscere lo Stato palestinese, sono alcuni dei temi affrontati oggi da Francesca Albanese. Le sue dichiarazioni sono arrivate poco prima di un intervento alla sala stampa della Camera dei deputati, in occasione di un incontro con l’Intergruppo parlamentare per la pace tra Palestina e Israele.
Tajani rispondendo a Gabriele Nunziati, un ottimo giornalista che per due volte gli ha chiesto perché il governo non avesse ancora difeso Francesca Albanese sotto attacco USA. Tajani non ha risposto ovviamente e si è rifugiato in allucinanti supercazzole. pic.twitter.com/khHGZJUc1r
— Alessandro Di Battista (@ale_dibattista) July 18, 2025
La relatrice ONU è tornata sulle sanzioni statunitensi nei suoi confronti, affermando che l’Italia dovrebbe intervenire non per lei, ma per il rispetto del diritto internazionale. Ha replicato così al ministro Tajani, che aveva definito la decisione americana una scelta unilaterale:
Albanese ha inoltre sottolineato che la situazione riflette una profonda spaccatura nel Paese.
Qualche giorno fa, con 71 voti favorevoli e 13 contrari, la Knesset ha approvato una mozione per l’annessione della Cisgiordania, denominata “Giudea e Samaria” dal governo Netanyahu. Il voto, promosso dalla destra, ha valore simbolico ma rappresenta una svolta politica. L’opposizione ha boicottato il voto.
La comunità internazionale considera l’occupazione israeliana del 1967 illegale, così come gli insediamenti costruiti nei territori. L’estrema destra israeliana auspica l’allontanamento dei palestinesi, mentre cresce il timore che questa politica comprometta definitivamente la soluzione dei due Stati.
Albanese ha commentato:
Di recente, il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato che la Francia riconoscerà lo Stato palestinese. L’Italia ha invece considerato il passo prematuro, preferendo attendere una tregua e la liberazione degli ostaggi. Albanese ha replicato che la maggior parte della comunità internazionale già riconosce la Palestina e che il riconoscimento è un dovere politico e morale, dopo 35 anni di negoziati:
Alla domanda su cosa potrebbe accadere se fallisse la soluzione dei due Stati, Albanese ha indicato l’ipotesi di un unico Stato democratico e inclusivo per entrambi i popoli.