Nel suo ultimo discorso da presidente dell'Associazione familiari delle vittime della strage di Bologna, Paolo Bolognesi ha rivolto un duro atto d'accusa al governo Meloni, reo – a suo parere - di relativizzare la matrice neofascista della strage, ostacolare la trasparenza sulle sentenze e perfino di voler riscrivere la storia.
La commemorazione per il 45esimo anniversario dell'attentato neofascista del 2 agosto 1980 si è trasformata in un'aperta contestazione al governo Meloni e ai suoi esponenti. Una contestazione che ha raggiunto il momento di massima tensione quando a prendere la parola è stato Bolognesi dal palco allestito, come ogni anno, davanti alla stazione di Bologna.
Il discorso di Bolognesi ha riportato al centro del dibattito la questione della memoria e della verità storica. Le sue parole rappresentano un appello a non dimenticare e a non minimizzare le responsabilità ideologiche e politiche.
La contestazione al governo ha reso questa commemorazione una delle più tese degli ultimi anni.
Paolo Bolognesi è un politico e uno scrittore italiano. Nato a Monghidoro nel 1944, ha 81 anni. Dal 1996 è presidente dell'Associazione dei Familiari delle vittime della strage del 2 agosto 1980, ruolo che lascerà quest'anno.
Alle Elezioni politiche del 2013 si è candidato con il Partito Democratico e venne eletto alla Camera dei Deputati completando la legislatura fino al marzo 2018.
Nel 2008 pubblica il suo primo romanzo “Passato imperfetto”, scritto insieme a Elena Invernizzi e Stefano Paolocci e nel 2009 “Ordine del caos”, un romanzo giallo della serie “L'ombra della chimera”. In entrambi racconta alcuni aspetti oscuri della recente storia italiana.
Nel 1981 Paolo Bolognesi è stato tra i fondatori dell'Associazione 2 agosto 1980, della quale ricoprì la vicepresidenza fino al 1996, quando ha assunto il ruolo di presidente in seguito al decesso di Torquato Secci.
Nella strage ha perso la suocera, mentre il figlio Marco, la madre e il suocero sono rimasti feriti. Da quel tragico giorno di agosto di 45 anni fa, in cui persero la vita 85 persone e altre 200 rimasero ferite, Bolognesi non ha mai smesso di lottare per la ricerca della verità. Sotto la sua guida, l’associazione ha svolto un lavoro fondamentale per ottenere giustizia, verità giudiziaria e memoria pubblica su uno degli atti terroristici più gravi del secondo dopoguerra in Italia.
Quest'anno lascerà la guida dell'associazione a Paolo Lambertini, figlio di Mirella Fornasari, una delle “ragazze della Cigar” rimasta vittima nella strage del 2 agosto 1980.
Sta facendo molto discutere l'intervento pronunciato oggi, sabato 2 agosto 2025, da Paolo Bolognesi dal palco allestito davanti alla Stazione di Bologna, teatro del grave attentato terroristico. Un attentato di matrice neofascista – come accertato da numerose sentenze – che costò la vita a 85 vittime innocenti.
Il presidente uscente dell’Associazione dei Familiari delle vittime della strage ha criticato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, sottolineando che non accetteranno riscritture della storia volte a cancellare la matrice fascista dell’attentato.
Bolognesi ha detto che condannare la strage senza riconoscerne l’origine fascista è ipocrisia.
Nel suo ultimo discorso da presidente, ha passato il testimone a Paolo Lambertini, ribadendo l’impegno per giustizia e verità. Ha chiuso citando Aldo Moro, affermando che il coraggio e la verità saranno sempre guida dell’associazione.