03 Aug, 2025 - 13:22

Forfettari sotto esame, scattano i controlli del Fisco su 4.000 Partite Iva: ecco chi rischia di più

Forfettari sotto esame, scattano i controlli del Fisco su 4.000 Partite Iva: ecco chi rischia di più

I forfettari finiscono nuovamente sotto la lente severa del fisco: sono partiti i controlli fiscali su 4.000 titolari di Partite Iva in regime forfettario.

I controlli sono molto serrati e mirati per via dell’incrocio dei dati con conti correnti, bonifici, carte prepagate e patrimonio.

In questo articolo, vedremo chi rischia di più e cosa succede a chi viene beccato senza requisiti.

I forfettari nel mirino del Fisco: partiti i controlli su 4.000 contribuenti

L’Agenzia delle Entrate ha intensificato i controlli fiscali rivolti ai titolari di partita Iva che operano con il regime forfettario.

Sono circa 4.000 i contribuenti sotto la lente d’ingrandimento del Fisco, che ha avviato verifiche approfondite su conti correnti bancari, bonifici, carte prepagate e patrimoni personali

L’obiettivo è incrociare i dati tra le fatture emesse e i flussi finanziari reali, al fine di scoprire eventuali discrepanze che possano indicare compensi non dichiarati o ricavi superiori a quelli comunicati.

Questa attenzione si concentra soprattutto su quei soggetti che nel 2021 hanno superato le soglie di ricavi e compensi previste per rimanere nel regime agevolato, con il rischio di dover versare imposte in base al regime ordinario per l’anno 2022. 

Controlli fiscali sui forfettari: chi rischia di più?

Il primo aspetto su cui si concentrano le verifiche riguarda i contribuenti che, nel 2021, hanno superato la soglia di 65.000 euro di ricavi o compensi, limite massimo per mantenere il regime forfettario. Per questi soggetti, il passaggio al regime ordinario nel 2022 era obbligatorio.

Il regime ordinario prevede un sistema di tassazione più complesso e generalmente più oneroso rispetto al forfettario. In particolare, si applica l’Irpef con cinque aliquote progressive (valide nel 2022), alle quali si aggiungono le addizionali regionali e comunali. Per le società di capitali si sommano inoltre l’Ires e l’Irap, l’imposta regionale sulle attività produttive.

Questo cambiamento comporta anche nuovi obblighi amministrativi e fiscali, come la tenuta di una contabilità più dettagliata e la gestione degli adempimenti Iva.

Per questo motivo, è fondamentale che i contribuenti monitorino costantemente i propri ricavi e, nel caso di superamento dei limiti, adottino tempestivamente il regime ordinario.

In caso di dubbi o situazioni particolarmente complesse, rivolgersi a un commercialista o a un consulente fiscale è la scelta più sicura per evitare errori e sanzioni.

Controlli approfonditi: cosa verifica il Fisco

Le verifiche fiscali non si limitano al semplice controllo dei saldi sui conti correnti bancari. L’Agenzia delle Entrate analizza, infatti, anche altri movimenti finanziari.

Questa ampia analisi serve a ricostruire con precisione i compensi e i ricavi realmente percepiti nel periodo sotto controllo.

L’obiettivo finale è accertare che il contribuente abbia effettivamente rispettato i limiti e le condizioni previste per il regime forfettario, evitando così evasione o elusione fiscale.

Cosa succede se mancano i requisiti del regime forfettario

Le conseguenze per chi risulta non idoneo al regime forfettario possono essere molto rilevanti. 
Innanzitutto, in caso di controllo e accertamento, il contribuente dovrà versare le imposte calcolate secondo il regime ordinario, che risultano spesso più elevate rispetto a quelle del forfettario.

L’Irpef sarà applicata secondo le aliquote progressive vigenti nel 2022, articolate in cinque scaglioni, e si aggiungeranno le addizionali regionali e comunali, aumentando ulteriormente l’importo dovuto.

Inoltre, si riattivano gli obblighi legati all’Iva: chi non aveva i requisiti per restare nel forfettario dovrà gestire la contabilità Iva, presentare le relative dichiarazioni e versare l’imposta secondo le regole ordinarie.

Un aspetto importante riguarda l’Irap: nel 2022 questa imposta aveva un’applicazione più limitata e non riguardava categorie come artigiani, commercianti e professionisti, spesso tra i principali utenti del regime forfettario.

Come tutelarsi e cosa fare

Per evitare spiacevoli sorprese a causa dei controlli sui forfettari, chi opera in questo regime agevolato deve prestare particolare attenzione ai propri ricavi e compensi annuali, mantenendo una contabilità aggiornata e trasparente.

È essenziale controllare costantemente di non superare i limiti previsti e, se necessario, pianificare il passaggio al regime ordinario in modo corretto e tempestivo.

I forfettari nel mirino del Fisco: cosa c’è da sapere

  • Controlli serrati su 4.000 forfettari: l’Agenzia delle Entrate ha avviato verifiche approfondite su circa 4.000 titolari di partita Iva in regime forfettario, incrociando dati di fatture, conti correnti, bonifici, carte prepagate e patrimoni per individuare compensi o ricavi non dichiarati;
  • Chi rischia di più: superamento dei limiti: il focus è su chi, nel 2021, ha superato il tetto di 65.000 euro di ricavi o compensi e avrebbe dovuto passare al regime ordinario nel 2022;
  • Conseguenze e come tutelarsi: chi non rispetta i requisiti rischia cartelle esattoriali salate con imposte maggiorate, sanzioni e obblighi IVA ordinari.
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