01 Aug, 2025 - 16:05

Riconoscimento Palestina, Meloni costretta a scegliere tra Ue e Usa: cosa farà?

Riconoscimento Palestina, Meloni costretta a scegliere tra Ue e Usa: cosa farà?

Ancora una volta, a metà tra l'Europa e gli Stati Uniti. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, rischia di compromettere i rapporti con Washington o con Bruxelles per la seconda volta, dopo la questione relativa ai dazi voluti dal presidente statunitense Donald Trump. Questa volta, a mettere a rischio le relazioni di Roma è la questione del riconoscimento dello Stato palestinese.

Se da un lato le cancellerie europee, seppur con cautela, si stanno aprendo sempre più al riconoscimento della Palestina, l’Italia rimane ferma. La premier, assieme a diversi esponenti del governo, ha dichiarato pochi giorni fa – in seguito all’annuncio del presidente francese Emmanuel Macron – che un’iniziativa del genere potrebbe essere azzardata.

Per Meloni, è prioritario raggiungere prima un cessate il fuoco e la restituzione degli ostaggi, e solo successivamente affrontare la questione del riconoscimento. L’opposizione si è invece schierata contro questa posizione, ribadendo l’importanza di riconoscere immediatamente lo Stato palestinese. Il centrosinistra accusa Meloni di essere subordinata alle posizioni del presidente USA, Donald Trump, e del premier israeliano, Benjamin Netanyahu. Nel prossimo mese, la presidente del Consiglio dovrà decidere se allinearsi alle altre cancellerie europee o mantenere una linea neutrale, cercando di evitare ripercussioni nei rapporti con Tel Aviv e Washington.

Il riconoscimento dello Stato palestinese

147 Stati membri delle Nazioni Unite su 193 riconoscono la Palestina. Tra i membri dell’Unione Europea e i Paesi occidentali, il sostegno resta minoritario, ma nei prossimi mesi la situazione potrebbe evolvere radicalmente. La Francia ha annunciato per prima l’intenzione di riconoscere lo Stato palestinese, seguita dal Regno Unito, che ha dichiarato che da settembre potrebbe seguire la stessa linea. Anche il Portogallo ha aderito a questo orientamento.

A sorprendere è stata la posizione della Germania, da sempre prudente su questo tema per ragioni storiche, ma che ora sembra aperta a un possibile cambiamento, seppur non imminente. Anche Belgio e Finlandia potrebbero presto unirsi. In questo scenario sarà cruciale seguire i lavori dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite per comprendere l’evoluzione della situazione.

Nel frattempo, da Tel Aviv arrivano forti critiche nei confronti degli Stati che hanno aperto al riconoscimento della Palestina.

La posizione di Meloni

Dinanzi al cambiamento di rotta in atto in Occidente, dopo oltre due anni di conflitto tra Israele e Hamas, Meloni ha adottato una posizione di estrema cautela: il riconoscimento della Palestina è possibile, ma solo dopo un cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi. La presidente del Consiglio ha ribadito in più occasioni che, al momento, la questione è sospesa, ma che l’Italia è pronta a fare un passo avanti quando le condizioni lo permetteranno.

Le opposizioni, tuttavia, non mostrano fiducia nelle parole della premier. Nei giorni scorsi, il centrosinistra ha insistito più volte sulla necessità di riconoscere subito lo Stato palestinese. In particolare, l’Alleanza Verdi Sinistra ha esposto uno striscione a Montecitorio per denunciare la grave situazione umanitaria nei territori palestinesi. Forse, in seguito all’esito dell’Assemblea ONU di settembre, anche la presidente del Consiglio potrebbe rivedere la propria posizione: un’ipotesi ancora incerta, ma non del tutto esclusa.

Il governo e il riconoscimento: chi si oppone

O con gli Stati Uniti, o con l’Europa. Si ripresenta lo stesso scenario vissuto con la questione dei dazi, in cui Meloni si è trovata a scegliere tra mantenere buoni rapporti con Bruxelles o privilegiare una partnership quasi esclusiva con Trump. Questa volta, in gioco ci sono anche le relazioni tra Roma e Tel Aviv, già tese per via della crisi umanitaria a Gaza.

Nel governo Meloni, tuttavia, sono pochi coloro che si oppongono esplicitamente al riconoscimento della Palestina. In prima linea c’è il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, nonché vicepremier, Matteo Salvini, al quale è stato recentemente conferito il premio Italia-Israele. Durante una visita a Pesaro per la campagna elettorale in vista delle regionali di settembre, il leader della Lega ha dichiarato:

virgolette
Riconoscere la Palestina è un errore. Finché lo Stato è controllato dai terroristi e dai tagliagole di Hamas, è un errore. L’obiettivo di due popoli e due Stati che convivono pacificamente è chiaro, ma riconoscere uno Stato gestito da terroristi islamici è un errore clamoroso

Il vicepremier pone quindi una condizione ulteriore: finché Hamas manterrà il controllo, il riconoscimento della Palestina resterà, a suo avviso, inaccettabile.

LEGGI ANCHE