29 Jul, 2025 - 13:20

L'accordo Usa-Ue sui dazi è stato un fallimento? Calenda indica tre colpevoli: ecco chi sono

L'accordo Usa-Ue sui dazi è stato un fallimento? Calenda indica tre colpevoli: ecco chi sono

L'accordo tra USA e UE della scorsa domenica è una sconfitta per l'intera Unione Europea, ma sono solo tre i responsabili. Il segretario di Azione, Carlo Calenda, è una furia: dopo l'incontro in Scozia tra il presidente statunitense, Donald Trump, e la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha pubblicato diversi post sui social per esprimere il proprio dissenso nei confronti dell'accordo raggiunto, che prevede la riduzione dei dazi dal 30% al 15%. Sebbene vi sia stato un piccolo passo avanti da parte degli USA, la trattativa è apparsa come una dimostrazione di debolezza da parte di von der Leyen.

Proprio la presidente della Commissione europea viene indicata come principale responsabile della figuraccia dell’UE di fronte alle richieste di Donald Trump. Ma ci sono altri due nomi nella "lista nera" di Calenda: la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il cancelliere tedesco, Friedrich Merz, entrambi accusati di non aver voluto imporre controdazi, come invece proposto dal presidente francese Emmanuel Macron. Calenda non è il solo a ritenere che la premier italiana e la presidente della Commissione abbiano fallito: ieri, 28 luglio 2025, l’opposizione è insorta contro le decisioni prese a Bruxelles.

Tuttavia Fratelli d’Italia non si scompone e sottolinea come il centrosinistra sia ipocrita nell’attaccare Meloni. La premier, inizialmente, avrebbe preferito una soluzione bilaterale, ma l’opposizione ha insistito sulla necessità di una trattativa multilaterale: il risultato, secondo FdI, è sotto gli occhi di tutti.

L'accusa di Calenda: ecco chi sono i tre colpevoli

La scena è tra le più mortificanti e, a due giorni di distanza, ferisce ancora di più l’orgoglio degli europei. Ursula von der Leyen è stata ricevuta dal presidente Donald Trump in un golf club in Scozia per discutere della questione relativa ai dazi che gli USA vogliono imporre all’Unione Europea. L’esito della trattativa è stato, se possibile, ancor più umiliante: i dazi verranno comunque applicati, sebbene ridotti dal 30% al 15%.

La trattativa è stata definita "conveniente" sia dalla presidente della Commissione che dal governo italiano. Ma di conveniente, secondo i critici, si fatica a vedere anche il minimo elemento. Carlo Calenda ribadisce la sua posizione durante un punto stampa odierno, già espressa anche in un’intervista esclusiva al Corriere della Sera:

virgolette
Ci sono tre responsabili: von der Leyen, che è stata inadatta, poi Merz e Meloni, che non hanno voluto mettere i controdazi. Si poteva negoziare, ma sono stati fatti importanti errori: ai dazi politici si risponde sempre

La necessità di mettere controdazi

Calenda sottolinea l’importanza dei controdazi come strumento fondamentale per indirizzare le trattative europee contro le sanzioni imposte da Trump. I controdazi, proposti da Macron quando i dazi di Trump erano provvisori (il 30% era una minaccia), avrebbero consentito una negoziazione più equilibrata. Invece, le conclusioni raggiunte domenica portano — secondo l’ex ministro — a clausole penalizzanti e danni economici per l’Europa.

I dazi di Trump vengono definiti “politici”, e si insiste sulla necessità di una risposta più decisa. Peggio ancora, secondo Calenda, è la proposta del governo italiano di prevedere degli indennizzi per le aziende colpite dai dazi:

virgolette
Così il cittadino paga Trump. Bisognava fare un piano per l’abbattimento dei costi energetici delle imprese e un piano di investimenti e supporto all’innovazione. Dal punto di vista della politica industriale e commerciale stiamo andando contro un muro.

E aggiunge una provocazione:

virgolette
E se Meloni e Salvini fossero stati all’opposizione e l’accordo fosse stato stretto non con Trump ma con Biden? Si sarebbero incatenati all’obelisco… Questa è la puerilità del populismo.

Si aggiunge poi un altro problema. Le dichiarazioni di UE e USA sull’accordo commerciale del 27 luglio mostrano divergenze: Washington cita impegni UE sul digitale e sui dazi sanitari, assenti nella nota europea. Differenze anche su acciaio, farmaci e semiconduttori, con visioni contrastanti su tariffe, standard e cooperazione tecnica tra le parti.

FdI esce allo scoperto e le nuove critiche dell'opposizione

Fratelli d’Italia, di fronte alle crescenti critiche dell’opposizione, ha pubblicato un post in cui spiega che il centrosinistra ha insistito per mesi su una trattativa gestita a livello europeo, bocciando completamente l’ipotesi di una soluzione bilaterale tra Roma e Washington. Oggi, secondo FdI, si scaricano le colpe su Meloni, ma von der Leyen non ha saputo reggere il confronto con Trump.

La premier, nella giornata di ieri, ha parlato dell’accordo commerciale affermando che è comunque meglio rispetto alle prime proposte formulate dal presidente statunitense. Continuano però le critiche da parte del centrosinistra che definisce Meloni come "asservita agli interessi di Trump".

Diverso - tra le voci del governo - il giudizio del ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, che ha spiegato a "La Stampa":

virgolette
Diciamoci la verità, se avesse vinto Kamala Harris avremmo forse avuto meno problemi, perché più in continuità con le tradizioni del passato 

Riassunto in tre punti

  • Calenda attacca duramente von der Leyen, Meloni e Merz: li ritiene responsabili dell’accordo svantaggioso sui dazi, frutto di debolezza e scelte politiche errate.
  • Controdazi come leva mancata: secondo Calenda, accettare passivamente la proposta USA senza contromisure ha portato danni all’economia europea.
  • FdI difende Meloni: accusa il centrosinistra di incoerenza, ricordando che aveva spinto per la linea multilaterale che oggi critica.
LEGGI ANCHE