04 Aug, 2025 - 18:00

Minacce dalla Russia? L'ambasciatore Paramonov attacca l'Italia: gli italiani hanno due virus… e sale la tensione

Minacce dalla Russia? L'ambasciatore Paramonov attacca l'Italia: gli italiani hanno due virus… e sale la tensione

Prosegue la campagna anti-italiana della Federazione Russa. Appena una settimana fa, il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, aveva convocato alla Farnesina l’ambasciatore di Putin a Roma, Aleksej Paramonov per chiedergli spiegazioni circa l’inserimento del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nella lista di Mosca dei presunti “russofobi”. 

Proprio l’ambasciatore Paramonov è finito nuovamente al centro delle polemiche per alcune dichiarazioni rilasciate oggi, in una lunga intervista al quotidiano russo “Izvestia”, in cui afferma che non ci si può “fidare degli italiani” perché malati di ‘russofobia’ e ‘ucrainofilia’, due virus che sarebbero penetrati nell’élite italiana sostituendo “l’epidemia di Covid”.

Parole che sono state bollate come “spazzatura propagandistica” dalla deputata di Noi Moderati, Mara Carfagna e che contribuiscono a logorare il già logoro rapporto tra la diplomazia italiana e quella russa. 

Cosa ha detto Aleksej Paramonov contro l’Italia?

L’ambasciatore russo in Italia, Aleksej Paramonov, ha rilasciato una lunga intervista allo storico quotidiano Izvestia, in cui non risparmia attacchi e accuse all’Italia e ai vertici delle nostre istituzioni.

Paramonov attacca soprattutto l’élite politica di cui – dice – “la Russia non può fidarsi”. 
Nello specifico, le accuse dell’ambasciatore di Mosca sono indirizzate alle istituzioni politiche, poiché il popolo italiano non sarebbe particolarmente ostile alla Russia. Diverso, tuttavia, sarebbe il discorso per i vertici del governo italiano che si sarebbero ammalati di due virus: la russofobia e l’ucrainofilia, che - combinandosi in modo aggressivo - creerebbero conseguenze negative sia per la politica interna che per la posizione internazionale dell’Italia. 

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“Due nuovi virus sono penetrati nell'élite italiana per sostituire l'epidemia di Covid: la Russofobia e l'Ucrainofilia, che, per sinergia, acquisiscono forme particolarmente aggressive e portano a conseguenze molto deprimenti sia in termini di processi politici interni sia di posizionamento in ambito internazionale”.

Paramonov, inoltre, mette in guardia sul fatto che la moderazione italiana rispetto ad altri paesi occidentali sarebbe spesso solo una facciata. L’Italia, secondo lui, avrebbe mostrato in passato una posizione più amichevole di quanto fosse realmente

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Non ci si deve fidare molto perché molto spesso, nel corso degli anni, i paesi dell'Occidente collettivo, tra cui l'Italia, hanno cercato di presentare la loro posizione e le loro azioni in una luce migliore e più amichevole di quanto non fosse in realtà. Dunque non ci si può fidare dei nostri interlocutori ufficiali italiani in ogni caso ora.

I destinatari delle accuse di Paramonov sono naturalmente i vertici delle istituzioni italiane, nonché gli esponenti politici apertamente schierati contro l’invasione russa dell’Ucraina. 

Italia contro l’ambasciatore russo: "Spazzatura propagandistica" 

Le parole di Paramonov hanno suscitato un’immediata ondata di indignazione. 

Mara Carfagna, segretaria di Noi Moderati, ha definito le parole di Paramonov come “spazzatura propagandistica, tra disinformazione, rovesciamento della realtà e provocazioni”.

Ha aggiunto che tali affermazioni rappresentano “l’ennesimo inaccettabile insulto all’Italia e alle nostre istituzioni” e una dimostrazione “dell’assoluta insofferenza del Cremlino verso parole come ‘democrazia’, ‘libertà’, ‘sovranità’, ‘diritto’”.

Carfagna ha sottolineato che:

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“in Italia non circola alcun virus, semplicemente di fronte a un’aggressione brutale l’Italia ha scelto di stare dalla parte del Paese aggredito, l’Ucraina, e di condannare il Paese aggressore, la Russia”. 

Ivan Scalfarotto, senatore di Italia Viva, ha risposto chiamando direttamente in causa l’ambasciatore russo:

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“Per tornare a 'fidarsi', per tornare a stabilire normali relazioni, Signor Ambasciatore, basterebbe poco: sarebbe sufficiente che la Federazione Russa smettesse di bombardare le città ucraine, cessasse di uccidere civili innocenti e si ritirasse da un paese libero che ha invaso in violazione di ogni regola del diritto internazionale”.

Anche Daniela Ruffino, deputata di Azione, ha criticato duramente Paramonov:

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“Se la guerra è la continuazione della politica con altri mezzi, qualcuno dovrebbe spiegare all’ambasciatore russo in Italia come si fa politica, invece di usare parole bellicose e offensive verso il nostro Paese. La sua esternazione odierna rinnega e offende il ruolo diplomatico di cui è investito ogni ambasciatore”.

Ruffino ha anche sottolineando che:

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in Italia non ci sono 'russofobi', ci sono forze democratiche impegnate a respingere le intimidazioni di un regime autocratico e intollerante e chi odia i russi abita al Cremlino”.

Mosca intensifica gli attacchi l’Italia: cresce la tensione diplomatica e il rischio sicurezza 

Non è la prima volta che esponenti della Federazione di Russia attaccano i vertici del governo italiano. Negli ultimi mesi, Sergio Mattarella e Giorgia Meloni sono finiti spesso nel mirino della propaganda russa. 

L’ultimo caso diplomatico risale a pochi giorni fa con la convocazione di Paramonov alla Farnesina, dopo l’inserimento del Presidente della Repubblica e dei ministri di Esteri e Difesa nella lista dei presunti “russofobi”.

In precedenza era stata la portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ad attaccare prima il Capo dello Stato e poi la Presidente del Consiglio, per alcune dichiarazioni rilasciate in diverse occasioni pubbliche internazionali e interpretate dal governo di Mosca come lesive e offensive. 

Tuttavia, l’intensificarsi degli attacchi e delle accuse da parte della Russia verso il governo italiano è sintomo di un crescente nervosismo tra le due diplomazie e dell’inasprirsi della campagna anti-italiana avviata da Mosca. Questo clima di tensione rappresenta un motivo di preoccupazione per l’Italia soprattutto per un possibile rischio per la sicurezza interna.

La tensione con la Russia, infatti, aumenta il rischio di attività di spionaggio o di operazioni di hackeraggio delle infrastrutture critiche italiane, mettendo a repentaglio la sicurezza del Paese.
Un altro elemento di preoccupazione, infine, è rappresentato dalla possibile pressione indiretta che la Russia potrebbe esercitare attraverso gruppi filo-russi in Italia per influenzare decisioni politiche o l’opinione pubblica. 

 

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