La Calabria sarà – a meno di ulteriori colpi di scena – la settima regione al voto in autunno. Le dimissioni a sorpresa del governatore di Forza Italia, Roberto Occhiuto, hanno aperto la strada alle elezioni con un anno di anticipo rispetto alla scadenza naturale di ottobre 2026.
L’annuncio del passo indietro del governatore ha colto di sorpresa il centrosinistra che adesso deve affrettarsi a trovare un candidato capace di contendere la poltrona di governatore. Roberto Occhiuto, contestualmente alle dimissioni, ha annunciato anche l’intenzione di ricandidarsi con l’appoggio della coalizione di maggioranza.
Le dimissioni di Occhiuto hanno messo in moto la macchina burocratica che, attraverso una serie di passaggi stabiliti da regolamenti e norme regionali e nazionali, porterà nei prossimi mesi al rinnovo del consiglio regionale e alla nomina del nuovo presidente.
Ecco allora cosa succede adesso e quando si voterà di nuovo in Calabria.
Le dimissioni volontarie del presidente di regione determinano lo scioglimento automatico della Giunta e del Consiglio regionale, con l’indizione di nuove elezioni per il rinnovo dell’assise regionale. Con le dimissioni di Roberto Occhiuto si è avviato l’iter procedurale che porterà a nuove elezioni che, secondo quanto stabilito dallo statuto regionale, dovranno tenersi entro tre mesi dallo scioglimento del Consiglio Regionale.
In base al regolamento interno del Consiglio regionale calabrese, il Presidente del Consiglio dovrà convocare l’Assemblea – entro dieci giorni dal ricevimento formale delle dimissioni – per lo scioglimento ufficiale dell’organo e dichiarare la conclusione della legislatura. Dopodiché spetterà al vice presidente della Giunta regionale stabilire la data delle Elezioni di concerto con la Corte d’Appello di Catanzaro.
A oggi, non è stata ancora stabilita una data precisa per il voto. La regione andrà al voto in autunno insieme a Valle d’Aosta, Veneto, Toscana, Marche, Campania e Puglia.
I regolamenti regionali prevedono che, in caso di dimissioni del Governatore in carica, si ritorni alle urne entro tre mesi dallo scioglimento del Consiglio Regionale, quindi entro novembre 2025.
La prima data utile è quella del 28 e 29 settembre, insieme a Marche e Valle d’Aosta, ma i tempi tecnici per la convocazione dei comizi elettorali rendono questa opzione difficilmente percorribile. Le ipotesi più concrete sono il 19 e 20 ottobre, in contemporanea con la Toscana, oppure novembre, come per Campania, Veneto e Puglia dove, tuttavia, non sono ancora state fissate le date.
Le dimissioni di Roberto Occhiuto hanno scatenato la corsa alla scelta dei possibili candidati alla Presidenza della regione. Una scelta che riguarda, tuttavia, solo il centrosinistra dal momento che la coalizione di maggioranza ha scelto di appoggiare la ricandidatura del governatore uscente, ritrovandosi in una posizione di vantaggio sugli avversari che non si aspettavano il passo indietro del governatore.
Questo gesto ha colto impreparato il centrosinistra, che ora deve accelerare la scelta di un candidato unitario. Nel centrosinistra è, quindi, partita la ricerca di un nome che ottenga l’avallo di tutti i partiti della coalizione così da affrontare la competizione elettorale senza spaccature. Tra le ipotesi in campo ci sono nomi della società civile e figure politiche già attive a livello locale. Tuttavia, i tempi stretti e le divisioni interne rendono complicata una scelta rapida e condivisa. Il rischio è quello di arrivare al voto con un candidato debole o privo del sostegno di tutta la coalizione.
Una grana in più per Elly Schlein, alle prese con le difficili trattative con il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte nelle altre regioni al voto.