Prosegue la campagna anti-italiana della Federazione Russa. Appena una settimana fa, il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, aveva convocato alla Farnesina l’ambasciatore di Putin a Roma, Aleksej Paramonov per chiedergli spiegazioni circa l’inserimento del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nella lista di Mosca dei presunti “russofobi”.
Proprio l’ambasciatore Paramonov è finito nuovamente al centro delle polemiche per alcune dichiarazioni rilasciate oggi, in una lunga intervista al quotidiano russo “Izvestia”, in cui afferma che non ci si può “fidare degli italiani” perché malati di ‘russofobia’ e ‘ucrainofilia’, due virus che sarebbero penetrati nell’élite italiana sostituendo “l’epidemia di Covid”.
Parole che sono state bollate come “spazzatura propagandistica” dalla deputata di Noi Moderati, Mara Carfagna e che contribuiscono a logorare il già logoro rapporto tra la diplomazia italiana e quella russa.
L’ambasciatore russo in Italia, Aleksej Paramonov, ha rilasciato una lunga intervista allo storico quotidiano Izvestia, in cui non risparmia attacchi e accuse all’Italia e ai vertici delle nostre istituzioni.
Paramonov attacca soprattutto l’élite politica di cui – dice – “la Russia non può fidarsi”.
Nello specifico, le accuse dell’ambasciatore di Mosca sono indirizzate alle istituzioni politiche, poiché il popolo italiano non sarebbe particolarmente ostile alla Russia. Diverso, tuttavia, sarebbe il discorso per i vertici del governo italiano che si sarebbero ammalati di due virus: la russofobia e l’ucrainofilia, che - combinandosi in modo aggressivo - creerebbero conseguenze negative sia per la politica interna che per la posizione internazionale dell’Italia.
Paramonov, inoltre, mette in guardia sul fatto che la moderazione italiana rispetto ad altri paesi occidentali sarebbe spesso solo una facciata. L’Italia, secondo lui, avrebbe mostrato in passato una posizione più amichevole di quanto fosse realmente.
I destinatari delle accuse di Paramonov sono naturalmente i vertici delle istituzioni italiane, nonché gli esponenti politici apertamente schierati contro l’invasione russa dell’Ucraina.
Le parole di Paramonov hanno suscitato un’immediata ondata di indignazione.
Mara Carfagna, segretaria di Noi Moderati, ha definito le parole di Paramonov come “spazzatura propagandistica, tra disinformazione, rovesciamento della realtà e provocazioni”.
Ha aggiunto che tali affermazioni rappresentano “l’ennesimo inaccettabile insulto all’Italia e alle nostre istituzioni” e una dimostrazione “dell’assoluta insofferenza del Cremlino verso parole come ‘democrazia’, ‘libertà’, ‘sovranità’, ‘diritto’”.
Carfagna ha sottolineato che:
Ivan Scalfarotto, senatore di Italia Viva, ha risposto chiamando direttamente in causa l’ambasciatore russo:
Per tornare a “fidarsi”, per tornare a stabilire normali relazioni, Signor Ambasciatore, basterebbe poco: sarebbe sufficiente che la Federazione Russa smettesse di bombardare le città ucraine, cessasse di uccidere civili innocenti e si ritirasse da un paese libero che ha invaso… https://t.co/S5DCtddcqq
— Ivan Scalfarotto ???????????????????????? (@ivanscalfarotto) August 4, 2025
Anche Daniela Ruffino, deputata di Azione, ha criticato duramente Paramonov:
Ruffino ha anche sottolineando che:
Non è la prima volta che esponenti della Federazione di Russia attaccano i vertici del governo italiano. Negli ultimi mesi, Sergio Mattarella e Giorgia Meloni sono finiti spesso nel mirino della propaganda russa.
L’ultimo caso diplomatico risale a pochi giorni fa con la convocazione di Paramonov alla Farnesina, dopo l’inserimento del Presidente della Repubblica e dei ministri di Esteri e Difesa nella lista dei presunti “russofobi”.
In precedenza era stata la portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ad attaccare prima il Capo dello Stato e poi la Presidente del Consiglio, per alcune dichiarazioni rilasciate in diverse occasioni pubbliche internazionali e interpretate dal governo di Mosca come lesive e offensive.
Tuttavia, l’intensificarsi degli attacchi e delle accuse da parte della Russia verso il governo italiano è sintomo di un crescente nervosismo tra le due diplomazie e dell’inasprirsi della campagna anti-italiana avviata da Mosca. Questo clima di tensione rappresenta un motivo di preoccupazione per l’Italia soprattutto per un possibile rischio per la sicurezza interna.
La tensione con la Russia, infatti, aumenta il rischio di attività di spionaggio o di operazioni di hackeraggio delle infrastrutture critiche italiane, mettendo a repentaglio la sicurezza del Paese.
Un altro elemento di preoccupazione, infine, è rappresentato dalla possibile pressione indiretta che la Russia potrebbe esercitare attraverso gruppi filo-russi in Italia per influenzare decisioni politiche o l’opinione pubblica.