La Calabria potrebbe essere l'occasione per Giuseppe Conte di riequilibrare la distribuzione delle regioni al voto, al momento virtualmente squilibrato a favore del Partito Democratico.
Con le dimissioni di Roberto Occhiuto, le regioni chiamate a rinnovare i consigli regionali diventano sette. All’interno del centrosinistra si apre così una nuova partita per l’individuazione del candidato presidente, che potrebbe essere espressione del Movimento 5 Stelle.
Negli ultimi giorni il leader pentastellato ha smentito che siano in corso trattative basate su logiche di spartizione territoriale, definendo tali ipotesi frutto di "speculazioni giornalistiche".
Tuttavia, numeri alla mano, non si può negare che il Partito Democratico stia facendo la parte del leone nella scelta dei candidati: quattro candidati presidenti sul cinque vestono la casacca PD. Si vota in sei regioni, cinque a statuto ordinario (Campania, Puglia, Marche, Toscana e Veneto) e una, la Valle d'Aosta, a statuto speciale dove il presidente viene scelto dal consiglio regionale.
Al Movimento 5 Stelle, seconda forza della coalizione e in fase di crescita, è stata finora riconosciuta soltanto la Campania. L’aggiunta della Calabria al calendario elettorale potrebbe contribuire a riequilibrare i rapporti interni all’alleanza.
La campagna elettorale per le regionali d'autunno è già iniziata. Il 28 e 29 settembre si voterà già nelle Marche e in Valle d'Aosta. Non c'è ancora una data certa, invece, per le altre regioni al voto, ma è evidente a tutti che il tempo a disposizione dei partiti per trovare un accordo sui nomi dei candidati governatori sta per scadere e soprattutto nel centrosinistra, la partita tra gli alleati è arrivata alle battute conclusive.
Risolto il nodo Marche, con il via libera a Matteo Ricci, da parte di Giuseppe Conte, adesso bisogna limare gli ultimi dettagli nelle altre regioni: Toscana, Veneto Campania e Puglia. La Toscana dovrebbe votare il 19 e 20 ottobre, mentre le altre dovranno fissare una data prima del 23 novembre. In queste regioni restano ancora da definire i nomi dei candidati ufficiali.
In Toscana, la candidatura dell'attuale governatore del Partito Democratico Eugenio Giani è stata messa nuovamente in discussione dall'alleato pentastellato. Il Movimento aveva chiesto un cambio di guardia che non è arrivato. per Giuseppe Conte diventa difficile sostenere la candidatura dell’attuale presidente.
In Veneto è stata ufficializzata la candidatura dell'ex sindaco di Treviso del PD, Giovanni Manildo.
Un candidato democratico è in pole anche in Puglia, si tratta dell'ex sindaco di Bari, oggi eurodeputato, Antonio Decaro. Anche qui, Giuseppe Conte, si è divertito a agitare le acque – fino a quel momento calme – rivendicando pari dignità nella scelta dei nomi.
In Campania, invece, sembra proceda spedita la candidatura dell'ex presidente della Camera Cinquestelle, Roberto Fico. Al momento Fico è l'unico nome del Movimento 5 Stelle.
Dopo le dimissioni di Occhiuto, la partita per la candidatura nel centrosinistra si complica: il Movimento 5 Stelle rivendica un ruolo da protagonista e punta su nomi vicini a Conte. L'entrata in gioco anche della Calabria nel risiko delle regioni al voto, potrebbe cambiare concretamente gli equilibri tra PD e M5S.
Occorre, infatti, trovare velocemente un candidato per la presidenza della Regione, che potrebbe provenire proprio dalle file del Movimento 5 Stelle, contribuendo a riequilibrare i rapporti tra i due principali partiti della coalizione. Restando nella speculazione giornalistica, un candidato pentastellato in Calabria potrebbe placare l'irrequietezza di Giuseppe Conte e agevolare la chiusura delle trattative nelle altre regioni ancora in bilico e in attesa di conferma.
I primi nomi sarebbero già cominciati a circolare, si tratta di Vittoria Baldino, deputata molto vicina a Giuseppe Conte e Laura Orrico, ex sottosegretaria ai Beni Culturali. Nel PD, invece, non ha mai nascosto l'ambizione di tentare la conquista della Cittadella, il giovane sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà.
Dopo i casi nelle Marche e in Toscana, e con la Puglia e la Campania ancora in cerca della conferma ufficiale, nel centrosinistra si apre una nuova partita anche in questo caso dagli esiti incerti.